Il nuovo indice sperimentale di Demoskopika valuta l’overtourism e il livello di rischio delle città italiane
Secondo i più recenti dati Istat, con quasi 13 milioni di turisti Venezia è la seconda città più visitata d’Italia alle spalle di Roma, che sfiora i 31 milioni.
Il capoluogo del Veneto, insieme a Verona, Napoli e ad altre realtà più piccole come Trento, Bolzano, Rimini e Livorno, supera la capitale per il rischio di sovraffollamento turistico, collocandosi a un livello “molto alto” rispetto a quello “alto” di 12 città, tra cui, con Roma, anche Milano e Firenze, rispettivamente al 3° e al 4° posto secondo l’Istat per numero assoluto di visitatori.
Il dato emerge dal primo “Indice complessivo di sovraffollamento turistico“, ideato in maniera sperimentale dal gruppo italiano per le ricerche e opinioni di mercato Demoskopika, che ha realizzato anche una mappa interattiva dell’overtourism in Italia, pubblicata in esclusiva dall’agenzia di stampa Ansa.
Le città italiane e il rischio di overtourism
Nelle 7 città che soffrono più di tutte il fenomeno del sovraffollamento turistico, questo, secondo l’analisi di Demoskopika, comincia a essere più che preoccupante, con impatti critici sulla qualità della vita locale e sulla sostenibilità delle destinazioni turistiche.
Anche per le città posizionate a livello “alto, comunque, la situazione, secondo i ricercatori, presenta una significativa pressione sulle risorse locali, con evidenti problemi di gestione dei flussi turistici. E, anche in questo caso, insieme a grandi città, ne risultano anche di più piccole: Savona, Ravenna, Trieste, Imperia, Grosseto, Gorizia, Aosta, Forlì-Cesena e La Spezia con le 5 Terre.
A completare il quadro, il livello di rischio è moderato per Padova, Bologna, Genova, Siena, Lucca, Pistoia, Pisa, Brescia, Como, Monza e Brianza, Pesaro e Urbino, Sassari (con la Maddalena) e Vibo Valentia (con Tropea). Il sovraffollamento è infine minimo, con impatti limitati su infrastrutture e residenti, nelle città con rischio “molto basso”: Benevento, Rieti, Reggio Calabria, Isernia e Campobasso.
Gli indicatori del sovraffollamento turistico e gli obiettivi
Per stilare l’indice di sovraffollamento, i ricercatori di Demoskopika si sono basati su 5 indicatori che riflettono diverse dimensioni dell’impatto turistico.
Si tratta della densità turistica, della densità ricettiva, dell’intensità turistica, dell’utilizzazione lorda e della quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico.
L’obiettivo è quello di favorire una maggiore evoluzione del fenomeno sui sistemi turistici locali.
“L’overtourism – spiega il presidente dell’istituto, Raffaele Rio- non solo minaccia la sostenibilità delle nostre destinazioni più amate ma rischia anche di compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori e la qualità della vita per i residenti”.
In altri termini, Rio vede nel sovraffollamento turistico “un campanello d’allarme che ci chiama ad agire, promuovendo un turismo più responsabile e sostenibile. È fondamentale implementare politiche di gestione del turismo che includano limitazioni temporali e numeriche per l’accesso ai luoghi più a rischio, insieme a strategie per promuovere destinazioni alternative meno note ma altrettanto ricche di cultura e bellezza oltre a incentivare il turismo fuori stagione”.
Soprattutto riguardo alla prima strategia consigliata da Demoskopica, va dunque ricordato che, prima realtà a introdurre una misura di questo tipo, proprio Venezia ha da 3 settimane provato a mettere in campo il contributo d’accesso per visitare la città storica, come primo tentativo sperimentale di contingentare i flussi nelle giornate critiche.
Alberto Minazzi