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Contributo d’accesso a Venezia: la sperimentazione sta funzionando

Contributo d’accesso a Venezia: la sperimentazione sta funzionando

Nel weekend si chiudono i primi 10 giorni di applicazione. Il bilancio dell’assessore Zuin: “Abbiamo iniziato concretamente il cammino verso la soluzione del problema del sovraffollamento turistico. Puntiamo alla soglia di sostenibilità”

“Buona la prima? Buonissima direi, anche perché non sarà sicuramente il 2024 l’anno in cui risolveremo il problema, ma possiamo dire finalmente di aver dato inizio all’applicazione di una metodologia con affrontare concretamente dopo 60 anni il tema del sovraffollamento turistico in città. E tutto sta funzionando al meglio, anche se ammetto che il giorno prima dell’avvio non ho dormito per la tensione”.

Così, a poco più di una settimana dal 25 aprile (il giorno in cui, prima città al mondo, Venezia ha messo in campo il contributo d’accesso per i visitatori giornalieri) e alla vigilia del weekend che chiuderà la prima (e più lunga) decade consecutiva fissata per il primo anno di sperimentazione, l’assessore al Bilancio del Comune di Venezia, Michele Zuin, esprime le prime riflessioni sui dati emersi dai primi 8 giorni di applicazione del contributo.

Michele Zuin, assessore al Bilancio del Comune di Venezia

“Nessuno – tiene a specificare Zuin – si attende risultati in 10 giorni, ma nemmeno nei 29 che proseguiranno ora nei weekend fino a metà luglio. Questa sperimentazione, come abbiamo sempre detto e continuiamo a ribadire, ci serve per raccogliere dati, ma soprattutto per verificare che il sistema funzioni, dopo aver messo su una complessa macchina, tra sito internet, sistemi e controlli”.

Le prime “vittorie” del contributo d’accesso a Venezia

Il Comune di Venezia, sottolinea l’assessore, ha sempre approcciato con “grande umiltà” all’introduzione del contributo d’accesso. “L’obiettivo – ricorda – è quello di rendere la città più vivibile, ma nessuno pensava che questo effetto si producesse dopo un giorno, 5 o 10 giorni. Per cui un po’ mi hanno fatto ridere le considerazioni sul fatto che il giorno dell’introduzione ci fossero gli stessi turisti del giorno prima”.

Piuttosto, Michele Zuin sottolinea quelle che definisce “grandi vittorie, per noi”. “La prima – esemplifica – è il fatto che tutto, fin dal primo giorno ha funzionato perfettamente e senza grandi criticità. Al riguardo, sottolineerei solo il momento in cui arrivano in stazione 2 o 3 treni insieme, con molta gente che preme sull’entrata in città dalla ferrovia. Ma, con controlli a campione, è comunque una situazione gestibile”.

La seconda vittoria è il perfetto funzionamento fatto registrare dal sistema informatico alla base del contributo. “Il sito internet – fa il punto al riguardo Zuin – è ormai collaudato e sono già ridotte a zero le segnalazioni da parte di chi dice che non funziona. In tal senso, è risultato determinante il paio di mesi che abbiamo dedicato alla sperimentazione, prima dell’entrata in vigore effettiva del contributo”.

La sorpresa: il numero di paganti

In questi giorni, il Comune ha pubblicato quotidianamente il bollettino di visitatori paganti, ospiti delle strutture ricettive (che non pagano il contributo versando già la tassa di soggiorno) e controlli. E se il picco di soggiornanti, si è toccato nel primo weekend, del 27 e 28 aprile, con oltre 58 mila ospiti delle strutture ricettive, si è partiti con 15.700 persone che hanno pagato i 5 euro per la visita giornaliera.

Il dato è subito cresciuto, toccando i 23.600 codici a pagamento rilasciati per il 26 aprile, iniziando poi una decrescita, che ha portato i paganti ai 15.077 del 2 maggio. “Onestamente – ammette l’assessore comunale al Bilancio – ci aspettavamo meno paganti: ce ne sono in effetti molti di più di quelli che avevamo stimato attraverso le cifre, pur prudenziali, inserite a bilancio”.

“Va però chiarito ancora una volta – prosegue Zuin – che il beneficio di cassa che ne deriva non ci interessa, per quanto i soldi in più saranno comunque dedicati ai cittadini, per esempio riducendo la Tari o finanziando opere in passato sostenute con la Legge speciale. Fortunatamente, il bilancio vive di suo, non avendo bisogno del contributo d’accesso. E, in ogni caso, anche arrivando a 2 milioni di introiti, non copriremo i 3 di spese previsti per il 2024”.

Il buonsenso nei controlli

Quanto ai controlli giornalieri dei Qr code, nei primi 8 giorni si sono mantenuti all’interno di una forbice compresi tra circa 12 mila e 19 mila, sempre senza rilevare particolari criticità. “Il contributo – commenta l’assessore – è stato accettato senza contestazioni dalla stragrande maggioranza, pur non essendo mancate richieste di ulteriori esenzioni, che però farebbero perdere senso al contributo, per cui terremo duro”.

Rigidità che, invece, il Comune di Venezia ha preferito attenuare attraverso il buon senso in occasione dei controlli. “Teoricamente – spiega Michele Zuin – se un turista viene fermato e trovato privo del Qr code dovrebbe essere multato. Ma ci sembrava assurdo riempire la gente di sanzioni, capendo che, come per esempio per la zona a 30 km/h di Firenze, iniziative come questa richiedono un assestamento”.

“Così – prosegue – abbiamo preferito dire di girarsi e acquistare il contributo. E il sistema messo in piedi per la vendita, per esempio alla stazione di Santa Lucia, è stato accolto molto positivamente, offrendo varie alternative di ottenere il codice: in autonomia attraverso lo smartphone, sfruttando gli schermi giganti e la relativa assistenza o utilizzando la biglietteria classica. Anche su questo fronte, è andato tutto benissimo, senza code e intralci”.

Contributo d’accesso: nel 2025 la “soglia di sostenibilità”?

Il senso della scelta fatta dal Comune per il 2024, cioè di attuare la sperimentazione per soli 29 giorni e solo fino a metà luglio, viene spiegata con l’obiettivo di “avere 5 mesi per decidere cosa fare e come impostarlo nel 2025”. “Un po’ di idee – anticipa Zuin – le abbiamo, ma vogliamo verificarle sulla base dell’analisi dei dati raccolti e con l’incrocio di quelli rilevati dalla Smart Control Room”.

Dalla tariffa sperimentale “flat” del primo anno, l’intenzione sarebbe quella di “fissare una soglia di sostenibilità, che ci permetta per esempio di capire se i servizi pubblici sono sufficienti”, spiega l’assessore. “A quel punto, chi prenota sotto la soglia paga meno, chi vuole comunque venire e prenota dopo, pagherà di più. È da qui che deriverà l’effetto disincentivante, per far capire che quando la città è piena la si vive e la si vede male”.

La sperimentazione servirà allora a fissare questa soglia. “Dopo la sperimentazione – conclude Zuin – è chiaro che faremo una riflessione su tutti gli aspetti, valutando anche eventuali implementazioni di servizi. Ma ci interessa capire soprattutto qual è il numero di paganti che possiamo gestire e, di conseguenza, quelli su cui possiamo influire con la doppia tariffazione. Convincerne 10 o 15 mila a non venire può già fare la differenza. E speriamo che cittadini e turisti capiscano che facciamo tutto questo per loro”.

Alberto Minazzi

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