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Buon secolo di vita semaforo

Buon secolo di vita semaforo

Il dispositivo regola traffico arrivò’ in Italia nel 1925 ma la sua prima apparizione fu negli Stati Uniti il 5 agosto del 1914

In origine disponeva solo di due luci, quella rossa che indicava lo stop e quella verde che dava il via libera al traffico.
Ne ha fatta tanta di strada il semaforo arrivando a spegnere quest’anno ben oltre 100 candeline.
Era infatti il 5 agosto del 1914 quando a Cleveland, negli Stati Uniti, all’incrocio della Euclid Avenue con la 105° Strada, fu installato un oggetto con quattro occhi per lato che si illuminavano alternativamente nei due colori e le scritte “stop” e “move”.
Era il primo semaforo a illuminazione elettrica dalle sembianze simili a come lo conosciamo oggi.
Mancava il giallo, al posto del quale c’era un avvertimento sonoro che indicava l’imminente cambio di colore.
In Italia il primo comparve nel 1925 a Milano, tra Piazza del Duomo, via Orefici e via Torino.
Nella frenesia del nostro quotidiano, con lui abbiamo oggi un rapporto di amore e odio, a seconda che nel momento di attraversare una strada a piedi o superare un incrocio in macchina scattino il verde o il rosso.
Raggiunti i cent’anni, è un dispositivo che tende ad essere sostituito dalle rotatorie per poter snellire più facilmente il traffico, ma la sua storia ha molto da raccontare.

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Un vecchio semaforo a Berlino est

Dalle origini ai giorni nostri

I primi sistemi di regolazione del traffico risalgono al 1868 in Inghilterra, a Londra, quando, all’incrocio tra la George e la Bridge Street, fu introdotto un segnale manuale che era azionato da un poliziotto tramite cartelli.
I primi apparecchi erano costituiti da una lanterna a gas rotativa posizionata in alto che alternava una luce rossa e una verde.
Per i tre colori bisogna arrivare al 1920 quando furono introdotti a Detroit da William Potts e successivamente, nel 1923, il parigino Garret Morgan diede il via al sistema a tre tempi.
Il primo semaforo per i passaggi pedonali nacque invece nel 1961 a Berlino Est.
Da allora il regolatore del traffico è diventato un oggetto di comunicazione universale.
I suoi colori, uguali in tutti i paesi del mondo, sono stati studiati appositamente per dare degli input di comportamento facilmente memorizzabili: il rosso che rileva il pericolo e significa stop; il giallo o arancione che richiama la concentrazione e significa attenzione e il verde che ricorda la tranquillità e indica quindi via libera.
E’ bene ricordare che, a differenza di quanto normalmente si è soliti fare, con il giallo è possibile passare solo nel caso in cui l’automobile si trovi così vicino alla linea di stop da non potersi fermare con sufficiente sicurezza per evitare che le auto dietro a seguito dell’arresto improvviso possano causare un incidente non riuscendo a frenare.

semaforo

Alcune curiosità

Sapete perché i semafori hanno questo nome? Il termine deriva dal greco e significa “portatore di messaggi”.
Le segnalazioni semaforiche sono le medesime in tutto il mondo, tuttavia non è lo stesso per quanto riguarda la sequenza di apparizione dei colori.
Esistono infatti tre tipologie di semaforo.
La prima è quella a 3 tempi, la più comune, dove il rosso indica lo stop, il verde la partenza e il giallo indica di rallentare prima che scatti il rosso.
C’è poi il semaforo a 4 tempi abbastanza diffuso nel Regno Unito, Germania, Turchia e Croazia. In questo caso la luce gialla appare quasi in contemporanea al rosso, come avviso dell’arrivo del verde e il giallo si vede anche dopo il verde in attesa del rosso.
In Canada, Austria e Unione Sovietica c’è il semaforo a 5 tempi in cui appaiono verde, verde lampeggiante, giallo, rosso, rosso con giallo.
Quando il verde lampeggia significa che il giallo sta per apparire.

I semafori nel mondo

Vari nel mondo sono anche i modelli e la posizione che occupano.
Nel Regno Unito poiché si guida a sinistra sono posizionati su quel lato della carreggiata.
Negli anni 60 vi erano i semafori a incandescenza e dopo gli anni 2000 furono introdotti quelli tipo Optic anche con la funzione a led.
In Francia sono di forma quadrata e le luci quasi tutte a led, eccezione fatta per alcuni paesi in campagna, dove si trovano lampade a incandescenza.
Quelli per i pedoni sono rettangolari e le azioni sono dettate da un omino rosso e uno verde.


Negli Stati Uniti sono simili a quelli europei ma con struttura e posizionamento diversi. Possono essere di fronte al conducente sopraelevati, al centro dell’incrocio sempre sopraelevati, su pali di ferro agli angoli degli incroci, su cavi sopra a un incrocio o sostenuti da un piedistallo al centro dello stesso.
Per i pedoni c’è la versione con la manina arancione che indica lo stop e un pedone in movimento, solitamente bianco oppure un semaforo con due scritte: Don’t Walk arancione e Walk bianca. In Grecia sono delle frecce a dare le indicazioni.

L’arrivo di sempre nuove tecnologie ha portato anche all’evoluzione dei semafori. Nelle città si trovano così impianti comandati da timer e programmati a seconda della densità del traffico come altri sorvegliati anche da videocamere collegate a computer in modo da avere la totale situazione sotto controllo.

Silvia Bolognini

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