La nuova stretta per il Natale si avvicina e già iniziano gli interrogativi.
L’Italia tornerà tutta zona rossa? Dobbiamo aspettarci, come riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos legando l’informazione a “fonti di governo, un altro DPCM?
Soprattutto: se le fasce sono state introdotte per evitare il lockdown nazionale, quali sono le differenze tra quest’ultimo e una zona rossa, magari unificata?
In effetti, “zona rossa” e “lockdown” non sono sinonimi.
Cosa potrebbe quindi cambiare se l’Italia intera finisse sotto l’etichetta di ‘zona rossa’?
No agli spostamenti inutili e ingiustificati
Nell’area di rischio maggiore, la zona rossa, serve l’autocertificazione per gli spostamenti.
Gli unici scenari nei quali non sussiste l’obbligo di firmare e portare con sé la certificazione sono la passeggiata, anche con il cane, nei dintorni di casa, o la corsa, piuttosto che l’allenamento, all’aperto. Il tutto, sempre osservando la distanza di sicurezza e le precauzioni del buon senso.
Il rinnovo della dad e dello smart working
Chi vive in zona rossa lo sa, la didattica a distanza è l’unica opzione possibile e sicura.
L’obbligo di seguire la lezione a distanza si confermerebbe quindi per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado e per le classi di seconda e terza media.
Resterebbero invece aperte per i bambini le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media.
Anche la sperimentazione di massa del lavoro da remoto, il cosiddetto smart-working, per tutte le attività professionali e per il pubblico impiego continuerebbe, ad eccezione delle attività che richiedono necessariamente una presenza in ufficio.
Negozi e trasporti
Nello scenario rosso rimarrebbero aperti ai clienti le strutture di parrucchieri, barbieri, estetisti, edicole e tabaccai.
Si potrebbe andare a comprare anche vestiti per bambini, negli appositi negozi, e fiori da regalare.
Sui mezzi pubblici, invece, l’ultimo Dpcm prevede una soluzione più restrittiva rispetto alle soluzioni adottate nella prima fase di contenimento dell’epidemia: i mezzi pubblici e i treni regionali possono viaggiare con un’occupazione al 50%.
Se, quindi, per lockdown si intende uno stato di chiusura totale, dal resto già vissuto dagli italiani da marzo a maggio 2020, la zona rossa risulterebbe meno limitativa.