A pungerci sono solo le femmine, per portare a maturazione le uova. Ecco come selezionano le loro vittime
Sono sempre state il nostro incubo estivo. E negli ultimi tempi lo sono diventate di più, perché preoccupano le malattie che possono trasmettere.
E perché di anno in anno le zanzare aumentano, in termini di numero ma anche di specie.
Delle circa 3.720 conosciute al mondo, nel nostro Paese in particolare ne son presenti poco più di 60, delle quali solo una decina sono di interesse per i progetti di sorveglianza e controllo per la loro abbondanza e aggressività nei confronti dell’uomo o la possibile trasmissione di patogeni.
Chissà quante volte molti di noi hanno pensato “se c’è in circolazione una zanzara sicuramente la sua vittima sarò io” senza chiedersi da che cosa siano attratte per pungere.
La risposta arriva dagli esperimenti condotti nell’Università della California a Santa Barbara e pubblicati sulla rivista Nature secondo i quali ad attrarle sono diversi fattori tra i quali gli odori che emettiamo, la CO2 e gli infrarossi prodotti dal nostro calore corporeo.
Come le zanzare individuano la presenza di esseri umani
Le zanzare sono responsabili della morte di 400 mila persone ogni anno a causa della trasmissione della malaria e sono responsabili di 10 milioni di casi tra Dengue, febbre gialla e Zika. Proprio per questo sono al centro di studi scientifici che aiutino a comprendere come riescano a individuare efficacemente la presenza di esseri umani.
Va premesso che a pungere sono solo le femmine, che hanno bisogno di sangue per portare a maturazione le uova. Hanno speciali sensori che si trovano nella cavità delle antenne.
Se finora da precedenti studi è emerso che si avvicinano annusando la CO2 e l’odore emessi dagli esseri umani, gli esperimenti più recenti hanno permesso di dimostrare con precisione che percepiscono anche le radiazioni infrarosse prodotte dal calore del nostro corpo quando combinati ad altri segnali.
Un insieme di segnali chimici e visivi
Le femmine di zanzara dunque sono attratte da segnali chimici, come l’anidride carbonica che emettiamo con il respiro e l’odore della nostra pelle e segnali visivi come alcune lunghezze d’onda della luce che vengono rilevati a media e lunga distanza. Altri segnali, quali il calore della pelle, sono invece rilevati solo a distanze molto ravvicinate. I ricercatori hanno rilevato che nel momento in cui si combinano anidride carbonica e odore umano, la radiazione infrarossa da una fonte con una temperatura simile a quella della pelle umana, ha raddoppiato il comportamento complessivo di ricerca dell’ospite da parte delle zanzare.
E’ stato anche scoperto che la radiazione infrarossa percepita dalle zanzare è efficace fino a circa 70 cm di distanza e si è osservato che gli abiti più larghi la lasciano passare meno efficacemente.
Con una proteina individuano gli infrarossi
Lo studio sulle zanzare Aedes aegypty, uno dei principali vettori di virus che causano Dengue, febbre gialla e Zika, ha inoltre portato a individuare la proteina TRPA1 – espressa nei neuroni sensibili al calore sulle punte delle antenne – che sfruttano per rilevare gli infrarossi. Una singola zanzara femmina di questa specie che è particolarmente attratta dagli esseri umani, può pungere più volte durante la sua vita, che generalmente dura dalle tre alle sei settimane. Alcune persone poi sono maggiormente “appetibili” probabilmente per il loro microbioma cutaneo che può, ad esempio, modificare in certa misura l’odore della pelle che ha un ruolo fondamentale nel richiamo delle zanzare. Non vi è invece alcuna base scientifica sulla cosiddetta teoria del “sangue dolce” e quella legata al gruppo sanguigno 0, che si ipotizza sia il prediletto da questi insetti, ha dato risultati contraddittori.