Le macro-proiezioni verso la nuova qualificazione delle fasce regionali di venerdì 9 aprile mostrano un Veneto “da zona gialla”, come l’ha definito il presidente della Regione, Luca Zaia. “Per quanto si tratti di dati da confermare, il nostro Rt è a 0,96 e l’incidenza a 168,4. Numeri che ci posizionerebbero in fascia gialla, se questa non fosse stata sospesa dal decreto del Governo”.
Resta la pressione ospedaliera
Zaia invita però a non abbassare la guardia. “La pressione ospedaliera c’è: penso ad esempio alle aziende ospedaliere di Padova e Verona, ma anche a Treviso, che sta un po’ crescendo. E non si vedono ancora curve flesse verso la discesa, sia in area non critica che in terapia intensiva: dopo 3-4 giorni di arresto, hanno ripreso a crescere”. Il dato del bollettino delle ultime 24 ore indica 2.298 ricoveri complessivi (+11), con un +3 in area medica (1975) e un +8 (323) in rianimazione.
“Ancora non sappiamo – riprende il presidente – quando raggiungeremo il plateau, pur avendo una proiezione. Siamo quindi sempre preoccupati: non abbiamo raggiunto i numeri di dicembre, ma abbiamo superato quelli di marzo 2020. Perché di sicuro ci aspetta un aprile in trincea. E vedremo cosa accadrà con la riapertura delle scuole”.
La preoccupazione per AstraZeneca
Il presidente del Veneto, inoltre, si dice “non fiducioso” riguardo alla nuova decisione di Ema su AstraZeneca, attesa per il pomeriggio di mercoledì 7 aprile. “Non credo – ha affermato – che ci diranno di andare avanti tranquilli, senza problemi, perché c’è già stato un riposizionamento da parte di alcuni Paesi. C’è il rischio concreto che, se non a una sospensione, si arrivi a impedirne l’uso per gli under 65, come sta succedendo in Germania ed è l’ipotesi più accreditata”. Il Veneto, in ogni caso, si uniformerà a quanto deciderà l’Agenzia europea del farmaco. “Si tratta – conclude Zaia – di una scelta meramente tecnica e non politica, per cui ci rimetteremo alle decisioni degli scienziati”.
Le conseguenze di un “taglio” all’utilizzo di AstraZeneca
La campagna vaccinale, nelle ultime 24 ore, in Veneto ha aggiunto nuove 27.835 somministrazioni, portando il totale a 1.031.426. La previsione per maggio è di una fornitura di 1.090.000 dosi, compresa AstraZeneca. “Togliendo la possibilità di somministrarlo ai più giovani – spiega il presidente – significa dimezzare la nostra efficienza vaccinale, dovendo utilizzare Pfizer e Moderna per tutti. In pratica, a parità di forniture, potremo effettuare solo richiami. Utilizzando gli altri due vaccini anche per chi ha ricevuto una prima dose di AstraZeneca”. Né, almeno all’inizio, potrà aiutare la partenza di Johnson&Johnson, prevista dal 16 aprile. Nel primo mese è infatti previsto l’arrivo in Italia di solo un milione di dosi, passando a 6-7 solo da maggio.
Le prenotazioni dei disabili
Un’altra questione che il Veneto sta provando a risolvere è quella del sistema di prenotazione delle vaccinazioni unico online che non riconosce i codici fiscali dei disabili come aventi diritto tra le fasce prioritarie. La Regione ha dato mandato ad Azienda Zero di valutare con i suoi informatici se è possibile modificare la piattaforma prevedendo per queste persone la possibilità di prenotarsi con un’autocertificazione. “Stiamo pensando – commenta Zaia – di prevedere l’obbligo, in questi casi, di presentare poi fisicamente, prima della vaccinazione, la certificazione della riconosciuta disabilità. Non è detto che faremo così, ma il metodo più semplice ci sembra quello di fidarsi del cittadino. E, se sarà possibile inserire questa modifica, potrà tornare in futuro utile anche per altre categorie”. La risposta, in merito, è attesa per domani, giovedì 8 aprile.