Meno 3. Nelle ultime 24 ore, in Veneto il numero di pazienti ricoverati per coronavirus nei reparti ordinari è passato da 2.094 a 2.091.
La curva si sta avviando verso una fase decrescente dei contagi?
“Non so dirvi se abbiamo raggiunto l’apice della curva gaussiana, che era previsto attorno a metà novembre e ora ci stiamo avviando verso una fase migliore – ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia – Non ci sono ancora dati sufficienti e precisi. Ma è vero che, pur timidissimi, ci sono indicatori in tal senso, anche a livello nazionale. Penso che che ci aspetti un periodo di piatta o al massimo di lieve risalita. Quel che è certo è che il comportamento dei cittadini peserà moltissimo, in questa fase. E se eviteremo gli assembramenti e porteremo la mascherina possiamo pensare a iniziare una timida discesa, altrimenti no”.
La strategia non cambia
È in ogni caso presto per cantare vittoria. Anche perché si va comunque verso i 2.400 ricoverati-Covid, considerando le 280 terapie intensive (+15).
Zaia ne è conscio e quindi ribadisce: “Sentiamo con forza la pressione sugli ospedali e continuiamo quindi con i direttori delle Ulss tutti i ragionamenti per essere sempre performanti dal punto di vista dei posti letto. Finché l’ultimo paziente non sarà dismesso, non possiamo avere nessuna certezza. In ogni caso, continuiamo a star dentro alle cifre previste dal piano: la situazione è ancora sotto controllo, grazie all’ottimo lavoro di squadra”. Anche nelle ultime 24 ore, per inciso, sono stati dimessi altri 147 pazienti, portando il totale a 5.863. Mentre sale a 105.966 il numero di positivi da inizio pandemia: 3.124 nell’ultimo giorno, ma a fronte di oltre 48.000 tamponi (molecolari o rapidi) effettuati.
I Covid-Hotel
La Regione si sta muovendo anche sul fronte dei cosiddetti “Covid-Hotel”. In Veneto, si tratta di strutture per ospitare soprattutto positivi o ex positivi che non necessitano di cure ospedaliere, potendo in teoria tornare a casa dopo un ricovero, ma non avendo al proprio domicilio idonei spazi per garantire le misure anti contagio. Si sta valutando anche l’ospitalità di eventuali sanitari che preferiscano non rientrare per qualche giorno a casa.
Il commissario Arcuri richiedeva entro oggi di comunicare l’elenco delle strutture, che in Veneto al momento sono potenzialmente una ventina.
“Noi – precisa il presidente – stiamo identificando almeno un sito per ogni Ulss, dove dovrebbe essere poi il Governo a pagare le tariffe. Del resto, ci eravamo già mossi con Federalberghi in occasione della prima ondata. La lista c’è già e la presenteremo presto”. “A oggi – ha aggiunto l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin – non ci sono comunque molte richieste di questo servizio”. Va ricordato anche che ci sono a disposizione, in caso di necessità, altri 740 posti negli ospedali dismessi, ai quali si è aggiunto nelle ultime ore Noale.
Il triste record
L’unica nota veramente negativa, nella giornata, è il record di 100 morti, che porta il totale a 2.967.
“Il dato delle persone decedute è quello che decresce per ultimo”, ha spiegato Zaia. Che ha presentato anche un dato di mortalità per fasce d’età.
Quasi l’88% dei decessi riguarda persone con più di 70 anni, con un ulteriore 7% di over 65.
Si va dal 38,3% di over 85 al 24,8% sia nella fascia tra 80 e 85 anni, sia in quella tra 70 e 80 anni.
Il dato degli over 70 si conferma anche nelle percentuali di ricoverati.