Il dibattito è aperto: nuovo lockdown sì o no? E anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha espresso la sua posizione. Che si rimette alle indicazioni degli scienziati.
Le parole di Zaia
L’impressione del presidente è quella che, al momento, quello sul lochdown sia un “dibattito da addetti ai lavori”, anche perché già tra gli scienziati non c’è una posizione uniforme.
“Non ho visto nessun dossier – ha dichiarato Zaia – con le motivazioni che porterebbero a questa decisione. Ritengo invece che se qualcuno propone un lockdown debba anticiparne le valutazioni scientifiche che ne sono alla base. Perché devi avere grandi motivazioni, quando metti in ginocchio una comunità. E un nuovo lockdown significherebbe tagliare le gambe all’economia e ai cittadini”.
La curva verso il punto zero
In altri termini, la Regione non è a priori contraria all’ipotesi di tornare alla misura più pesante.
Ci vuole però una forte motivazione di carattere scientifico.
I dati fatti registrare dal Veneto dopo il picco del 1 gennaio sembrano indicare che, nonostante il diffondersi della variante inglese, potrebbe non essere così necessario ricorrere alle maniere forti.
“Ormai – ha sottolineato Zaia – siamo a una decina di giorni dal ritorno al punto zero da cui le curve hanno iniziato a impennarsi, con una discesa altrettanto strana e inspiegabile nella sua rapidità rispetto alla salita. E ricordo che siamo stati noi i primi in Italia a sollevare il tema delle varianti. Così come sottolineo che siamo scesi da 3.400 a 1.500 ricoveri senza nessun lockdown”.
Vaccini: acquisto da parte delle Regioni?
Intanto, sul fronte della trattativa per l’acquisto di ulteriori dosi di vaccino da parte del Veneto, dopo il rinvio di Aifa alla struttura commissariale, quest’ultima ha chiesto di avviare subito una verifica formale di codici e matricole dei lotti interessati.
La disponibilità è elevata, pari a 27 milioni di dosi e al Veneto, secondo una stima, potrebbero bastarne 4 o 5 milioni. “Mettere insieme più Regioni per l’acquisto – ha commentato Zaia – potrebbe essere una soluzione. Anche perché a essere vincolati dall’ombrello europeo dovrebbero essere solo gli Stati e non le Regioni. E se suddividessimo tutte queste dosi sul territorio nazionale, si garantirebbero 2-3 mesi di vaccinazioni in tutto il Paese, cosa non da poco”.
Verso i tamponi fai da te
Zaia ha infine sottolineato che non solo una grossa multinazionale, ma anche lo stesso Veneto, hanno presentato a Roma il dossier per la validazione dei tamponi fai da te. “È impensabile – ha concluso il presidente – che di qui in futuro non ci sia il diritto di avere in tasca un test per effettuare da soli un minimo di screening. A Bruxelles, il tampone fai da te è addirittura mutuato, ma è comunque disponibile anche in farmacia. E negli Stati Uniti il test ha esordito dopo una sola settimana rispetto a quando lo abbiamo presentato noi”.