In via precauzionale, il Veneto ha deciso in questa fase di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni.
Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia, all’indomani della decisione di Ema di non bloccare il siero anti-Covid anglo-svedese e a seguito della raccomandazione giunta con la circolare del Ministero della Salute.
AstraZeneca: come funziona adesso
La circolare del dipartimento di Prevenzione regionale è già stata inviata ai direttori delle Ulss. E indica che il vaccino di AstraZeneca potrà continuare a essere utilizzato per la somministrazione alle persone sopra i 60 anni, ovviamente tranne i casi di comorbilità segnalati dai medici, i disabili e i superfragili a prescindere dalla fascia d’età. “Si tratta comunque – ricorda il presidente – di un vaccino che funziona. Lo hanno fatto anche i miei genitori, di 79 e 76 anni. E dopo la seconda dose dà una grande risposta anticorpale”.
Per chi ha ricevuto una prima dose di AstraZeneca, proprio su richiesta avanzata dal presidente del Veneto nella riunione di ieri sera col Governo, il richiamo sarà effettuato con lo stesso tipo di vaccino, a prescindere dall’età. “Se ha già fatto la prima dose – ha affermato Zaia – evidentemente non ci saranno problemi. Sempre ricordando, comunque, che si parla di problemi emersi in una dozzina di casi rispetto a milioni di vaccinazioni fatte. E che la comunità scientifica ci dice che il rischio di morire di Covid è di gran lunga superiore”.
8.000 chiamate per informazioni
La vicenda di AstraZeneca, indipendentemente dal mancato blocco, ha però sicuramente inciso sulla reputazione del siero. Nella giornata di mercoledì 7 aprile sono state oltre 8 mila le chiamate al numero verde regionale per avere informazioni in merito. “È normale – commenta Zaia – che si diffonda l’inquietudine. Noi possiamo dire solo che continueremo a fare le somministrazioni in sicurezza”.
In questa prospettiva, Zaia ha però commentato negativamente la presa di posizione dell’Ema: “Abbiamo capito che quando c’è brutto tempo evita di uscire di casa. È facile dire che decidano gli Stati membri. Noi comunque l’abbiamo fatto, visto che la nostra decisione si basa sulla pur semplice raccomandazione a utilizzare AstraZeneca sopra i 60 anni”.
La campagna vaccinale
La strategia della campagna vaccinale del Veneto, comunque, non cambia, continuando a puntare sul completamento della somministrazione a over 80 (la copertura è ora al 77%), superfragili e disabili. Si passerà poi gradualmente alla fascia 70-80, iniziando progressivamente la discesa verso i più giovani.
Nelle ultime 24 ore sono stati inoculati 34.681 vaccini, di cui 27.510 prime dosi, portando il totale oltre il milione e 65 mila somministrazioni.
La dotazione di magazzino, alla mattina dell’8 aprile, era di 68 mila dosi di AstraZeneca, 93 mila di Pfizer e 37 mila di Moderna.
Le prenotazioni
Il portale di prenotazione unica online, intanto, sta funzionando, con 115 mila prenotazioni in una settimana dall’attivazione. È bastata ad esempio la riapertura delle liste a Padova per registrarne 14 mila in una sola ora. Il sistema sta dunque reggendo, con gli informatici che stanno lavorando per sistemare alcuni aspetti critici già dalla prossima settimana. Tra questi, la previsione che la prenotazione per un disabile vale anche per i caregiver e la possibilità di autodichiarazione dello status di accompagnatori dei vulnerabili. Per i caregiver e i genitori dei disabili under 16, che non possono essere vaccinati, si sta invece lavorando perché siano i pediatri a vaccinarli.
I numeri del Veneto verso la valutazione
Tra i dati del bollettino e quelli che verranno presi in considerazione per la nuova attribuzione delle diverse regioni alle varie fasce regionali, il dato che preoccupa è intanto adesso quello delle terapie intensive, arrivate alla soglia di occupazione del 30%.
L’area non critica è al 26% (su 40), l’Rt “asseverato e confermato” è a 0,96 e l’incidenza a 160,3.
Vi è poi un 2,76% di nuovi casi sui tamponi effettuati (1.241 nuovi positivi su 44.878 test nelle 24 ore), con un calo di circa 5.000 attualmente positivi in una sola settimana (oggi sono 34.139).
I ricoveri sono in ogni caso in calo (-30 nell’ultimo giorno, per un totale di 2.268), soprattutto in area non critica (-28). Quello che è cambiato, in questa terza ondata, è però il rapporto tra ricoveri in area medica e in rianimazione. Nella prima ondata era di 6 a 1, a dicembre di 8 a 1, adesso di 5,5 a 1. “Oggi – ha spiegato Zaia – abbiamo mediamente tra gli 80 e i 100 ricoveri ogni giorno e la media di persone che finiscono in terapia intensiva è tra il 10 e il 15%, con punte del 20 in alcune Ulss”.