Dopo una prima lettera in gennaio 2022, inviata la seconda missiva a tutela degli utenti
Nel mondo del web sicuramente la privacy è uno dei temi ai quali gli utenti maggiormente tengono.
Non ne sono esclusi i social network, tra i quali WhatsApp.
Proprio a quest’applicazione è stata indirizzata una lettera sottoscritta dalla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) e dalla Commissione europea che invitano l’azienda a prendere provvedimenti per rispondere alle questioni ancora irrisolte in merito agli aggiornamenti delle condizioni di servizio e alla politica sulla privacy.
In particolare l’invito è a informare chiaramente i consumatori sulle implicazioni di tali aggiornamenti affinché possano decidere liberamente se continuare a utilizzare o meno WhatsApp.
Nella lettera si chiede anche di chiarire se l’azienda abbia entrate derivanti da politiche commerciali relative ai dati degli utenti.
E’ il secondo monito al social in questo senso. Il primo era giunto a gennaio proprio perché diversi aggiornamenti delle condizioni di servizio effettuati nel 2021 erano risultati problematici per gli utenti.
Da parte sua, WhatsApp aveva risposto di aver fornito quanto necessario ma non è bastato. Ora l’azienda avrà a disposizione un mese per dimostrare alle autorità per la tutela dei consumatori che le sue pratiche sono conformi alla normativa UE in materia degli utenti.
Il Commissario per la Giustizia Didier Reynders ha sottolineato che «WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano e come i loro dati personali sono utilizzati a fini commerciali, in particolare per offrire servizi a partner commerciali».
Recentemente la Commissione europea ha pubblicato una relazione che comprende una panoramica delle azioni a tutela dei consumatori e un’analisi delle tendenze di mercato che incidono sui loro diritti e sulle quali concentrerà le attività dei prossimi due anni.