Il bollettino: ad agosto, 24 nuovi casi e 1 decesso. 52 infettati in totale, di cui 29 in forma grave.
Nessuna segnalazione di Usutu virus
Lecce, Torino, Oristano e Forlì-Cesena dal 2 agosto, Salerno dal 6 e Cuneo dal 7.
Sono queste le 6 nuove province italiane in cui è stata dimostrata nella prima settimana di agosto la circolazione tra vettori animali del West Nile virus.
Sale così a 28, in 9 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna), il totale delle province in cui sono state riscontrate positività da infezione autoctona.
Terzo decesso e casi confermati a quota 52
Tra queste, sono stati acclarati casi anche in ambito umano a Modena (la prima, il 26 giugno), Pordenone, Taranto, Barletta-Andria-Trani, Treviso e Piacenza (l’ultima, il 29 luglio).
Dopo quelli avvenuti in Veneto e Friuli Venezia-Giulia, a inizio agosto si è inoltre verificato il terzo decesso legato all’infezione, questa volta notificato in Emilia Romagna.
I dati emergono dall’ultimo bollettino di sorveglianza integrata emesso dall’Istituto Superiore di Sanità, relativo al periodo tra il 1° e il 7 agosto 2024. In questa settimana, i nuovi casi umani segnalati sono stati 24, portando a 52 il totale, dai 28 del precedente bollettino, da maggio, quando è iniziata la sorveglianza.
I casi più gravi soprattutto a Modena
Nella maggior parte dei casi, 29, la malattia si è manifestata nella più grave forma neuro-invasiva. La provincia di Modena, con 7 casi (3 nella fascia 65-74 anni e 4 over 75), guida l’Emilia Romagna al primo posto con 13 casi, seguita dal Veneto: 8 casi totali, 6 dei quali nel Padovano (con anche 2 persone nella fascia 45-64 anni).
Sempre in Emilia Romagna, aggiunge il report, sono stati identificati tutti gli 8 casi di infezione in donatori di sangue, mentre i 15 casi di febbre, se si escludono i 2 importati da Oman e Marocco, sono divisi tra Veneto (9) e di nuovo Emilia Romagna (4).
Nello stesso periodo, conclude il bollettino, non sono stati segnalati casi di Usutu virus.
La sorveglianza veterinaria
Oltre agli esseri umani, sono sottoposti a sorveglianza anche alcuni animali.
Oltre alle zanzare, cavalli, uccelli stanziali e selvatici.
Il virus è risultato presente in 82 pool di zanzare catturate: Ferrara (16), Reggio Emilia e Modena (15) le province più interessate.
Riguardo gli animali, la circolazione del West Nile virus, lineage 1 e 2 (come appurato attraverso le analisi molecolari) è stata confermata in 7 regioni: Abruzzo, Puglia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Lombardia.
12 i casi tra gli uccelli stanziali
Sono in corso di conferma le positività segnalate in provincia di Treviso, Padova, Cuneo, Torino e Oristano. È stato invece confermato un focolaio con sintomi clinici, che ha causato anche l’abbattimento di un animale, tra i cavalli nel Leccese, mentre in nessuna azienda avicola sono state rilevate positività. Sono però 12 i casi di presenza di West Nile confermata tra uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio (9 gazze e 1 ghiandaia in provincia di Ferrara, 1 gazza nel Veneziano e 1 nell’Udinese) e 10 quelli tra gli uccelli selvatici (8 nel Ferrarese e 1 ciascuno nelle province di Ancona e Salerno).
West Nile
La West Nile, o febbre del Nilo, non si trasmette da persona a persona tramite contatto con chi ha il virus ma attraverso la puntura di una zanzara infetta.
In genere questo arbovirus colpisce in forma grave in meno dell’1% dei casi.
Negli altri genera febbre, mal di testa, nausea, vomito, ingrossamento dei linfonodi e sfoghi cutanei.
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia tra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 nelle persone con deficit immunitari.
Alberto Minazzi