Il lungo periodo di pandemia ci ha abituato a pensare per zone colorate, dal bianco al rosso, passando per giallo e arancione, a seconda dei gradi crescenti di gravità del contagio.
Sulla stessa falsariga, anche per le morti sul lavoro adesso c’è una mappa che cataloga le regioni a seconda del livello di pericolosità. L’ha realizzata, sulla base dei dati Inail, l’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering.
Le 6 regioni rosse
Nei primi 5 mesi del 2021, la media nazionale è pari a 15,8 morti ogni milione di lavoratori.
Sono 6 le regioni che presentano un indice di incidenza sugli occupati superiore del 25% rispetto alla media, collocandosi quindi in zona rossa.
Al primo posto il Molise, con 10 casi di morte sul lavoro, ma con un’incidenza sugli occupati di 94,6, poi Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania (seconda regione per valori assoluti con 38 casi) e Umbria.
Isernia, Campobasso e Pescara sono le prime tre province per incidenza.
Dall’arancione al bianco
In arancione sono invece Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Valle d’Aosta.
Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Veneto e Toscana sono gialle, mentre Sicilia, Lombardia, Liguria, Marche e Sardegna hanno le incidenze più basse, risultano bianche.
Il caso della Lombardia, dove sono avvenuti più decessi (43) sul lavoro in Italia, spiega il senso della classifica, che rapporta il totale delle morti alla popolazione lavorativa complessiva. E sono 21 le province in cui non si è verificato nessun caso di incidente mortale.
Le morti sul lavoro in Italia nel 2021
Da gennaio a maggio 2021, sono 434 le vittime sul lavoro in Italia.
Il Sud, con 114 casi e un’incidenza di 32,1, è la macro-area più interessata dal fenomeno, il centro (69 incidenti e incidenza a 9,2) è quella con incidenza più bassa.
362 incidenti mortali si sono verificati in occasione di lavoro (35 dei quali con mezzo di trasporto) e i restanti 72 in itinere (32 con mezzo di trasporto). Il saldo totale, rispetto al 2020, è sostanzialmente stabile, con un aumento di soli 2 casi. Ma la ripartenza dell’economia, a maggio, ha fatto segnare un deciso incremento, con 128 vittime in più.
L’analisi per settore, età e condizione
Il settore con più decessi (43 dall’inizio dell’anno) è quello delle costruzioni, seguito da trasporto e magazzinaggio (31) e attività manifatturiere (30).
La gran parte delle vittime in occasione di lavoro (252 su 362) avevano tra i 45 e i 64 anni, con la fascia 55-64 che incide per il 40,3% sul totale) mentre solo un decimo (36) erano donne.
asso anche il numero assoluto di lavoratori stranieri (43), con il lunedì che si è confermato il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.
Alberto Minazzi