Tra loro troviamo medici, psicologi, assistenti sociali, università, forze dell’ordine, Comuni, Città metropolitana. E ancora uffici scolastici, centri antiviolenza pubblici e privati, sindacati, istituti d’accoglienza per minori, ordini professionali di ogni tipologia. 43 soggetti sono da oggi in prima linea per aiutare le donne vittime di ogni genere di abuso.
E’ nato il Protocollo veneziano contro la violenza sulle donne, un’iniziativa voluta dall’Ulss 3 Serenissima per far rete sul territorio e contrastare il fenomeno.
La rete solidale e di aiuto
In una società ancora patriarcale sono molte le violenze che subiscono le donne.
Sono vittime di violenze fisiche, sessuali, verbali, psicologiche.
Sono spesso danneggiate da disuguaglianze economiche, sociali e di genere che non permettono loro di esprimere al massimo il loro potenziale.
Obiettivo della rete sarà quello di lavorare in primis sulla sensibilizzazione contro la violenza di genere a cominciare dalle scuole per arrivare poi a coinvolgere tutti i cittadini.
I progetti elaborati contro la discriminazione e l’abuso comprendono anche la condivisione delle procedure di accoglienza e presa in carico delle vittime e dei loro eventuali figli minori verso un percorso terapeutico.
Il nuovo protocollo promuoverà anche campagne di prevenzione e l’aggiornamento professionale all’interno degli ordini coinvolti per specializzare i lavoratori nella gestione di queste tematiche.
Il Protocollo veneziano in difesa delle donne
Tutti i soggetti che fanno parte del neonato Protocollo si muoveranno in sinergia con l’obiettivo di agire concretamente contro la violenza sulle donne sull’intero territorio dell’Azienda sanitaria.
«L’ambito di azione del Protocollo – ha spiegato il direttore dei Servizi Socio Sanitari dell’Ulss 3 Serenissima Gianfranco Pozzobon – comprende il Veneziano, il Miranese e il Clodense. Per questo serve una precisa sinergia tra tutti i soggetti coinvolti. In questo modo si potranno sviluppare strategie di intervento che permettano azioni efficaci e integrate a tutela delle donne e dei loro figli minori. Un obiettivo ambizioso ma assolutamente prioritario per contrastare la violenza di genere».
Saranno Ulss 3 e centri antiviolenza a istituire anche i futuri tavoli per rafforzare la nuova rete territoriale. Di volta in volta parteciperanno diversi soggetti aderenti al Protocollo a seconda della specifica tematica da affrontare.
I numeri del Centro antiviolenza del Comune di Venezia
Sono soprattutto donne sposate quelle che si rivolgono al Centro antiviolenza del Comune di Venezia.
Hanno per lo più un’istruzione elevata (32% diplomate alle superiori, 28% laureate) e il 73% ha un reddito proprio.
A essere maggiormente denunciata è la violenza psicologica ( 39% dei casi nel 2018) seguita da quella fisica (35%) con il convivente (coniuge o partner) quale principale autore della violenza.
Il numero di donne e minori ospiti delle Case rifugio è passato da 13 nel 2018 a 36 a fine 2019.
Con il nuovo Protocollo sarà possibile monitorare più puntualmente il fenomeno e avere dei report ciclici per studi e ricerche grazie alla raccolta e elaborazione dei dati da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’iniziativa.