Dimmi che vino bevi e ti dirò chi sei. E a New York, il Veneto lo ha ribadito 19 volte, il Trentino/Sudtirolo 6, e 5 il Friuli-Venezia Giulia.
Sono i numeri della presenza di produttori del Nordest selezionati per la tappa americana del roadshow di avvicinamento al 54. Vinitaly (10-13 aprile a Veronafiere) e di OperaWine 2022, la super degustazione (riservata a operatori del settore e alla stampa) in programma il 9 aprile che tradizionalmente farà da anteprima al Salone.
L’appuntamento di New York è stato organizzato sulla base del rinnovato e crescente interesse del mondo wine-consumer americano, interpretato da Wine Spectator, la più importante rivista di vini Usa e sicuramente la più influente al mondo, che proprio quest’anno ha allargato il suo strettissimo e ambito perimetro delle eccellenze, accogliendo ben 130 vini italiani.
La “golden list” italiana
A mettere tutti in riga è la Toscana con 36 produttori nella “golden list” a New York, seguita dal Piemonte (20) e terzo posto per il Veneto con 19 case vinicole.
A primeggiare, nelle valutazioni di Wine Spectator, sono i rossi con 97 etichette in degustazione il 9 aprile a Verona.
Tra queste si distinguono le denominazioni di Barolo (15), Brunello (13), Amarone e Chianti Classico entrambe a quota 9.
Completano il super tasting dell’Italia enoica 22 vini bianchi, 9 “bollicine” e 2 vini dolci/passiti.
Da Nord a Sud, sono nove le “matricole” di OperaWine 2022, mentre sono 21 quelle presenti fin dalla prima edizione (nel 2012).
Un ampliamento della scelta operata da Wine Spectator testimonianza, nelle parole di Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere, “della costante crescita qualitativa del vino italiano sullo strategico mercato americano. Al prossimo Vinitaly, oltre alla fondamentale partnership con Wine Spectator per OperaWine, il focus inaugurale sarà dedicato al nostro primo mercato al mondo e al Canada”.
Cresce l’export dei vini italiani negli Usa
I grandi numeri del vino italiani sono la sorprendente novità del 54.Vinitaly, il primo vero appuntamento successivo al picco della pandemia (cancellato nel 2020 e con la formula Special Edition ristretta, nel 2021). E sono numeri di grande impatto, se si pensa alle condizioni in cui anche il mondo del vino ha operato negli ultimi due anni.
Limitandoci al mercato Usa, l’export, secondo il rapporto Uiv-Vinitaly, ha brillantemente superato la fase più difficile del Covid, con un incremento (in valore) nel 2021 del 26% sul dato del 2020. Ma anche superando del 14% quello del 2019, ultimo anno “normale”.
Giovanni Mantovani vede una prospettiva positiva, nonostante i venti di guerra e la politica delle sanzioni alla Russia, altro mercato molto importante.
“L’Italia, con la Francia – dice -si conferma produttore di riferimento con quasi il 30% del mercato di vini di importazione in Usa e un balzo a valore del 18%, a 2,26 miliardi di dollari”.
Gli incontri orientati al Business-to-Business
Non casuale sarà quindi il focus inaugurale di Vinitaly 2022 dedicato proprio al primo mercato per il vino Made in Italy, gli Stati Uniti d’America e il Canada.
“Lo si può già considerare un evento nell’evento – annuncia Mantovani – Saranno quattro giorni full immersion orientati al Business-to-Business per i quali ha già dato la propria adesione un consistente e inedito numero di buyer”.
I prossimi incontri internazionali in calendario per sensibilizzare i principali mercati di esportazione del vino italiano in preparazione al Vinitaly 2022 saranno a Londra, la prossima settimana e il 17 marzo in Germania. Seguiranno alcuni incontri specializzati a Verona per poi arrivare al taglio del nastro dell’atteso “rinascimento” di Vinitaly.
Agostino Buda