La data precisa non si conosce. L’anno, il 1719, sì. Villa Widmann Rezzonico Foscari di Mira, uno dei gioielli della Riviera del Brenta, compie 300 anni.
E si è scelta convenzionalmente la data del 1 marzo, il primo giorno dell’anno secondo l’antico calendario della Repubblica di Venezia, per l’anniversario della costruzione. Che, per questo importante traguardo, sarà festeggiato con qualche giorno d’anticipo, domenica 16 febbraio.
I festeggiamenti di villa Widmann
Dalle 10 alle 16, è stato organizzato da Città Metropolitana (proprietaria della villa) e San Servolo servizi (che la gestisce) un fitto calendario di attività e iniziative per festeggiare anche il carnevale. In programma, due visite teatralizzate (alle 10.30 e alle 14.30) due laboratori didattici sulla maschera veneziana per i bimbi dal 4 ai 10 anni (sempre alle 10.30 e alle 14.30) e due passeggiate nel giardino storico e parco monumentale (alle 12 e alle 15.30). Le attività e le degustazioni (l’aperitivo “Rosa e rosoli” alle 12.30 e la cioccolata calda alle 16.30) sono tutte a ingresso libero, previa prenotazione.
Sarà gradito l’abbigliamento a tema settecentesco. Le atmosfere dell’epoca rivivranno anche nei ricordi degli attori dell’Atelier Carronavalis e dell’architetto paesaggista Matteo Furian, dedicati alle origini della residenza, alla composizione del giardino storico e del parco monumentale. Inoltre, si ricorderanno usi e costumi delle famiglie che vi hanno abitato e dei loro illustri ospiti.
La villa
Oggi Villa Widmann è punto informativo IAT, location per eventi di vario genere e meta di tour guidati. Registra oltre 30.000 presenze l’anno.
Collocata lungo le anse del Brenta, praticamente a metà strada tra Venezia e Padova, è uno dei gioielli del tardo barocco veneziano.
Fu fatta costruire dalla famiglia senese Tornimben, passò poi ai nobili veneziani di origine persiana Serimann, fu ampliata dal duca milanese Gabrio Serbelloni e rimodernata in stile rococò di gusto francese, a metà Settecento, dalla famiglia Widmann . Messa all’asta nel 1883, dopo alcuni passaggi di proprietà è tornata a metà Novecento alla famiglia Widmann e ora è di proprietà della Città Metropolitana di Venezia, che l’ha nuovamente restaurata. L’intervento, oltre a ripristinare la fruizione della villa, ha introdotto anche diverse dotazioni tecniche.
Le meraviglie di villa Widmann
A comporre il complesso, insieme alla casa dominicale, sono la barchessa, le serre, l’oratorio, il giardino storico e il parco monumentale. Quest’ultimo, a nord della villa, comprende sei statue a soggetto mitologico in pietra tenera, un laghetto e un gazebo, oltre a una rigogliosa vegetazione di tigli, cipressi e ippocastani.
L’oratorio gentilizio, collocato sulla destra del complesso, dopo il porticato della Barchessa, è stato a sua volta restaurato nell’Ottocento e conserva le spoglie di Elisabetta e Andrianna, le Widmann che amarono di più la vita nella villa.
La barchessa circonda un campiello in stile veneziano con una vera da pozzo.
All’interno, il salone princiapale è stato affrescato da Giovan Battista Tiepolo, che vi ha realizzato il Trionfo di Zefiro e Flora.
Venezia nelle forme e nei dettagli
Venezia è presente con i suoi lampadari in vetro di Murano, i suoi tendaggi, la sala interamente dedicata alla gondola e al lavoro delle maestranze e il leone minaccioso all’ingresso. D’altra parte, come il nome della villa sottolinea, furono soprattutto i Widman a viverla dandovi feste e accogliendo numerosi ospiti, mentre per i Serbelloni, signori di Milano, rappresentò per lo più una necessaria sosta dal lungo viaggio in carrozza per arrivare a Venezia.
Elisabetta e Andriana Widmann
Elisabetta Widmann, vedova di Lodovico V, era una dama della Croce stellata e tanto amò la villa sulla Riviera del Brenta da chiedere espressamente di esservi sepolta.
Lo stesso fece Andrianna, la figlia, donna di grande cultura e di grande cuore che non lesinò di donare numerosi libri della propria biblioteca privata per favorire il nuovo progetto della “Società per la lattura popolare in Venezia”, prima forma di biblioteca ambulante. Andrianna lasciò la villa in eredità ai nipoti con l’usufrutto per suo fratello Abbondio, la cui figlia Elisabetta sposò Piero Foscari. Capitano di vascello, Piero Foscari abbandonò la Marina per dedicarsi all’imprenditoria e alla politica. Ammirava D’Annunzio e lo ospitò diverse volte nella villa di Mira. La villa rimase ai Foscari (dopo Piero ed Elisabetta fu la volta del loro figlio Lodovico e della contessa Thea, nota pianista dell’epoca) fino al 1970, quando fu venduta a Settimio Costanzo. Nel 1984, all’asta per il fallimento dell’ultimo proprietario, fu aquisita dall’allora Provincia di Venezia, alla quale (Città Metropolitana) ancora appartiene.