La siccità incombe: le città rispondono all’emergenza con le buone pratiche
I primi tagli, sono arrivati.
Molti comuni delle città italiane stanno provvedendo, in queste ore, a emanare delle ordinanze che raccomandino ai cittadini delle buone pratiche da adottare per limitare il consumo dell’acqua.
In alcuni casi, si va al di là della raccomandazione e si stabiliscono divieti.
A Vicenza, per esempio, il contenimento del consumo di acqua potabile prevede che non si possa usarla per lavare i viali di casa, per riempire le piscine private e per lavare le automobili.
E’ garantito il lavoro dei centri di autolavaggio, ma non sarà possibile, quanto meno fino al 31 agosto, provvedere autonomamente.
L’ordinanza comunale prevede anche il divieto di annaffiare giardini e orti dalle sei del mattino a mezzanotte.
Anche in questo caso, per non danneggiare le attività, c’è una deroga per agricoltori e floricoltori regolarmente iscritti alla Camera di Commercio.
Le fontane potranno funzionare solo se provviste di dispositivi di autoriciclo.
Il governo verso un decreto
Le misure adottate a Vicenza, così come molte raccomandazioni e divieti di altri comuni, soprattutto del Piemonte e della Lombardia, dove la siccità è sentita maggiormente, preannunciano un iter che sta interessando anche il governo, secondo il quale ci sono le condizioni per decretare un nuovo stato di emergenza.
Insieme alla protezione civile, infatti, l’esecutivo sta lavorando a un decreto che, a partire probabilmente dal mese di luglio, stabilirà una serie di interventi utili per far fronte al problema della scarsità d’acqua.
Tra le ipotesi al vaglio, un blocco dell’erogazione di acqua potabile nella notte o il divieto di utilizzarla dalle 22:00 alle 6 del mattino, lo stop delle fontane e il divieto di riempire le piscine. Non è escluso, soprattutto perché già sette centrali sono state chiuse provvisoriamente, anche un’interruzione delle attività dell’industria idroelettrica.