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Storie e volti della Vicenza del '500: Archiporto e il Castello di Thiene

Storie e volti della Vicenza del '500: Archiporto e il Castello di Thiene

Rendere pubbliche le memorie familiari superando la dimensione privata e intima.
Digitalizzare, conservare, mettere in rete e valorizzare questi dati, patrimonio, identità ed espressione di un territorio per aprirsi ad un pubblico di appassionati di storia ma anche di semplici curiosi.
Tutto questo è Archiporto, progetto pilota che renderà accessibile l’archivio storico del Castello di Thiene, in provincia di Vicenza con innovative caratteristiche peculiari, applicabili, in futuro, anche ad archivi appartenenti ad altre realtà storico/artistiche italiane.

Castello di Thiene

Una archivio atipico, in grado di trasformarsi anche in gioco

“Archiporto: Narrazione, Comunità, Territorio è un progetto pilota che propone un nuovo tipo di approccio al concetto di fare archivio. Siamo riusciti a mettere insieme diverse competenze: restauratori, paleografi, storici, archivisti ed esperti in comunicazione supportando l’iniziativa con progetti fuori dal comune come un card-game e una installazione artistico sonora – spiega Francesca di Thiene, co-curatrice dell’archivio del castello di Thiene, recentemente entrato a far parte della rete degli Archivi Vicentini -. Questo per avvicinare il pubblico al mondo degli archivi rendendo fruibili a tutti le memorie familiari che di norma sono un patrimonio privato ma sopratutto sono espressione di identità di un territorio”.

Attraverso le memorie familiari un quadro complessivo della storia del territorio

La sfida di Archiporto è aprire e interrogare un archivio “fatto di passato” per completare con informazioni, dettagli, curiosità storiche, che prima erano nascoste nei cassetti di famiglia, il quadro complessivo della storia del territorio, in questo caso quello della città di Thiene.
“Tra i motivi di interesse di questa documentazione c’è innanzitutto l’estensione cronologica – stiamo parlando di pergamene e carte di un periodo compreso tra l’XI e il XIX secolo. Ma soprattutto, l’archivio conserva dati preziosi sulla relazione tra ambiente, uomini e paesaggio che sono fondamentali per rinsaldare legami comunitari e incentivare lo sviluppo economico di un territorio”, aggiunge Francesca di Thiene.

Castello di Thiene
Francesca di Thiene, compropietaria del Castello

I personaggi del Castello di Thiene

Archiporto ha anche un lato ludico. Si tratta di un card-game disegnato da uno dei migliori illustratori italiani, Giordano Poloni che ha dato volto e corpo alle figure storiche del Castello di Thiene, sottolineando la straordinaria modernità dei personaggi del ‘500 con dettagli ultra attuali.
Già disponibile per il download gratuito nel sito www.archiporto.it, è composto da 14 card personaggi, 8 card imprevisti e un libretto di istruzioni per giocare da soli, con i figli, con gli amici, in azienda per stimolare leadership e risoluzione dei problemi, con studenti delle scuole di ogni grado.

Le voci del Castello di Thiene

Archiporto è anche un’installazione artistico sonora, creata dal sound designer Nicola Di Croce. “Siamo le voci di dentro“, già da oggi disponibile sulla pagina Facebook di Archiporto, è nata da un testo ideato e scritto da Federica Iacobelli e Mirella Mastronardi e si sviluppa nelle scuderie del Castello di Thiene.
Vengono proposti frammenti di storie dei protagonisti che hanno attraversato il castello fin dalla sua fondazione: aneddoti e brevi descrizioni, un racconto corale, quasi fantasmatico, in cui le voci dei personaggi si intrecciano tra loro, quasi perdendo i propri connotati.
A partire dal prossimo anno l’installazione sonora sarà inserita anche nelle offerte della visita in presenza al Castello di Thiene, e tutti i visitatori che accederanno alle scuderie potranno ascoltare dal vivo i racconti e gli aneddoti di “Siamo le voci di dentro”.

La magia del Castello di Thiene

Il castello di Thiene, edificio gotico del XV secolo, sorto nel vicentino ad uso di dimora civile, rappresenta uno straordinario esempio di villa veneta pre-palladiana, un esemplare unico nel suo genere, sia per caratteristiche architettoniche che per destinazione funzionale, caposaldo nell’evoluzione delle ville venete.
Il Castello oggi si inserisce in un contesto completamente urbanizzato nel cuore del centro storico di Thiene, di cui è il simbolo.
Le cinta di mura e gli ampi portoni sagomati a torre merlata, separano 12.000mq di verde dalle pubbliche vie.
Sul retro dell’edificio si sviluppa un grande parco la cui attuale configurazione a “giardino romantico” è il risultato della trasformazione tardo ‘800 su probabile progetto di Antonio Caregaro Negrin.

Antiche stanze conservano il passato

Le sale del castello conservano intatti affreschi, mobilio e quadri d’epoca mantenendo inalterato il suo carattere originale. Su richiesta è possibile visitare anche le camere da letto dove sono conservati oggetti d’uso quotidiano, cappelli, capi di abbigliamento, ombrelli e accessori vari; inoltre una raccolta di borsette composta da 29 esemplari, collocabili dalla fine del XVIII secolo fino agli anni ’40.
Richiedendo la visita al parco si può accedere anche a uno dei tre sotterranei realizzati da Francesco Porto nei primi decenni del XVI secolo per raggiungere più agevolmente le proprietà limitrofe. Al suo interno troviamo la ghiacciaia, una grande cisterna a forma sferica che serviva per la raccolta e conservazione del ghiaccio anche durante i mesi estivi; tre stanze, disposte a quarto di cerchio, fungevano da celle frigorifere per la conservazione di salumi, carne, vini ecc.
Sono costruzioni frequenti in tutta Italia, con varie forme e tipologie; spesso se ne ignora l’esistenza ma hanno avuto un ruolo fondamentale nella raccolta e conservazione del ghiaccio naturale fino all’avvento dell’elettricità e dei frigoriferi. Oltre alla scuderia, l’ambiente più singolare e sfarzoso di tutto il complesso monumentale, si può visitare, su richiesta, anche il piccolo complesso monumentale della chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine con oratorio, sagrestia e casa del cappellano.

Claudia Meschini

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