Venezia avvia la transizione energetica nelle fornaci di Murano
Un rifornimento di idrogeno derivante da fonti rinnovabili darà il via alla sperimentazione della produzione del vetro con fonti alternative nelle fornaci di Murano.
Una vera e propria rivoluzione per un settore energivoro che la crisi energetica da un lato e l’obiettivo della decarbonizzazione dall’altro hanno spinto a tentare la svolta.
Il protocollo d’intesa è stato firmato, ora inizia la fase concreta di un progetto che mette insieme il meglio della tradizione vetraria italiana e le più innovative tecnologie volte alla transizione energetica.
Il vetro dalla combustione a idrogeno
Concretamente, miscele variabili di idrogeno e gas metano andranno ad alimentare un forno fusore di prova per verificare se la combustione a idrogeno verde possa essere la risposta alle esigenze delle fornaci artistiche di Murano, alle prese con costi di produzione divenuti insostenibili e al processo di decarbonizzazione alle porte.
La fabbricazione del vetro è energivora e non elettrificabile.
Ma dall’idrogeno potrebbero arrivare risultati sorprendenti.
La transizione energetica nelle fornaci di Murano
“L’impennata dei costi dell’energia e l’incertezza dettata dai nuovi scenari geopolitici stanno portando le aziende del vetro a individuare e utilizzare combustibili da fonti rinnovabili alternative. La firma di questo protocollo d’intesa rappresenta un importante passo in questo senso – spiega la Presidente della Sezione Vetro di Confindustria Venezia Martina Semenzato –. Lo studio che avvieremo con la Stazione Sperimentale del Vetro e con Hydrogen Park, infatti, ci permetterà di valutare la fattibilità di una transizione tecnologica ed energetica all’interno delle fornaci muranesi, per poter tornare a guardare il futuro con fiducia”.
Meno emissioni, meno costi
All’interno della Stazione sperimentale del Vetro, dunque, sarà avviato un processo che poi potrebbe esser allargato non solo a tutte le fornaci muranesi ma all’intera produzione industriale del vetro, che fa dell’Italia il secondo produttore in Europa.
Con buona pace per le emissioni di CO2 che attualmente ne derivano (si stima attorno a 1.500.000 tonnellate all’anno), che sarebbero notevolmente ridotte e con costi energetici sostenibili.
A mettere a disposizione l’idrogeno verde sarà Hydrogen Park, che nell’area di Porto Marghera ha realizzato un impianto di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da rinnovabili.
Una trasformazione del tessuto economico, il mantenimento della tradizione vetraria
“È per noi motivo di orgoglio poter garantire il primo approvvigionamento di idrogeno al sistema industriale del vetro muranese – dichiara il Presidente di Hydrogen Park Andrea Bos –. Questo protocollo d’intesa consente di valorizzare la capacità produttiva e artistica di Venezia, applicando la strategia energetica europea e mettendo a frutto il know how del Consorzio per l’idrogeno. L’obiettivo è favorire la trasformazione del nostro tessuto economico preservando, al tempo stesso, la specificità dei processi industriali e l’antica tradizione vetraria locale. La sperimentazione di forni a idrogeno derivante da fonti rinnovabili e idrometano favorirà la decarbonizzazione e la sostenibilità del settore”.
Un futuro sostenibile
La Stazione Sperimentale del Vetro, centro di ricerca di respiro internazionale di fatto già attivo fin dal 1956, sarà il fulcro di tutto questo.
“La produzione di vetro artistico Muranese si trova oggi di fronte a una sfida di portata epocale – – rileva il Direttore Generale di SSV, Stefano Manoli –. Traghettare le vetrerie Muranesi verso un futuro pienamente sostenibile sarà possibile solo attraverso uno sforzo congiunto tra realtà produttive, istituzioni del territorio e centri di ricerca, volto a promuovere l’adozione di tecnologie green, come la combustione di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili”.
Consuelo Terrin