L’analisi di Coldiretti, impegnata a piantare 60 mila alberi nel 2023: appena 32,5 metri quadri di verde per ogni italiano
Da 10 anni, a partire dal 2013, l’Italia ha istituito, con una legge apposita, la giornata nazionale dell’albero (21 novembre) per valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo e ricordare il ruolo fondamentale ricoperto da boschi e foreste.
Un appuntamento in occasione del quale Coldiretti ha fatto il punto sul tema della disponibilità degli spazi di verde urbano. Che sono ancora troppo pochi, appena 32,5 metri quadrati pro capite, rispetto a quel che, nell’analisi dei coltivatori diretti, servirebbe per mitigare gli effetti dell’emergenza climatica, tra alluvioni e ondate di calore, oltre a rompere l’assedio dello smog nelle città.
Nuove foreste nelle città
Non a caso, l’associazione, insieme a Rete Clima, si è impegnata a piantare e curare, nel 2023, 60 mila alberi, proprio per mettere a disposizione nelle città aree dove creare nuove foreste urbane, per aumentare la naturalità dei territori e le connessioni ecologiche locali, favorire la biodiversità, ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria, ridurre le temperature e proteggere dalle ondate di calore che mettono a rischio la vita degli anziani.
Il problema delle grandi metropoli
Se, in generale, la carenza di spazi verdi interessa gran parte del territorio italiano, il problema è molto più elevato nelle grandi metropoli.
La situazione più critica, in tal senso, riguarda Bari, dove i metri quadrati di verde pro capite sono appena 9,4, mentre a Firenze si sale a 25,4, comunque sotto la media nazionale. In mezzo, in ordine crescente, si posizionano Palermo (12 metri quadrati), Napoli (13,5), Roma (16,9), Milano (18,5), Bologna (22,1) e Torino (23,7).
Il verde urbano contro l’inquinamento
Dal punto di vista dell’inquinamento, evidenzia un’analisi di Coldiretti, una pianta adulta è in grado di catturare tra 100 e 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica all’anno. E i principali alberi e arbusti antismog sono la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino.
Gli alberi condizionatori d’aria naturali
Quanto alle temperature, un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone senza piante o ombreggiature verdi, grazie sia all’ombreggiatura che creano gli alberi, sia alla traspirazione e fotosintesi del fogliame.
Un’area verde urbana, insomma, è una sorta di grande condizionatore naturale: 1500 metri quadrati raffreddano in media 1,5 gradi e propagano effetti positivi a decine di metri di distanza.