Niente plastiche per Venezia.
A impedirlo, il nuovo regolamento comunale.
Lo stop alla plastica è iniziato a partire dai coriandoli.
Nel febbraio scorso un’ordinanza del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro impediva per la prima volta l’uso, in città, di stelle filanti e pallini colorati non naturali, pena il sequestro e una sanzione dai 25 ai 500 euro.
Poi è arrivato il no secco dei gondolieri alla proposta, arrivata da un cantiere di Brindisi, di acquistare scafi di gondole in vetroresina. Quasi un’offesa per gli addetti del settore, che comunque hanno motivato il loro disinteresse anche adducendo il regolamento comunale.
Il divieto di utilizzare scafi in plastica per i gondolieri è infatti sancito nero su bianco.
“Per noi solo barche tradizionali e costruite dai nostri artigiani”, ha così risposto l’Ente Gondola a chi, non conoscendo probabilmente la città, pensava di aver offerto un affare.
Ora è stop anche ai piatti, alle posate e ai bicchieri in plastica monouso.
Bar e ristoranti avranno due anni di tempo per organizzarsi ma il 2021 deve trovarli pronti.
Sarà possibile utilizzare solo oggetti biodegradabili, così come biodegradabili dovranno essere i sacchetti forniti ai clienti per contenere gli eventuali residui del pasto.
Venezia dice “no alla plastica”
Venezia dunque si dichiara #plasticfree.
In quanto città d’acqua, più di altre risente del rischio d’inquinamento ambientale.
Come ha rilevato l’ordinanza di Carnevale sui coriandoli, il rischio che plastiche e microplastiche finiscano in laguna è molto elevato.
Basta un soffio di vento perché vadano a contaminare l’habitat naturale e perché entrino anche nella nostra catena alimentare.
Vongole veraci, cappe, telline e cozze, seppie e branzini, come tutti gli altri pesci, animali e alghe che vivono in laguna, devono essere tutelati.
Venezia e la sostenibilità
Il nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana varato dal Comune pone Venezia tra le città più attente alla sostenibilità ambientale.
Messi al bando i prodotti usa e getta, favorendo la raccolta differenziata dei rifiuti con l’introduzione del porta a porta, puntando sulla riconversione di Porto Marghera in ottica green e alimentando i suoi mezzi pubblici con carburante biodiesel realizzato con l’olio usato raccolto nei ristoranti, partecipa alla transizione europea verso l’economia circolare.
Venezia e i progetti europei per la tutela del mare
Gli oggetti di plastica rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa.
Non è indifferente a questo una città marinara e turistica come Venezia, che ha aderito recentemente anche al progetto NETWAP il cui obiettivo è migliorare la qualità dell’ambiente marino nei territori dell’area di cooperazione Italia-Croazia.
«L’economia circolare è un volano per difendere il mare dalle aggressioni dei rifiuti che stanno compromettendo gli equilibri della natura – afferma Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto – Un equilibrio delicato che deve essere rispettato per la salute delle persone e dei luoghi. E’ un nostro dovere difendere il mare e le coste e al contempo offrire siti turistici in sintonia con la natura. E’ chiaro che non si deve agire solo sul danno, ma creare una nuova cultura dei processi di gestione dei rifiuti per elaborare approcci più sostenibili ed eco-compatibili sin dalla fonte».
Il partenariato internazionale vede coinvolti Comune di Zara, Cistoca, Istituto Ruder, Unioncamere del Veneto, Fondazione Fenice, GAL verso il 2000, ENEA.
Troppe sono le bottigliette d’acqua di plastica che galleggiano tra i Canali e Rii…un grave fenomeno evviene per causa dei Padroni dei cani …raccolgono le Feci dei lori Cani ..chiudono il sacchetto di plastica e lo gettano nei rii..lasciando il contenuto galleggiare ed imputridire per molto tempo…una Vergogna educativa..Grazie..ak.
la veritas dovrebbe dimostrare il risultato del riciclo plastica riciclata per esempio tappare le buche mobili giochi panchine