«Le statistiche dicono che la nostra produzione pro capite è molto alta, ma se producessimo davvero oltre 600 chili di rifiuti a testa, saremmo tutti obesi. Dunque, sui consumi complessivi incide la mobilità turistica, stimata in 25 milioni di presenze in città e 41 milioni sui litorali. Significa che i residenti in quest’area sono tutto sommato in gamba».
Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, lo sottolinea con i dati: il primato dei veneziani nella raccolta differenziata nasce proprio dalla loro virtuosità.
«C’è un’iperproduzione di rifiuti – spiega Razzini – ma i veneziani, da soli, producono 150/160.000 tonnellate di rifiuti l’anno: un dato di tutto rilievo, che li pone ai vertici. Le famiglie non pagano molto di più rispetto ad altre parti d’Italia: più del cinquanta per cento del costo del servizio grava sulle partite Iva». Razzini ricorda poi che «a Venezia centro storico e isole, i nostri operatori sono presenti tutte le mattine a raccogliere i rifiuti, con qualunque tempo o condizione di marea, garantendo un servizio molto capillare e frequente. Se ci limitassimo ad una raccolta solo tre giorni alla settimana, in città si creerebbero grossi problemi».
E, dunque, si guarda avanti: «Progetti? Innanzitutto, completare a Venezia la raccolta differenziata negli ultimi sestieri e nelle ultime tre isole da finire (a Cannaregio la raccolta porta a porta è iniziata il 19 dicembre, ndr): un obiettivo che ha un orizzonte temporale di un paio d’anni. E poi ci sono una serie di progetti su Mestre che sono attualmente al vaglio dell’Amministrazione».