Non solo turismo: Venezia investe in scienza, biodiversità e innovazione, aprendo nuove prospettive per i giovani e lo sviluppo locale
Venezia guarda al futuro puntando su scienza, ricerca e innovazione.
La città non è solo turismo, ma sempre più anche un centro vitale per la conoscenza e la divulgazione scientifica.
Ne sono esempio i prestigiosi atenei Ca’ Foscari e Iuav, il progetto per trasformare l’ex Ospedale al mare del Lido in un polo internazionale di eccellenza sanitaria, e l’Ospedale IRCCS San Camillo, già riconosciuto a livello globale per la neuroriabilitazione motoria e cognitiva, che ospita dallo scorso anno una nuova facoltà di Medicina e Chirurgia.
Ora Venezia si prepara ad affrontare una nuova sfida: lo studio della biodiversità.
Un progetto ambizioso guidato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dal valore di circa dieci milioni di euro, che porterà in città settanta ricercatori e creerà 600 nuove opportunità di lavoro in tutta Italia.
“Gateway della biodiversità”: una nuova frontiera della ricerca e nuove opportunità di lavoro
Il “Gateway della biodiversità” è una piattaforma per ora virtuale, ma dalla prossima primavera avrà anche una sede fisica a Venezia, in Riva Sette Martiri, dove ha già casa il CNR, che punta a mettere in contatto la comunità scientifica che si occupa di biodiversità con il sistema delle imprese, le pubbliche amministrazioni e il pubblico in generale.
Come spiega il direttore dell’Istituto di Scienze marine CNR Mario Sprovieri per questo progetto sono già stati assunti 20 giovani ricercatori e sono stati coinvolti duemila studenti veneziani con il Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue per fare ricerca di biodiversità in Laguna.
In calendario vi sono altri progetti in città: a marzo una Classe per docenti di biologia a San Servolo, una invernale per parlare di biodiversità e scienze umane.
“Si tratta di un investimento importante che testimonia la forza di un rapporto che Venezia ha assunto negli anni con CNR e UNESCO – precisa l’assessore all’Ambiente del Comune Massimiliano De Martin -. L’investimento nella ristrutturazione della sede storica e nelle assunzioni con il progetto “Gateway” fanno capire che c’è una chiara volontà di rimanere a Venezia e di rafforzare proprio qui la presenza scientifica nel lungo periodo. Le politiche che hanno firmato CNR e UNESCO sono legate alla alfabetizzazione del mare ma anche il Comune di Venezia sta portando avanti, proprio con UNESCO il progetto Sea Beyond con i bambini delle scuole materne che partecipano alla conoscenza della Laguna e le sue biodiversità e il centro Maree collabora quotidianamente con l’Istituto di Scienze marine”.
Venezia e la ricerca, una storia che continua e guarda al futuro
Nel capoluogo veneto d’altra parte già fa tempo si sta sviluppando l’economia della ricerca.
L’Ismar CNR, l’Istituto di Scienze marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più diffuso tra quelli dell’Ente con sette sedi, tra le quali quella di Venezia che si trova all’interno dell’Arsenale. Qui in team multidisciplinare di ricercatori studia innanzitutto l’evoluzione storica del territorio costiero per comprendere gli impatti antropici recenti come del passato, si effettuano ricerche sulla morfologia del fondo oltre che studi oceanografici per la misura delle correnti e di modellistica e predisposizione sia della circolazione della laguna e della sua interazione con il bacino, sia delle acque alte.
E non è un caso se Venezia in città unica tra terra e mare con le sue fragilità, si sia candidata a diventare Capitale Mondiale della Sostenibilità ambientale costituendo la Fondazione omonima. L’Istituzione intende risolvere i problemi storici della città sul fronte normativo, economico e sociale in un contesto di “green deal” e neutralità climatica e punta a creare un nuovo modello che partirà dalla laguna per poi esportarlo al resto del pianeta.
Silvia Bolognini