Il bando per 390 approdi premia la sostenibilità: barche elettriche e ibride in crescita. 290 su 1885 richieste
Se ne parla da parecchi anni e, passo dopo passo, il futuro della navigazione nelle acque del capoluogo lagunare guarda sempre più in direzione della sostenibilità ambientale. A dirlo è il bando per l’assegnazione di 390 nuove concessioni acquee, così come si chiamano gli approdi dedicati. Il 15,38% delle richieste di posti barca presentato riguarda imbarcazioni elettriche .
Un dato significativo, che evidenzia come la navigazione, a Venezia, stia cambiando.
L’assegnazione premia la sostenibilità: verso emissioni zero
Nel bando per le nuove “concessioni acquee” appena concluso sono state presentate domande di posto barca da 2.270 residenti e 86 non residenti e 46 onlus. Guardando alla propulsione vi sono 517 richieste per barche a remi, dunque a emissioni zero. Per quelle a motore ad avere ibrido o elettrico sono appunto 290 su 1.885.
Nel bando che assegna le concessioni, la riduzione delle emissioni ha una particolare attenzione.
La scelta ibrida ed elettrica sarà premiata infatti con 5 punti aggiuntivi.
Saranno invece penalizzate le barche con motori più vecchi, che inquinano di più: in questo caso ci sarà così una riduzione dei punti a seconda degli anni dall’immatricolazione.
Obiettivo navigazione più silenziosa
Proprio per individuare un innovativo sistema di propulsione a idrogeno fuoribordo che renda il trasporto acqueo in laguna più silenzioso e sostenibile è nato il progetto dell’Università degli Studi di Padova e Ca’ Foscari di Venezia “Impronta-0”, coordinato dal Dipartimento Ingegneria Industriale UNIPD. Il sistema propulsivo del progetto basa il proprio principio di funzionamento sull’effetto di azione e reazione, nel quale la spinta necessaria a muovere l’imbarcazione è il risultato della reazione alla forza generata dall’espulsione di un getto d’acqua. Per effetto della presa di aspirazione l’acqua viene convogliata all’interno del propulsore dove la girante interna trasferisce l’energia fornita dal motore al fluido. L’acqua ad alta pressione infine viene accelerata ed espulsa dall’ugello generando la spinta.
Il responsabile scientifico del progetto, Ernesto Benini dell’Università di Padova, spiega che rispetto alle comuni eliche, l’architettura del sistema lo rende estremamente silenzioso e senza vibrazioni e può essere facilmente accoppiato con motorizzazioni elettriche o ibride, necessarie per una navigazione pulita e a basso impatto. Inoltre a differenza dei tradizionali idrogetti, questo propulsore presenta una conformazione interamente fuori bordo e può essere facilmente installato sulle imbarcazioni che navigano nella laguna veneziana senza apportare modifiche agli scafi.