L’Acqua Granda, l’eccezionale marea a Venezia che nel 2019 l’aveva duramente colpito, invadendo il piano terra è rimasta solo un brutto ricordo.
Ma ci sono voluti due anni per arrivare di nuovo alla riapertura.
Riapre in tutto il suo splendore Palazzo Pesaro degli Orfei, casa-atelier dell’artista Mariano Fortuny. E diventa Museo permanente che sarà ufficialmente inaugurato il 12 e 13 marzo con due giornate a ingresso gratuito, previa prenotazione obbligatoria sul sito dei Musei Civici di Venezia.
La nuova luce del Museo
Ci sono voluti impegnativi lavori di restauro e messa in sicurezza, seguiti dal Comune di Venezia e dall’Ufficio Tecnico e Manutenzioni della Fondazione MUVE e finanziati tramite Art Bonus, ma ora il Museo è stato restituito alla città in una luce tutta nuova.
Attraverso le splendide sale del Palazzo si possono ammirare dipinti, abiti, tessuti, colori e tinture, archivi fotografici sapientemente illuminati per creare una suggestiva atmosfera che riporta indietro nel tempo.
Oltre a opere della collezione personale, documenti e brevetti.
Un insieme che richiama alla memoria l’anima di Mariano Fortuny, il poliedrico artista che qui visse insieme alla moglie Henriette Nigrin e morì nel capoluogo lagunare nel 1949.
Il Museo è stato completamente riorganizzato ed è ora visitabile tutto l’anno con un percorso permanente e come sede espositiva di mostre temporanee dedicate alla contemporaneità.
L’allestimento degli ambienti
Il riallestimento del percorso espositivo è stato curato dal regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi in senso filologico. In questo modo in ciascun ambiente di palazzo Pesaro degli Orfei ogni elemento fa rivivere la memoria del talentuoso Mariano Fortuny.
La luce è stata un elemento prezioso per rivelare spazi nuovi in cui è stato ricostruito il modo di vivere dell’artista spagnolo che fu pittore, scultore, fotografo, ma anche scenografo, costumista e illuminotecnico, cercando di mettere in mostra la curiosità che l’ha spinto a sperimentare.
Le due giornate inaugurali saranno anche l’occasione per presentare, per la prima volta al pubblico, in esposizione temporanea, la collezione Panza di Biumo, donazione ricevuta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia di un nucleo di opere di artisti americani del XX secolo. E l’obiettivo di MuVe è anche quello di aprire la rinnovata sede museale alle attività educative per bambini.
La storia di Palazzo Fortuny
Costruito a metà del Quattrocento, il gotico Palazzo si affaccia su campo San Beneto. Nel corso dei secoli è stato ampliato e trasformato.
Nel 1898, Mariano Fortuny, che lo scoprì in uno stato di degrado, si stabilì nella grande stanza del sottotetto, che diventò lo studio per le sue sperimentazioni artistiche e scenotecniche.
Negli anni successivi iniziò il recupero della struttura acquisendo altre parti dell’immobile, fino a dare vita, assieme alla moglie Henriette, al primo laboratorio per la stampa su tessuto nel 1907.
In due anni due piani del palazzo diventarono atelier per la creazione di abiti e tessuti in seta e velluto.
Dopo la morte di Fortuny nel 1949, nel 1952 il Palazzo fu donato al Comune di Venezia che ne entrò in pieno possesso alla morte di Henriette, nel 1965.
In quell’anno si aprirono al pubblico le porte della singolare casa-museo.
Silvia Bolognini