Dopo le indagini radiografiche e riflettografiche, ulteriori studi dovranno confermarne l’effettiva autenticità. Ma è quasi certa l’attribuzione al grande pittore del Rinascimento
Una Madonna col Bambino, insieme a San Giovanni Battista e sei sante.
Una piccola tela custodita dal Museo Correr, al quale era giunta con la collezione del 1830 lasciata a Venezia da Teodoro Correr e a lungo passata quasi inosservata.
Ma che con tutta probabilità è stata realizzata niente di meno che da Andrea Mantegna.
La scoperta è stata fatta grazie all’occhio attento del conservatore del Museo che ne ha colto la qualità pittorica nonostante la leggibilità e la valutazione del dipinto fossero inficiate dalle successive ridipinture.
Destinato al restauro, tuttavia, grazie anche alle innovative tecnologie utilizzate, pian piano la pennellata si è fatta più chiara, così come la caratteristica compositiva dell’opera, i finissimi chiaroscuri accentati con oro zecchino e l’impronta stilistica, che rimanda al celebre pittore del Rinascimento.
Saranno ora gli studi degli esperti della Fondazione Musei Civici e della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti per il Comune di Venezia a definire se davvero, come a tutti gli effetti pare, è stato trovato un piccolo tesoro.
Il confronto con il dipinto di Boston
Il dipinto rappresenta la stessa scena di un’altra opera autentica conservata nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (USA) e attribuita con certezza al Mantegna e realizzato alla fine del Quattrocento.
“I conservatori veneziani – è stato spiegato dalla Fondazione durante una conferenza stampa – hanno già avanzato le prime ipotesi sulla base delle indagini radiografiche e riflettografiche: il disegno rilevabile sotto al colore delinea un tracciato coincidente con il dipinto di Boston, specie in alcuni precisissimi punti. Entrambi i dipinti sembrano dunque essere stati realizzati a partire dallo stesso cartone, forato per trasferire a spolvero i punti guida del disegno sulle due tavole. È conseguente ritenere che le due opere – è la conclusione – siano state realizzate dal medesimo atelier, a breve distanza di tempo se non in contemporanea; l’artista avrebbe dunque creato due dipinti quasi del tutto identici, solo con qualche piccola ma significativa variante di dettaglio e colore”.
Ulteriori studi nel 2024
La scena del dipinto veneziano, tuttavia, non è stata conclusa.
Elemento, questo, che apre a tutta una serie di interrogativi, a partire dal perché Mantegna non abbia portato a termine questo lavoro per arrivare a chi ne fosse il committente e al modo, oltre che al periodo in cui l’opera è giunta a Venezia.
Ma a chiarire ogni cosa saranno i successivi studi che la Fondazione Musei Civici ha già fissato nel 2024 in collaborazione con la Fondazione Ghirardi a Piazzola sul Brenta, dove Andrea Mantegna è nato.
Torna alla luce un tesoro nascosto
“È una grande notizia per la nostra città e per la storia dell’arte italiana – ha commentato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – Voglio ringraziare tutto il personale della Fondazione che si è impegnato per questo incredibile ritrovamento, di cui attendiamo con fiducia la conferma. Voglio sottolineare quanto sia prezioso, instancabile e unico il lavoro dei Conservatori di Fondazione Musei Civici che, ogni giorno, si prendono cura dell’immenso patrimonio del Comune di Venezia”.
L’inaspettato ritrovamento non è il primo a Venezia. Di recente, infatti, ancora nei depositi del Museo Correr, sono stati scoperti tre dipinti autentici di Vittore Carpaccio.
“Anche in questa occasione – ha detto la presidente della Fondazione veneziana Mariacristina Gribaudi -sono emozionata e molto orgogliosa di questa scoperta. Ringrazio la Fondazione Ghirardi che con noi ha accettato la scommessa di restaurare l’opera riportando alla luce uno dei tanti tesori nascosti nei nostri depositi”.
Piazzola sul Brenta: le origini di Mantegna in uno dei centri della vita culturale della Repubblica di Venezia
Per il momento l’ipotesi è che l’opera sia stata commissionata al Mantegna da un’ illustre dama della famiglia dei Gonzaga, dai quali era stato nominato nel 1460 pittore di corte, ruolo che ha mantenuto per i successivi 50 anni.
Nella sua città natale, dove la Fondazione Ghirardi- Villa Contarini ha subito “scommesso” sull’opera finanziando il restauro, la soddisfazione per la scoperta dell’opera di un tanto illustre cittadino è palese.
“La Fondazione Ghirardi – Villa Contarini di Piazzola sul Brenta è ben lieta di essere stata coinvolta in questa iniziativa, – ha detto il presidente Giorgio Orsoni -. Piazzola sul Brenta e Villa Contarini sono centri importanti della vita culturale della Repubblica di Venezia, fin da quando la Villa venne valorizzata dal Doge Contarini ed utilizzata, non solo per la promozione di iniziative musicali, ma anche quale centro importante di incontri a livello diplomatico internazionale. La partecipazione all’iniziativa promossa dai Musei Civici Veneziani – ha concluso -è pertanto, pienamente nella linea della sua tradizione che ci auguriamo possa a lungo proseguire anche per la valorizzazione del suo territorio in sintonia con le Istituzioni veneziane”.