Nasce a Venezia “Save Ukraine Art 2022”.
La mobilitazione dei musei per aiutare Leopoli a proteggere le proprie opere
Una cordata per la cultura, un filo diretto, di aiuto concreto, per realtà che parlano un linguaggio universale: quello della pace.
E che unisce ora due città simbolo dell’arte, entrambe patrimonio mondiale dell’Unesco: Venezia e Leopoli.
La Fondazione Musei Civici, insieme ad altri musei della città uniti in “Save Ukraine Art 2022”, ha risposto all’appello di aiuto arrivato da Leopoli, dove sotto le bombe, oltre alla propria vita, le persone stanno cercando di salvare le tante opere d’arte dalla distruzione.
Sono oltre 65 mila, alle quali si aggiungono 2000 sculture, che al momento si trovano nelle cantine, in bunker non attrezzati, dove possono essere riparate dagli attacchi diretti ma non dall’umidità e dagli agenti che possono intaccarne la conservazione.
Brugnaro: “Salvare quelle opere è anche assicurare alle future generazioni l’identità di un popolo”
Da Venezia, così, stanno partendo speciali materiali di imballaggio in grado di proteggere il patrimonio artistico di Leopoli.
“Salvare quelle opere non è solamente mettere al sicuro il patrimonio storico e artistico di una città, ma è anche salvaguardare e assicurare alle future generazioni l’identità di un popolo, la memoria di una comunità e la tradizione di una nazione – commenta il sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro -. Venezia, città che ha celebrato i 1600 anni dalla sua Fondazione e che con i suoi musei civici racconta al mondo la storia di un luogo crocevia di culture e popoli, dimostra, con i fatti, di esserci e di rimboccarsi le maniche affinché l‘arte e il bello tornino ad essere le migliori armi per sconfiggere l’odio che sta investendo l’Ucraina in questo periodo”.
Materiali speciali in partenza da Venezia
“Save Ukraine Art 2022” ha raccolto così speciali tessuti, inattaccabili dalla maggior parte di gas e solventi, con cui coprire le opere di materiali diversi, misuratori di temperatura e umidità per archiviare i dati e consentire di visualizzare anche in un secondo momento i valori riportati, pannelli in schiuma in polietilene espanso per proteggere le opere d’arte dagli urti e dalle vibrazioni.
“A Venezia abbiamo già difeso i musei con i sacchi di sabbia, accadde a Palazzo Ducale nel corso delle due guerre mondiali. È storia ancora recente. Conosciamo bene la delicatezza di dover imballare le opere e poterle trasportare in sicurezza in luoghi protetti, come fu fatto con buona parte del patrimonio dei Musei Civici. D’intesa con il sindaco Brugnaro, la nostra solidarietà è stata immediata”, ha detto la presidente della Fondazione MUVE Mariacristina Gribaudi.
I Musei: una “rete internazionale che sa mobilitarsi quando il patrimonio dell’umanità viene minacciato”
In contatto diretto con i conservatori di Leopoli, dunque, i musei veneziani sono prossimi alla consegna di quanto può servire.
“Non potevamo restare indifferenti all’appello che giunge dalla direzione della Galleria nazionale a Leopoli e dal suo direttore Taras Wozniack – ha detto la direttrice della Fondazione MUVE Gabriella Belli -. Come ha ricordato recentemente il sindaco, quella dei musei e dell’arte è una rete internazionale, che compone una comunità consapevole del valore della conservazione della cultura e sa mobilitarsi quando il patrimonio dell’umanità viene minacciato”.