Diffusi da Veritas i dati del 2022. Utilitalia studia la buona pratica della tracciabilità nell’area metropolitana lagunare
Finita l’emergenza-Covid, è tornato il turismo. E, con il ritorno a flussi di visitatori pre-pandemici, nel 2022 si sono tornati a riproporre, tra le altre, anche le tematiche di gestione dei rifiuti legate all’incremento delle presenze nelle località più frequentate.
Eppure, come testimoniano i dati appena pubblicati da Veritas, la società multiservizi ambientali che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti in 34 comuni dell’area metropolitana veneziana, il livello di raccolta differenziata lo scorso anno si è mantenuto sostanzialmente stabile, nonostante siano coinvolte realtà come Venezia, Jesolo e Chioggia.
Per di più, dal 2017 Veritas gestisce 9 filiere di materiali raccolti e trattati garantendone il tracciamento e la certificazione. Tant’è che i risultati di questa buona pratica sono stati di recente condivisi da Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende del settore, nel corso di un evento dedicato all’economia circolare.
La differenziata: Fossalta di Piave ancora leader
Con la ripartenza dopo la pandemia, nel 2022 il dato complessivo medio della quota di raccolta differenziata, nel territorio di Veritas, è sì sceso, ma solo dal 72,96% al 71,68%, pari a 303.728 tonnellate di rifiuti differenziati. E in ben 14 comuni su 34 è stato superato l’80% di differenziata, con altri 14 oltre il 75% e 3 dal 70% in su.
I più virtuosi, anche lo scorso anno, sono stati i 4.153 residenti di Fossalta di Piave, con una quota di rifiuti e materiali separati sostanzialmente stabile al 90,64%. Al secondo posto, con l’87,2%, si posiziona un altro comune del Veneto orientale, ovvero Ceggia, mentre completa il podio Santa Maria di Sala, all’86,04%.
Oltre a quest’ultimo comune, che conta su 17.500 abitanti, sono riuscite a superare la soglia dell’80% anche altre grandi realtà territoriali, a partire da San Donà di Piave (42 mila abitanti), quarta alla pari con Meolo con l’85,92%. Ma anche Martellago (21 mila residenti) sesta con l’84,36% di differenziata), Spinea (quasi 28 mila abitanti) ottava con l’84,12% e Mira (38 mila abitanti) nona a 83,87%.
Agli ultimi tre posti, invece, i grandi centri turistici come Chioggia (64,98%), Jesolo (63%) e infine Venezia (62,41%), riguardo a cui si evidenzia maggiormente l’impatto turistico. A Mestre e terraferma (75,32%) e nelle isole di Lido e Pellestrina (75,12%) il dato della raccolta differenziata è infatti sostanzialmente stabile, mentre è in leggero calo (33,73%) rispetto al 2021 quello del centro storico, Murano e Burano.
Veritas “esporta” la best practice della tracciabilità
In aggiunta alle ormai sempre più consolidate abitudini virtuose dei cittadini, la raccolta e il trattamento dei rifiuti nell’area gestita da Veritas può contare anche su un altro aspetto di eccellenza a livello nazionale: il tracciamento e la certificazione del rifiuto raccolto, che, secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2021, ha toccato l’89% del totale.
Utilitalia ha scelto proprio questa buona pratica tra i focus al centro dell’evento dedicato all’economia circolare all’interno del progetto Utilitalia Innovation, che si è tenuto lo scorso 22 febbraio a Firenze. Un occasione per favorire la diffusione delle progettualità innovative messe in campo dalle aziende sui territori al fine di sostenere la trasformazione sostenibile e digitale in atto.
Il tracciamento dei rifiuti, in pratica, si traduce nella verifica della quantità e del tragitto, partendo dal bidone e dal cassonetto per arrivare al recupero di materia prima seconda, di tutte le 9 filiere dei rifiuti prese in considerazione. In questo modo, l’intero flusso dei rifiuti può essere monitorato anche in termini di emissività risparmiata in termini di CO2.
I dati trasparenti sono messi da Veritas, che ha cercato con questa best practice di anticipare le normative sul tracciamento dei rifiuti, a disposizione dei cittadini di tutti e 51 i comuni di competenza, in cui risiedono quasi 930 mila persone, su una superficie complessiva di 2.625 km quadrati, e attraverso i quali transitano annualmente circa 27 milioni di presenze turistiche.
Dalla carta a legno e metalli: i materiali più riciclati
Attraverso la tracciabilità, è possibile inoltre controllare, filiera per filiera, i risultati ottenuti in termini di recupero di materia e/o di energia. Nel 2021, per esempio, Veritas ha avviato al recupero in cartiere specializzate il 96% delle 59.825 tonnellate di carta e cartone selezionate e, come vetro pronto forno, l’81% delle 39.964 tonnellate di vetro da imballaggi raffinate.
Le percentuali più alte, attorno al 98%, sono quelle di avvio a recupero come ferro, alluminio e metalli misti raffinati delle 6.052 tonnellate di metalli raffinate e delle 13.602 tonnellate di legno raccolte. Anche per i rifiuti di difficile trattamento come gli ingombranti si è raggiunto il 34% di avvio a recupero nelle filiere di plastica, metalli, legno e carta per le 14.730 tonnellate raccolte. E il 31% delle 66.269 tonnellate di verde e ramaglie raccolte è diventato fertilizzante.
Non va poi sottovalutato il recupero come materia del 75% delle 1.663 tonnellate di plastica “non Corepla” raffinate e l’avvio a recupero del 63% delle 26.486 tonnellate di plastica “Corepla” (il consorzio che si occupa della raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica). I materiali plastici sono infatti i più difficili da riconoscere, ai fini della differenziazione, da parte dei cittadini.
Vi sono infine rifiuti che vengono solo in parte riciclati come materia, contribuendo anche al recupero come energia. Uno è il rifiuto urbano residuo, che nel 2021, secondo i dati di Veritas, ha visto una quota del 28% di recupero materiale e del 34% attraverso il trattamento in termovalorizzatore. Per il rifiuto organico si può invece parlare di vera circolarità totale, con il 4% trasformato in fertilizzante, in aggiunta alla produzione di energia elettrica, termica e biometano.
Alberto Minazzi