“Ri-prese memory keepers”, il progetto per la tutela e la valorizzazione delle memorie audiovisive private del territorio veneziano metropolitano, è pronto a entrare nel vivo. “Nel 2022, lanceremo finalmente la prima vera campagna di raccolta. Una call rivolta a tutti i residenti dell’area metropolitana di Venezia affinché ci portino i loro filmini di qualsiasi epoca. Una volta digitalizzati i contenuti e acquisiti al patrimonio comune restituiremo loro i supporti originari insieme ai file digitalizzati” hanno annunciato i co-fondatori di Ri-prese, Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari, in occasione della presentazione del progetto nello spazio della Regione Veneto all’hotel Excelsior del Lido di Venezia nei giorni della 78^ Mostra del Cinema.
La missione di Ri-prese
Al centro del progetto c’è proprio la memoria collettiva. Quella racchiusa nei filmati che, dagli anni ’20 del Novecento ai giorni nostri, sono stati registrati su pellicole in formati ridotti e poi, via via, su supporti prima innovativi ma poi a loro volta superati.
Un patrimonio che necessita di essere digitalizzato per non andare irrimediabilmente disperso. “Si può parlare – ha sottolineato Traversa – di una vera e propria emergenza, parlando dei supporti materiali. Le pellicole iniziano infatti a degradarsi dopo circa 70 anni, i nastri magnetici dopo soli 30. Siamo dunque già ben oltre queste tempistiche”.
Ri-prese: salviamo la quotidianità
Ri-prese offre alle famiglie, in forma assolutamente gratuita, questo servizio di riversamento di filmati in qualunque formato.
“Riteniamo – prosegue la responsabile della valorizzazione – che sia un diritto di tutti conservare la propria storia. È anche un vero e proprio heritage del territorio che non possiamo permetterci di perdere. Immagini uniche, che raccontano in maniera genuina, senza filtri, quella che è la nostra quotidianità. Senza dimenticare gli archivi cinematografici delle aziende o anche gli stessi filmini dei tanti turisti che vengono a visitare queste zone”.
I moderni supporti video
Non si deve però pensare che i video più recenti siano al sicuro.
“Se per le epoche più lontane – illustra Ferrari, responsabile della digitalizzazione – il problema è legato soprattutto ai supporti, riguardo all’epoca analogica abbiamo problemi con i macchinari, visto che i videoregistratori non sono più in commercio e non si trova più chi li ripari. Ma ci interroghiamo anche sul futuro, perché l’orizzonte non si ferma mai”.
In futuro, per esempio, si porrà il tema del recupero e della digitalizzazione dei video che, ormai, non vengono più conservati in famiglia, ma condivisi direttamente sui social on line.
I progetti futuri e l’archivio
L’iniziativa annunciata per il prossimo anno a Venezia, procederà per sestieri, allargando la raccolta all’intera area metropolitana. E si stanno già studiando le modalità di fruizione dell’archivio, a cui sarà possibile accedere in rete. Un’operazione che ha suscitato l’interesse della Veneto Film Commission regionale, che aiuterà a creare una connessione con chiunque vorrà utilizzare i materiali.
L’evoluzione del progetto
Partito nel 2013, quando Nicoletta e Giuseppe erano studenti di arti visive dello Iuav, il progetto è cresciuto e negli ultimi anni si è aperto sempre più al pubblico. E’ nata nel frattempo l’associazione Reframing Home Movies, associazione nazionale per la salvaguardia delle memorie filmate e Ri-prese si costituirà, nel 2022, come impresa sociale. “Questo – conclude Giuseppe Ferrari – ci permetterà di candidarci come spin-off universitario dello Iuav di Venezia, ottenendone il patrocinio e potendo usufruire anche di alcuni spazi che saranno destinati soprattutto al laboratorio di digitalizzazione ma potranno servire anche nell’ottica di un possibile contatto fisico per conoscere i progetti e concordare un accesso diretto all’archivio”.
L’aqua granda del 2019
Tra la gente, a Venezia, Ri-prese è arrivata subito dopo l’alta marea eccezionale che ha colpito la città nel 2019. E’ in quell’occasione che è risultato chiaro come gli archivi di pellicole raccolte negli anni rischiavano di essere perse per sempre, visto che i locali in cui erano conservate furono letteralmente invasi dall’acqua salata. Il crowdfunding attivato sulla rete ha infatti avuto successo, permettendo il restauro dei materiali danneggiati e facendo conoscere Ri-prese anche oltre i soli addetti ai lavori.
Grazie ai fondi raccolti, poi, è stato possibile acquistare uno scanner per pellicole, che rende Ri-prese tra le poche realtà in Italia in grado di acquisire e digitalizzare video in qualunque formato, anche con l’audio. “Sono state molto le famiglie che ci hanno trovato portandoci le loro pellicole – racconta Nicoletta Traversa – Alcune risalenti anche agli anni ’20, come una che racconta la storia di una donna in vacanza al Lido di Venezia. In alcuni casi, addirittura, c’è chi ha portato l’intera storia della propria famiglia, dagli anni Cinquanta al Duemila”.
Alberto Minazzi