I reperti storici che riemergono dal mare sono un patrimonio culturale che va tutelato.
Parte da questa considerazione l’accordo che si sta concretizzando in questi giorni tra Ministero dei Beni Culturali – Soprintendenza Archeologica di Venezia, Università Ca’ Foscari e l’associazione Lido Oro Benon per un lavoro a 360 gradi che riguarda i ritrovamenti.
L’occasione è lo studio sui mattoni colorati di varie forme e dimensioni trovati a inizio gennaio sulla spiaggia del Lido di Venezia.
L’analisi sembra confermare che si tratti proprio di quelli del campanile di San Marco, riconducibili all’epoca in cui crollò, ovvero il 14 luglio 1902. 120 anni dopo quella data, il mare li ha restituiti. E con i mattoni sta restituendo anche altri materiali.
Dal mare alla spiaggia: l’accordo per la salvaguardia dei reperti
La spiaggia del Lido di Venezia è solita essere luogo di ritrovamenti spesso appartenenti a epoche antiche.
Sono i cittadini che di tanto in tanto li scoprono sulla battigia. I materiali appartenenti al 90% al campanile di San Marco sono stati trovati in numero maggiore nella parte a nord dell’isola, davanti all’ex Ospedale al Mare.
«Sono tanti gli oggetti del passato che restituisce il mare – spiega il presidente di Lido Oro Benon Vittorio Baroni -. E’ in fase di formalizzazione in questi giorni l’ importante accordo con il Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Comune di Venezia e Laguna, Università Ca’ Foscari e Lido Oro Benon. Riguarda proprio il recupero di manufatti di interesse archeologico e la loro tutela. Questo accordo permetterà nel tempo di monitorare qualsiasi ritrovamento».
Nel corso di un sopralluogo della Soprintendenza, lo scorso agosto è stato appurato l’effettivo interesse archeologico di una parte dei manufatti visionati. Tra questi vi sono frammenti di ceramica comune depurata, ceramica a vernice nera di epoca romana e laterizi integri di epoca romana e Medievale.
“El paron de casa” in un progetto culturale
Al campanile di San Marco, crollato nel 1902 e poi ricostruito, è dedicato il progetto culturale dell’associazione Lido Oro Benon sviluppato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari per il biennio 2021-2022.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della Città per il 1600 anni dalla sua fondazione e prevede vari appuntamenti dedicati al campanile di San Marco, dai veneziani definito “el paron de casa” ( “padrone di casa” ), esempio storico di resilienza e simbolo di rinascita, soprattutto in tempo di ripartenza dalla pandemia Covid-19.
Il progetto ha la sua mascotte: Gigeta disegnata dai fumettisti veneziani Valerio Held e Maurizio Amendola.
Gigeta è la bambina, figlia del pittore Angelo Alessandri, discepolo di John Ruskin, che nel 1902, dopo il crollo del campanile, per prima gettò in mare uno degli oltre 1 milione e 200 mila mattoni che facevano parte del cumulo di macerie.
Una giornata dedicata allo studio di “pezzi di storia” ritrovati
Il mare, a distanza di oltre un secolo, sembra averne restituiti molti.
Il 7 novembre, all’Hotel Belvedere del Lido, in piazzale Santa Maria Elisabetta, i cittadini che ne hanno ritrovati sulla battigia «potranno prenotarne in quella giornata lo studio da parte degli esperti dell’Università Ca’ Foscari senza dover preventivamente fare denuncia di quanto ritrovato ai Carabinieri, come vuole la legge – anticipa Vittorio Baroni -. I reperti esaminati saranno schedati e catalogati e i migliori pezzi faranno parte di una mostra».
All’evento saranno presenti i funzionari archeologici della Soprintendenza e i docenti di Ca’ Foscari di Storia Romana Lorenzo Calvelli e Topografia Antica Diego Calaon. Con loro studenti e dottorandi di Archeologia e Scienze e Conservazione e Tecnologie per la conservazione dei Beni Culturali.
Sul portale https://elparondecasa.net è possibile scegliere l’orario preferito, in mattinata o nel pomeriggio, tra i 24 appuntamenti a disposizione, ciascuno della durata di una ventina di minuti. L’accesso è consentito previa prenotazione obbligatoria ed esibizione del Green Pass per garantire la massima sicurezza dei partecipanti.
Silvia Bolognini