Nel cuore di Castello, in Barbaria de le Tole, a inizio estate, ha riaperto al pubblico la “Corte dell’Arte”, galleria/spazio culturale inaugurato lo scorso febbraio e poi subito chiuso a causa del lockdown. Per 20 anni l’ampio locale, caratterizzato da un pavimento in marmi policromi e pietra del 1400 e da una graziosa corte ombreggiata da uva rampicante, ha ospitato un rigattiere, Valter Ballarin.
Il succedersi di eventi negativi, tra cui l’acqua alta del 12 novembre, hanno spinto Valter a mettere in vendita l’immobile.
Ad acquistarlo è stata Anne Mourier, un’artista di origine normanna che vive metà dell’anno a New York e l’altra metà a Venezia.
Anne ha voluto scommettere su questo luogo affascinante, ma defilato rispetto al grande flusso turistico, per aprire la sua nuova galleria d’arte, gestita dal fotografo Daniele Nalesso e da Gabriella Zimmermann, scrittrice francese che ha scelto Venezia trent’anni fa e ne ha fatto il suo luogo di vita e l’oggetto principale delle sue ricerche.
La curiosa fatalità del luogo
“La storia di questo posto è lunga e piena di aneddoti. Qui, durante la prima guerra mondiale, venne aperta una birreria che durò solo 24 ore.
Fu distrutta infatti da una bomba il giorno successivo all’inaugurazione – racconta Nalesso – Oggi Corte dell’Arte è una galleria d’arte ma vogliamo diventi, appena l’emergenza sanitaria ce lo consentirà, anche uno spazio culturale aperto ad appuntamenti di vario genere: presentazione di libri, conferenze, corsi di arte e artigianato“.
Nel frattempo, in questi eleganti spazi che mantengono inalterato il fascino antico, inclusi i muri scrostati, sono esposte le opere della proprietaria Anne Mourier che, attraverso sculture e fotografie, esplora l’archetipo femminile nelle sue diverse accezioni, materno ma anche erotico. Accanto alle opere di Anne, sono esposti, sino a fine agosto, i dipinti a motivi floreali della pittrice veneziana Andreina Battel, che costituiscono lontane e vitali memorie dei roseti della nonna, e i quadri di Claudia Sbrissa, artista veneziana residente a New York che ha trasformato la lunga corrispondenza cartacea con i suoi familiari in estrosi decoupage.
La rosa come simbolo del ciclo della vita
Particolari i lavori in cui sia Anne Mourier che Andreina Battel esplorano la tematica della Rosa e il suo legame eterno con l’archetipo femminile.
“La Rosa è il simbolo perenne dei cicli della vita, della rigenerazione e del tempo che scorre. E’ nel contempo giovinezza e sensualità, nonchè la bellezza che appassisce e la morte. In un mondo che vorrebbe dimenticare ogni simbolo con il tempo, ricorda con forza l’importanza dei nostri legami con il nostro ambiente naturale”, scrive Anne Mourier nel pannello descrittivo delle opere.
“Oltre alle esposizioni – continua Daniele Nalesso – proponiamo al pubblico anche pezzi unici di artigianato prettamente italiano come i tavolini artigianali di Lunardelli, i giochi da tavolo realizzati dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia e le suppellettili in legno di Massimo Ghezzo”.
Artigianato artistico e uncinetto
Di recente è stata aggiunta alla preziosa collezione di artigianato artistico di Corte dell’Arte anche una sorta di piccolo prototipo-campionario che raccoglie i vari tipi di lavori all’uncinetto creati dalla veneziana Jonella Paparo: “prendo spunto da libri antichi che colleziono per realizzare i miei lavori all’uncinetto – spiega Jonella – ripropongo in versione moderna e originale antichi pizzi siciliani e irlandesi, nappe e frange annodate a mano”.
Corte dell’Arte parteciperà, con una mostra e diversi eventi, a cui The Venice Glass Week, in programma dal 5 al 13 settembre.
Fino a pochi giorni fa la galleria ha ospitato nella piccola e verde corte sul retro “The Chapel” (La Cappella), un’installazione interattiva realizzata da diversi artisti anonimi.