La nascita della città metropolitana: una svolta storica per il territorio. Una priorità, un’opportunità di crescita, di rilancio e di ottimizzazione delle risorse.
E’ un traguardo, ma soprattutto un punto di partenza. Dal primo gennaio del 2014, Venezia sarà Città metropolitana a tutti gli effetti. L’ha deciso il Governo Monti con il decreto sulla revisione della spesa pubblica, la cui legge di conversione conferma che saranno 10 in tutta Italia: Roma, Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria più, appunto, il capoluogo lagunare a cui lo status è peraltro già stato riconosciuto da anni. Si tratta di una riforma storica, di cui si parla da molto tempo, e che finalmente può diventare decisiva per rilanciare il tessuto socio economico della “Grande Venezia”.
Nel quadro della riorganizzazione complessiva degli enti locali, con il riordino della province, la nuova istituzione sarà diretta espressione e al servizio dei Comuni che la compongono rafforzando il proprio ruolo di principale interfaccia tra la gente e l’amministrazione. Intesa come nuova governance dell’area vasta e come strumento di politica economica, se sarà dotata di competenze forti e significative sarà in grado di fare del territorio uno dei motori dello sviluppo dell’area regionale e non solo. Potrà portare degli importanti vantaggi ai cittadini sul piano delle efficienze dei servizi, razionalizzazione delle risorse e semplificazione dei procedimenti, valorizzando in un disegno comune le potenzialità delle identità locali. D’altronde, lo stesso provvedimento governativo prevede che siano attribuite funzioni fondamentali, come la pianificazione urbanistica e delle reti infrastrutturali, la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici e l’organizzazione di quelli d’interesse generale metropolitano, la mobilità e la viabilità più quelle ulteriori che potranno essere trasferite dallo Stato e dalla Regione. Lariforma è l’occasione per eliminare i doppioni ed ottenere tariffe più basse, si pensi, solo a titolo esemplificativo, al biglietto unico del trasporto pubblico. Venezia è già area metropolitana di fatto, composta di relazioni umane e commerciali aperte alle province limitrofe di Padova e Treviso ma anche all’ambito del bacino scolante, cioè quell’insieme di territori uniti dallo scorrere dell’acqua che si estende finanche a parti di Vicenza, Belluno, Pordenone e di Rovigo. Un asset strategico per l’economia che, correttamente gestito, può garantire alle comunità nuova crescita, sviluppo e benessere.
All’inizio il territorio della Città metropolitana coinciderà con quello della Provincia che viene soppressa, fermo restando il potere dei Comuni di deliberare l’adesione ad essa o, in alternativa, il passaggio verso una provincia limitrofa. Il nuovo ente locale sarà disciplinato dallo Statuto che dovrà regolare l’organizzazione e il funzionamento degli organi costitutivi, l’indirizzo e il coordinamento dell’azione di governo del territorio, i rapporti tra i comuni anche mediante forme associative tra loro. Sarà deliberato dalla Conferenza metropolitana, l’organismo provvisorio sorto con l’entrata in vigore della legge e destinato ad esaurire comunque il proprio lavoro il 31 ottobre del prossimo anno: sarà quella la sede in cui discutere tutta la regolamentazione di dettaglio. La legge prevede che il documento dovrà essere approvato con il voto favorevole del sindaco del Comune capoluogo, del presidente della Provincia e di almeno due terzi dei sindaci del territorio, altrimenti automaticamente il primo sarà anche sindaco metropolitano della fase transitoria fin tanto che non sarà approvato lo Statuto, a questo punto da parte del Consiglio metropolitano composto di 12 membri, con la relativa normativa elettorale.
Dopo 20 anni di dibattiti inconcludenti, per Venezia la Città metropolitana può rappresentare una svolta storica: una necessità e, insieme, un’opportunità in cui l’aumento della visibilità e del peso contrattuale, grazie anche ad un brand straordinario semplicemente perché conosciuto in tutto il mondo, è per le amministrazioni comunali che ne entreranno a far parte, un’occasione da cogliere al volo in questo momento di crisi e un valore aggiunto da sfruttare per assicurare ai propri territori il loro progresso
SCHEDA SULLA CITTÀ METROPOLITANA
La legge prevede che il territorio della nuova Città metropolitana coincida con quella della Provincia che viene contestualmente soppressa. L’attuale Provincia di Venezia comprende 44 Comuni ed ha una superficie di 2462 Kmq, con un territorio agro naturale di 1.840 Kmq, 858.000 residenti, circa 290.000 occupati nell’industria e servizi, 33 milioni di presenze turistiche, un porto con 2.100.000 passeggeri e 26.000.000 tonnellate di merci, un aeroporto con 7.500.000 passeggeri.
Se in futuro si lavorasse sull’ambito territoriale più largo della cosidetta Pa-Tre-Ve (Padova-Treviso-
Venezia), sulla base dei dati del censimento del 2001, si contano complessivamente 2.670.485 abitanti (Padova 927.730, Treviso 883.840 e Venezia 858.915), pari al 55 per cento di tutto il Veneto, con oltre 1 milione di famiglie.
Il Pil è di 25 mila euro procapite paragonabile a quello di grandi capitali internazionali, mentre il tasso di crescita annuale, stimato attorno al 3 per cento, supera di circa il 50 per cento la media delle aree metropolitane. In quest’ambito si calcolano circa 40 milioni di turisti all’anno e il 23 per cento dell’export nazionale che sale al 40 se calcolato limitatamente soltanto ai generi di lusso.
Si tratta di una delle aree in assoluto tra le più dinamiche e produttive: le tre province attuali presentano in media un’impresa ogni 10 abitanti. Questi territori sono molto ricchi sotto il profilo infrastrutturale, con porto, aeroporto, interporto, ferrovia con in futuro l’alta velocità, la metropolitana di superficie, le autostrade ed il nuovo Passante.
Da non dimenticare che si trova al centro dei traffici internazionali lungo il corridoi Berlino-Palermo e Lisbona-Kiev.
