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Inaugurata a Venezia la Biennale Architettura. Leone d’Oro alla carriera a Rafael Moneo

Inaugurata a Venezia la Biennale Architettura. Leone d’Oro alla carriera a Rafael Moneo
Rafael Moneo con il Leone d'Oro e il Ministro della Cultura Franceschini

«Si tratta di uno degli innovatori della sua generazione».
Con queste parole il curatore della 17a Biennale Architettura “How will we live together?” Hashim Sarkis ha consegnato all’architetto spagnolo Rafal Moneo il Leone d’Oro alla carriera.
Un riconoscimento arrivato nel giorno di inaugurazione dell’Esposizione, che si potrà visitare a Venezia fino al 21 novembre.
La consegna del premio a Moneo è stata decisa dal Consiglio di amministrazione della Biennale perché – come si legge nelle motivazioni – «si addice perfettamente all’architetto spagnolo che ha preso parte al progetto abitativo della Giudecca nel 1983, ha vinto il concorso internazionale per il nuovo Palazzo del Cinema al Lido nel 1991 e che da Venezia ha ricavato più di una lezione per l’architettura».

Padiglione Centrale ai Giardini, Venezia

Biennale Architettura: i progetti di Moneo in Mostra ai Giardini

Rafael Moneo, spagnolo, classe 1937 è insieme professionista, docente e critico.
Nell’arco della sua carriera ha realizzato diversi edifici come tra gli altri, il Kursaal Auditorium and Congress Centre di San Sebastian, il Museo del Prado, la Atocha Train Station e la Cattedrale di Los Angeles, i Musei di Arte Moderna e Architettura di Stoccolma, il Souk di Beirut, Northwest Science Building per la Columbia University.

Come docente ha guidato diverse generazioni verso un’architettura intesa come vocazione mentre come studioso ha utilizzato le sue abilità illustrative e la sua precisione analitica per reinterpretare con occhi nuovi alcuni dei più classici edifici storici. Moneo ha scritto su fenomeni emergenti e su progetti significativi come critico della scena architettonica contemporanea e promosso alcuni dei più importanti dibattiti sull’attualità architettonica con colleghi di tutto il mondo.

Giardini Biennale a Venezia

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Pritzker Prize (1996), la Royal Gold Medal del Royal Institute of British Architects (2003), il Prince of Asturias Prize in the Arts (2013) e il Praemium Imperiale (2017). Nel 1997 è stato eletto membro della Royal Academy of Fine Arts of Spain.

Per celebrare il maestro, all’interno del Padiglione del libro, ai Giardini, è allestita una piccola mostra. Si possono ammirare una selezione di plastici e immagini emblematiche degli edifici dell’architetto spagnolo che possono essere visti come risposta alla domanda “Come vivremo insieme?”.

Biennale Architettura 2021: l’anno fortunato della Spagna

Padiglione Spagna ai Giardini, Venezia

Il Padiglione Spagnolo

Dal riconoscimento a Moneo al Padiglione della Spagna che risponde alla domanda della Mostra “How will we live together?” con un suggestivo progetto.
Il titolo è “Uncertainty” (“Incertezza”) ed è il frutto del lavoro di 4 giovani architetti.
Al centro del Padiglione, allestito dall’azienda veneziana Visual Attiva S.p.A., il visitatore è accolto da un’installazione performativa. Si tratta della “Nuvola di incertezza” composta da migliaia di curricula reali, fogli volanti sospesi nello spazio che partendo dal soffitto arrivano fino a terra, a simboleggiare la frammentazione della comunità in individui isolati.

Un’esperienza immersiva che invita a riflettere sulle risposte che l’architettura possa dare.
Un’opera di grande impatto visivo per esprimere al visitatore la sensazione di incertezza che confonde molti professionisti. Un concetto visto dai curatori come strategia, qualcosa che diventa il principale strumento per trasformare i nostri processi e modelli sociali, rompendo l’individualismo a favore della coesistenza.

L’installazione centrale del Padiglione Spagna ai Giardini di Venezia

A completare il progetto, le sale attorno alla “Nuvola” ospitano 34 opere artistiche (29 oggetti e 5 audiovisivi) di vari studi di architetti. Sono tutte realizzazioni che privilegiano il processo creativo piuttosto che l’oggetto finito, concepiti in risposta alla domanda posta dall’Esposizione di quest’anno e che si concentrano su presente e futuro.

Il Padiglione Italia

Dai Giardini, all’Arsenale. Il Padiglione Italia, curato dall’architetto Alessandro Melis, è invece dedicato alle “Comunità Resilienti”. I progetti esposti pongono al centro del dibattito la questione del cambiamento climatico e spunti di riflessione su temi ambientali, del modo di vivere il futuro, sul ruolo che avrà la tecnologia.

Padiglione Italia in Arsenale

«Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – hanno spiegato i responsabili del progetto – il cambiamento climatico sarà la principale causa di malattie entro i prossimi trent’anni. L’architetto torna a essere costruttore di idee e sarà parte fondamentale di un paesaggio ibrido generato dalle variazioni del tessuto urbano. In questo contesto le architetture del domani si devono fondare sull’inscindibile legame tra ecologia e salute».
Quindi clima e valorizzazione territoriale come una sfida rivolta al futuro che richiede innovazione e creatività.

Silvia Bolognini

 

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