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Venezia apre alla Medicina: formazione d'eccellenza in inglese

Venezia apre alla Medicina: formazione d'eccellenza in inglese

Un’innovativa scuola di Medicina e Chirurgia dall’Università di Padova all’Ospedale Civile, tra eccellenza tecnologica e lotta alla denatalità

Presto Venezia vedrà una nuova generazione di pendolari. Studenti pendolari. Ma non alla stazione di Santa Lucia o al terminal automobilistico di Piazzale Roma. Saranno invece a San Zaccaria o al Redentore (Giudecca) o magari da Murano, destinazione l’Ospedale Ss. Giovanni e Paolo dove dall’Anno Accademico 2025-2026 partirà il corso di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova.
Il protocollo d’intesa è stato ufficialmente firmato a Palazzo Balbi, sede dell’Esecutivo regionale, dal presidente del Veneto, Luca Zaia, (affiancato dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin), dalla rettrice dell’Ateneo patavino, Daniela Mapelli, e dal Direttore dell’Ulss3 Serenissima, Edgardo Contato.
L’arrivo a Venezia di un corso di Medicine & Surgery completa la rete formativa professionale della Sanità veneta che oltre a Padova ha un suo secondo centro universitario a Verona e che trova in Treviso e ora anche nella città lagunare la sua capillare diffusione dell’eccellenza.

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L’assessore alla Sanità veneta Manuela Lanzarin duranta la presentazione del nuovo corso di Medicina a Venezia

Il Ss. Giovanni e Paolo di Venezia sede di eccellenze e di laboratori ad alta tecnologia

È ancora il Veneto dei primati, immagine cara al presidente Zaia, che risponde con la concretezza dei fatti ai bisogni dei suoi cittadini. E questa Medicine & Surgery School è un obiettivo al quale ateneo padovano e Regione stanno lavorando da almeno due anni (con un primo tentativo naufragato nel 2018 per le resistenze sul fronte padovano), come sottolineato da Paolo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina dell’Università.
Un cantiere che ha portato a un traguardo destinato a diventare esso stesso un punto di partenza per lo sviluppo della Sanità d’avanguardia per il Veneto. E non inganni il fatto che il corso verrà ospitato nel grande e storico complesso di quello che a Venezia è conosciuto come Ospedale Civile. Le antiche mura nascondono eccellenze e laboratori ad alta tecnologia. Sarà lì che si applicheranno gli studenti del corso veneziano, avendo peraltro un intero nosocomio per l’immediato tirocinio.

Nuovi professionisti e nuovi residenti internazionali

Inizialmente un centinaio, destinati ad arrivare entro la fine del primo ciclo nel 2030 a 600 unità. Che si vuole tenere a Venezia; che si vuole siano “nuovi residenti“; che faranno parte della classe medica del futuro con un valore aggiunto dato dall’essersi formati in una città dall’irresistibile richiamo internazionale. Infatti, il corso sarà esclusivamente in lingua inglese (come già avviene a Padova che vedrà progressivamente trasferita la sua didattica in laguna), la lingua franca della Scienza, ha ribadito la rettrice Mapelli. Questo permetterà di portare al Ss. Giovanni e Paolo circa il 75% di studenti tra italiani e comunitari con il restante 25% proveniente da paesi extraUE. Si pensi ai flussi che potrebbero venire dall’Africa intercettati anche grazie al dispiegarsi delle politiche governative del Piano Mattei. O alle progettualità innescate dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità. Suggestioni anche dal Sudest asiatico, Corea del Sud e Giappone come già largamente sperimentato dal Conservatorio di Musica veneziano B. Marcello.

 

L’inverno demografico veneto

Alla fine i veri “commuters” saranno i docenti che invece si sposteranno da Padova, sede della Facoltà.
Ma del resto, questa è la natura di Venezia, crocevia globale che per sua caratteristica storica, città « inclusiva e aperta agli influssi internazionali» ha sottolineato il presidente Zaia ricordando che l’avvio del Corso di Medicina e Chirurgia è una strada diversa, alternativa e proiettata al futuro per quanto riguarda la sempre più preoccupante carenza di medici. A fronte quindi di una «sanità veneta performante anche nel 2024», i continui bandi regionali per l’assunzione di medici (ben 112 l’anno scorso) per un totale di 814 posizioni da coprire, all’impiego effettivo sono risultati appena 197 dottori, vale a dire neppure un quarto dei posti disponibili.

12 marzo

La sfida da vincere per il futuro

Il corso che si aprirà a Venezia, nel cuore di Venezia, rappresenta allora una strada che guarda alle generazioni future, alla luce anche dell’inverno demografico di cui soffre un po’ tutta Europa ma con allarmanti picchi in Italia e anche nel Veneto con Venezia che forse ne è l’esempio più appariscente. Per formare un medico ci vogliono anni, così l’orizzonte temporale anche per il Corso veneziano rappresenta una sfida alla denatalità e allo spopolamento della città storica oltre che alla desertificazione professionale. Significativo quindi che sia proprio Venezia a lanciare questa sfida con la prospettiva, ha ricordato il Direttore Contato, di allargare anche ad altre sedi (con l’ex Ospedale Giustinian già presente nel Protocollo) nella città d’acqua i luoghi di studio e ricerca, compresi gli “skill lab” visto anche il contemporaneo avvio dei nuovi corsi in Osteopatia e in Riabilitazione psichiatrica che si aggiungeranno a quelli di Fisioterapia e di Tecniche audiometriche già attivi al San Camillo, al Lido di Venezia.
Il che comporta, una volta di più, coinvolgere e interessare tutte le istituzioni per provare a risolvere il problema della residenzialità per i futuri professionisti, proponendo alternative percorribili al di là di foresterie e studentati.

Agostino Buda

 

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