La Città di Venezia si appresta a rendere omaggio alla Madonna della Salute, una tradizione millenaria molto sentita dai veneziani.
La giornata dedicata alla festività è il 21 novembre e la tradizione vuole che ci si debba recare in pellegrinaggio alla basilica che si trova nel sestiere di Dorsoduro, all’altezza di Punta della Dogana.
Oltre ai caratteristici mercatini, anche quest’anno è previsto il ponte votivo, ovvero un ponte galleggiante che viene posizionato solamente in questo breve periodo per collegare il sestiere di San Marco con quello di Dorsoduro e agevolare tutti i pellegrini.
Ognuno porta con sè una candela, che accenderà all’interno della Basilica chiedendo la protezione alla Madonna, già salvatrice dei veneziani dalla peste nel 1600.
La peste manzoniana a Venezia
In tutto il nord Italia, tra il 1630 e il 1631 vi fu una spaventosa epidemia di peste bubbonica della quale scrive anche Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi. Anche Venezia pagò un caro scotto, colpita da una violenta ondata che causò 80.000 morti in città e 600.000 in tutto il territorio della Serenissima. Tra questi, lo stesso Doge e il Patriarca.
Secondo le ricostruzioni storiche, la peste sarebbe stata portata a nella città lagunare da un ambasciatore del duca di Mantova, Carlo I Gonzaga Nevers, che venne immediatamente spedito nel Lazzaretto Vecchio in quarantena. Una misura che non fu sufficiente, perché il duca era già entrato in contatto con le maestranze locali, un falegname in particolare.
I veneziani chiesero l’intercessione della Madonna e il patriarca Giovanni Tiepolo pronunciò il voto solenne “.. di erigere in questa Città e dedicar una Chiesa alla Vergine Santissima, intitolandola Santa Maria della Salute, et ch’ogni anno nel giorno che questa Città sarà pubblicata libera dal presente male, Sua Serenità et li Successori Suoi anderanno solennemente col Senato a visitar la medesima Chiesa a perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio”.
Era il 22 ottobre del 1630. L’epidemia cessò e, per onorare il voto fatto, venne dato mandato all’architetto Baldassarre Longhena di progettare la Basilica della Salute così come ancora oggi è possibile ammirarla.
Ci si può recare in Basilica non solo il 21 novembre ma anche nelle giornate precedenti sempre muniti di mascherina sia per entrare che per visitare i mercatini caratteristici nel limitrofo rio terà dei Catecumeni, dove è d’obbligo assaggiare una frittella o una mela caramellata.
Per gli amanti della cucina, nelle tavole dei veneziani viene cucinata, nel giorno della vigilia della Madonna della Salute, la “castradina”, un cibo che fu portato a Venezia dalle popolazioni dell’est nel 1100 e che consiste in una zuppa a base di cosciotto di montone salato e affumicato cui si aggiungono foglie di verza, cipolle e vino.
Valentina Rossi