Con 15mila lavoratori coinvolti nei tavoli di crisi e rincari energetici, la Regione scommette su fonti rinnovabili, comunità energetiche e Hydrogen Valley per affrontare le sfide economiche e ambientali
Nel Veneto dei tanti primati, recentemente ricordati con dovizia di numeri e particolari dal presidente della Regione, Luca Zaia, non mancano però le criticità che il sistema industriale veneto sta attraversando.
Settanta i dossier aperti nel corso del 2024, in sostanza i tavoli di crisi di cui la Regione si è fatta carico, per un complesso di quasi 15mila lavoratori.
Una parte ha trovato soluzione, tuttavia ancora una quarantina resta in attesa di un esito, sperabilmente positivo.
Ma nuove difficoltà si presentano con il nuovo anno con la politica e l’impresa che ritornano alla piena operatività praticamente oggi.
Eppure non si tratta solo di crisi aziendali. Un fardello che rischia di zavorrare ulteriormente l’economia del Veneto già attraversata, pesantemente, dallo shock del settore automotive, nell’edilizia, nel meccanico, è rappresentato dai nuovi aumenti dei costi dell’energia questa volta immediatamente contestati dal mondo dell’impresa.
Veneto contro i rincari: quando è troppo, è troppo
Quando è troppo è troppo. Punto.
In questo senso va intesa la lettera che gli assessori regionali Roberto Marcato (Sviluppo Economico ed Energia) e Gianpaolo Bottaccin (Ambiente e Protezione Civile) hanno inviato ai parlamentari veneti della Lega e al vicepresidente del Consiglio nonché ministro, Matteo Salvini.
Lettera che critica apertamente la scelta fatta sulla linea di traguardo di inserire nella Legge di bilancio un emendamento che premia per altri vent anni i “soliti noti” (le società concessionarie per la distribuzione dell’elettricità): un business da 15 miliardi l’anno. Lettera che si fa interprete della reazione dell’imprenditoria veneta, dei malumori del mondo economico ma che, indirettamente, allarga il suo sguardo anche alle famiglie che sotto l’albero di Natale hanno subito trovato consistenti incrementi della bolletta energetica. Luce e gas. Una presa di posizione riverberatasi anche sulla stampa nazionale a sottolineare come il Veneto che produce e contribuisce in modo sostanziale alla crescita del Pil nazionale, non ci sta.
Un piano per abbassare i costi energetici
A tutto questo, che è fatto prettamente nazionale, si accompagna la speculazione internazionale ripartita con vigore innescata da vicende geopolitiche. Un cocktail insidioso in un momento di debolezza del sistema economico, senza dimenticare che per le nostre imprese da sempre la bolletta energetica è tra le più alte in Europa: handicap che ora rischia di aggravarsi.
L’assessore Marcato sul fronte energetico ha le idee molto chiare e un piano di interventi che alla luce degli ultimi sviluppi beneficerà di un’importante accelerazione.
«Partiamo subito dalla necessità di produrre sempre più energia pulita da fonti rinnovabili. Non solo perché la transizione energetica ormai è una forma d obbligo, ma perché, dal punto di vista ambientale e per la tutela dell’ecosistema, è una necessità. Poi c’è l’altro aspetto, proprio in questi giorni tornato alla ribalta. Fare in modo di essere sempre meno dipendenti diciamo dal resto del mondo e pertanto abbassare i costi energetici per famiglie e imprese».
Più spazio alle rinnovabili è poi in sostanza quanto ritroviamo nel Rapporto sulla competitività firmato da Mario Draghi.
La via dell’autonomia tra rinnovabili e comunità energetiche
Energia si coniuga con autonomia. L’assessore allo Sviluppo Economico studia le prossime mosse puntando a una serie di fonti rinnovabili che se da un lato possono essere ormai definite classiche, almeno per il momento non includono il nucleare di quarta generazione verso cui peraltro è ormai orientata Confindustria. Quindi «idrogeno, fotovoltaico, eolico, biogas sostenibili. Sono queste le nuove frontiere energetiche».
Un ruolo importate è rappresentato dalle comunità energetiche di cui Marcato rivendica per il Veneto la primogenitura. «Abbiamo fatto un primo bando, chiamamolo un vero e proprio test, per verificare se ci fosse o meno interesse. Il riscontro è stato talmente positivo che ho dovuto prima raddoppiare e successivamente portare a quattro volte la posta in bilancio. Così partendo da bandi per un importo iniziale di 4 milioni di euro. siamo arrivati a 10 milioni di euro per dare risposte a tutte le domande arrivate».
Una partita che la Regione vuole giocare a tutto campo, consapevole dell’importanza strutturale delle comunità energetiche. Così Marcato è «pronto ad alimentare questa voce perché le comunità energetiche sono strumento utilissimo sia per chi le fa sia per combattere concretamente la “povertà energetica”». Da qui l’invito ai sindaci a impegnarsi nel realizzare le comunità energetiche.
Vetro e ceramica. Murano e Bassano: due produzioni di specialità inserite nel gruppo delle aziende energivore (quasi 4.000 a livello nazionale) che sicuramente otterrebbero vantaggi da un sistema diffuso di comunità energetiche.
Due Hydrogen Valley per il futuro energetico veneto
Altro fronte in cui i cantieri di ricerca sono aperti è l’idrogeno. Non semplice idrogeno, bensì idrogeno verde, cioè quello che vuole l’Europa. La Regione del Veneto è soggetto presente con un grande impegno anche qui con Marcato che spiega come proprio l’ente Regione abbia voluto «Lavorare a stretto contatto con l’Università di Padova per un progetto ambizioso: non una ma due Hydrogen Valley in Veneto. Una a Porto Marghera, e questo spiega anche perché abbiamo fortemente voluto la Zona Logistica Semplificata (Zls) come vero volano di crescita economica per l’intera regione, e una in area padovana anche per la contiguità con l’ateneo nostro partner. Nella nostra visione sono due hub fondamentali per l’autonomia energetica».
Marcato è realista «Non possiamo immaginare che il Veneto sia indenne o escluso dalle tensioni e dalle crisi internazionali, tuttavia posso dire che anche grazie alla pianificazione in campo energetico questa regione ha una capacità di reazione nettamente superiore ad altre in Italia. Quindi sì, ci sono crisi aziendali, sì sono molte le criticità, ma abbiamo forza, volontà e strumenti per fronteggiarle».
Agostino Buda