Per il secondo giorno consecutivo, il saldo tra ricoveri e dimissioni legati al Covid negli ospedali del Veneto ha fatto registrare un incremento di una cinquantina di casi.
“Tutto questo porta a numeri importanti e quindi possiamo dire che siamo di nuovo in piena epidemia, come avvenuto a ottobre, novembre e dicembre” ha ammesso il direttore generale della Sanità regionale, Luciano Flor.
I dati
Che si stia avviando una nuova ondata della malattia lo indicano soprattutto tre dati.
Il primo sono appunto i ricoveri, che con il +48 delle ultime 24 ore è arrivato a 1.504, di cui 1.338 (+42) in area non critica. Il secondo quello delle presenze in rianimazione, salite a 166 (+6). C’è poi il dato dell’incidenza dei positivi riscontrati sul totale dei tamponi effettuati, risalito al 3,6% (1.561 su 42.293) nell’ultima giornata.
“Dal 24 febbraio – ricorda Flor – c’è stato un aumento costante, inizialmente lento, ma che non lo è decisamente più negli ultimi due giorni. L’andamento è francamente in crescita e bisogna essere pronti”.
Si tornerà alla chiusura dei reparti?
In Veneto, ha sottolineato il direttore, si è così già riaperto qualche reparto-Covid e sono state attivate alcune nuove rianimazioni.
“Stiamo pensando – rivela Flor – di riproporre un piano di sanità pubblica con tutti i correttivi del caso, compresa l’eventuale sospensione di alcune attività di assistenza sanitaria. Va però sottolineato che, a oggi, i numeri sono tutto sommato contenuti e non richiedono quindi interventi di questo tipo. Questi scattano nella quarta fase regionale e, attualmente, siamo tra la seconda e la terza, quindi abbastanza distanti”. Per inciso, con un dato di 258, si è intanto però aggiunto un quarto distretto sanitario, quello dell’Alto Vicentino, tra quelli che superano la soglia fissata per la chiusura delle scuole.
Vaccini: obiettivo 470 mila dosi a marzo
In un quadro preoccupante, la nota positiva deriva dall’efficacia dei vaccini. “Qualche beneficio dall’avvio della campagna vaccinale – spiega il direttore – c’è: tra le categorie che si sono sottoposte alla somministrazione, l’incidenza della malattia è più bassa, come ci aspettavamo”. A oggi, in Veneto, sono state vaccinate 446 mila persone, con la previsione di arrivare, a marzo, a 470 mila somministrazioni. Ovviamente, dipenderà dagli approvvigionamenti, il cui piano di fornitura mensile è di 229 mila dosi di Pfizer, 26 mila di Moderna e 233 mila di AstraZeneca. “Ci teniamo – precisa Flor – un piccolo gruzzolo per evitare inconvenienti sulle forniture. Ma abbiamo scorte per almeno 7 giorni: il rischio di rimanere scoperti è quasi pari a zero”.
Il piano da 50 mila vaccini al giorno
E se finora, in Veneto, si sono vaccinate tra le 15 e le 17 mila persone al giorno, con un incremento da oggi a 20 mila, l’obiettivo è quello di arrivare, dall’ultima settimana di marzo, ad un ritmo di 50 mila. Riuscendoci, da aprile servirebbero 5-6 mesi per raggiungere il traguardo della copertura dei 4 milioni di persone.
A tal fine, si prolungheranno gli orari dei centri vaccinali anche alla sera, 7 giorni su 7, rinforzando anche il personale. L’accordo con i medici di base è virtualmente raggiunto e sarà formalizzato nella seduta di Giunta di martedì prossimo, così come è vicino quello con le Università per il coinvolgimento degli specializzandi. Già dalla settimana prossima verrà chiesto così ai medici di medicina generale di iniziare le somministrazioni di AstraZeneca. Intanto, per il 25 marzo si completerà la somministrazione della prima dose a tutti gli ultraottantenni.