Mascherine tassative.
Ma dal 3 Giugno le cose potrebbero cambiare.
Alla fine l’ “abito sartoriale” (l’ordinanza regionale) è arrivato prima della stoffa (il nuovo DPCM, reso noto dal Governo solo nella serata di domenica e valido fino al 14 giugno).
Nel corso della notte, infatti, l’impasse che ha rischiato di far saltare l’accordo con la conferenza delle Regioni è stata risolta. Il protocollo unitario delle Regioni, quelle linee guida che non erano state inserite nel decreto, è stato aggiunto sia in premessa che negli allegati del DPCM.
La ripartenza dopo l’emergenza coronavirus entra ora veramente nel vivo.
Con un impianto nazionale e una serie di declinazioni regionali più permissive su alcuni aspetti e più restrittive su altri.
In Veneto, funziona così.
La prima nota va alle mascherine. Nella nostra regione sono obbligatorie. Sempre e ovunque.
Non più i guanti, anche se bisognerà igienizzare le mani. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, la Regione Veneto ha dunque confermato la linea più restrittiva rispetto a quanto previsto dal Governo. Il DPCM, infatti, si limita a “raccomandare” l’utilizzo della mascherina al chiuso (sempre) e all’aperto (se non è possibile rispettare il distanziamento sociale: almeno 1 metro, che diventano 2 in caso di attività sportiva).
Le sanzioni in caso di inosservanza (sulla quale vigileranno soprattutto le forze dell’ordine coordinate dal Prefetto) sono molto pesanti. Si va da 400 a 3.000 euro.
Le cose potrebbero però cambiare anche nel nostro territorio dal 3 giugno. Se infatti la curva epidemiologica resterà rassicurante, il Veneto potrebbe allinearsi al resto d’Italia, mantenendo l’obbligo per l’uso della mascherina solo nei luoghi chiusi e nel momento in cui si incontrano più persone. L’ordinanza regionale prevede già comunque alcuni casi in cui l’obbligo della mascherina viene meno. E cioè mentre si guida l’auto o la moto, per i bambini sotto i 6 anni, per i soggetti con disabilità non compatibile con l’uso della mascherina, per chi svolge attività motoria e sportiva in luogo isolato (o in caso di attività intensa) e per i soggetti che soggiornano da soli in locali non aperti al pubblico.
Spostamenti in regione: addio all’autocertificazione
Se la mascherina rimarrà una nostra compagna almeno fino al 2 giugno (data fino a cui resterà in vigore l’ordinanza regionale), scompare un’altra pratica che ha caratterizzato gli ultimi mesi: l’autocertificazione.
L’ordinanza prevede infatti che all’interno del territorio regionale ci si possa spostare per qualsiasi motivo e con qualsiasi mezzo (comprese le imbarcazioni da diporto). Si potrà quindi tornare a incontrarsi, senza timore di multe, anche con gli amici. Fermo comunque restando il divieto di assembramenti tra persone non conviventi.
Uscite dalla regione
Per uscire dal Veneto, invece, bisognerà ancora aspettare.
Per raggiungere congiunti, c’è già la possibilità di superare i limiti regionali per chi vive in una provincia di confine, ma solo in caso di accordi in tal senso tra Regioni. Al momento, quindi, con Emilia Romagna (Ferrara/Rovigo), Trento (Belluno/Trento) e Friuli Venezia Giulia (Treviso/Pordenone e Venezia/Udine-Pordenone). Gli accordi però devono ora essere trasmessi alle Prefetture.
In tutti gli altri casi, prima del 3 giugno, invece, si potrà raggiungere un’altra regione italiana solo per stati di necessità e motivi di salute o di lavoro. Sia nella prima che nella seconda situazione sarà necessaria l’autocertificazione.
Il DPCM fissa però nel 3 giugno la riapertura della mobilità extraregionale, così come quella verso l’Unione Europea, la Svizzera e il Regno Unito.
Riaprono le attività economiche
Il nuovo DPCM ha recepito le linee guida proposte dalla Conferenza delle Regioni per quanto riguarda le attività economiche e produttive. Non si applica cioè il rigido protocollo dell’Inail, ma quello che, sulla base delle proposte dei Governatori, è stato approvato dal Governo. Basti pensare al metro di distanza tra i clienti di bar o ristoranti (la ragione per la quale il braccio di ferro si è protratto più a lungo del previsto), allo spazio di 10 metri quadri riservato sulle spiagge a ogni ombrellone o al metro e mezzo tra lettini o sdraio non posti sotto l’ombrellone.
Il Governo ha dato il via libera dal 18 maggio alla ripresa di un gran numero di attività.
Restano sospesi centri termali, centri culturali, centri sociali, discoteche, parchi divertimenti e assimilati. Così come sale giochi, sale scommesse, sale bingo e sale da ballo (anche per i corsi).
In Veneto viene meno la chiusura domenicale delle attività, che la Regione aveva previsto in maniera più restrittiva rispetto al resto d’Italia. La nuova ordinanza stabilisce infatti che gli esercizi commerciali possono modificare, previa comunicazione al Comune, orari e giornate di apertura, senza più limitazioni per quanto riguarda le giornate festive.
Le riaperture immediate
L’elenco delle attività economiche che tornano a essere autorizzate dal 18 maggio, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza, è lungo e variegato. Ripartono la ristorazione (bar, ristoranti e pizzerie) e gli stabilimenti balneari (comprese le spiagge libere, per le quali valgono i protocolli o le linee guida regionali), le strutture ricettive e i campeggi, i servizi alla persona (a partire da parrucchieri ed estetisti) e il commercio al dettaglio (compreso quello su aree pubbliche). Ripartono gli uffici aperti al pubblico e i musei, gli archivi e le biblioteche. Ma anche i rifugi alpini e le attività di produzione teatrale, le funivie, le seggiovie e altri impianti per gli spostamenti in montagna.
Chi parte prima rispetto alle date del DPCM
Il DPCM prevede che ogni Regione possa stabilire in maniera autonoma anche misure più ampie, riservandosi solo la facoltà di intervenire se dovesse risalire la curva epidemiologica.
Deroghe che il Veneto ha utilizzato per le autoscuole, che ripartono dal 18 e non dal 20 maggio. Ma anche per palestre (con un distanziamento sociale di 2 metri durante l’attività fisica), piscine (con uno spazio di 7 mq per persona, in acqua o nei solarium) e impianti sportivi, per i quali il DPCM prevede invece l’apertura dal 25 maggio. L’elencazione dell’ordinanza si chiude con una tipica norma di chiusura, relativa alle “attività non specificamente sospese”, riguardo alle quali si stabilisce che, oltre alle norme base (distanziamenti, dispositivi di protezione, divieto di assembramenti) si applicano “le linee guida per le attività più affini”.
Riaperture di giugno e luglio
Per quanto riguarda cinema, teatri e centri estivi per bambini, in mancanza di una previsione regionale si applica il DPCM, che fissa nel 15 giugno la data di riapertura. Riguardo ai bambini, per il momento il nuovo decreto del Governo riapre comunque le aree gioco pubbliche all’aperto per lo svolgimento di attività ludica.
E, nell’accesso a queste aree, i piccoli potranno essere accompagnati non solo dai familiari, ma anche da “altre persone abitualmente deputate alla loro cura”, come le baby sitter.
Il 1 giugno è anche la data fissata per la riapertura da parte di molte attività dell’area marciana, a Venezia. A San Marco e dintorni, oltre 20 tra gioiellerie, negozi e boutiques di grandi griffe aderenti all’Associazione Piazza San Marco hanno comunque subito rialzato le serracinesche. Progressivamente, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, riprenderanno le attività tra la Piazza e calle larga XXII marzo, a partire da ristoranti, bar e caffé. Anche gli alberghi hanno previsto tempi più lunghi per la riapertura, che in molti casi avverrà a luglio. Il primo, lo storico Hotel Saturnia & International, tornerà però ad accogliere gli ospiti già in settimana.
Altre riaperture e attività sospese o vietate
Dal 18 maggio si possono tornare a svolgere anche messe e funzioni religiose, sulla base dei protocolli stipulati con le singole confessioni. Tornano anche i riti funebri, sempre con il rispetto del distanziamento sociale di 1 metro e l’uso di mascherine e guanti o altro mezzo di igienizzazione delle mani. Nuovamente ammessi anche i tirocini professionali e le attività scolastiche e formativo-professionali non altrimenti esercitabili a distanza (come quelle di laboratorio).
Tra le attività che invece restano sospese dal DPCM, gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina. E vietati, fino a data da destinarsi, i cortei. Le manifestazioni pubbliche potranno così avvenire solo “in forma statica”, con il rispetto del distanziamento sociale e di altre misure di contenimento prescritte dal Questore.