Ogni Ulss deciderà le modalità per raggiungere l’obiettivo.
Continuano intanto a calare le curve del contagio
La prima Ulss sarà quella “Berica” di Vicenza, dove mancava da vaccinare, alla mattina del 13 aprile, il 7% di over 80, con la chiusura della partita fissata per giovedì 15 aprile. C’è chi è leggermente più indietro, come la “Scaligera” di Verona, che dovrà spalmare i quasi 14 mila mancanti su più giorni. Ma in tutto il Veneto tutti gli ultraottantenni avranno ricevuto almeno una dose entro domenica.
La strategia
Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia: “Domani, mercoledì 14, alle 11 tutti i direttori delle Ulss renderanno note le rispettive scelte su come raggiungere questo primo obiettivo: dagli accessi rapidi diretti nel fine settimana, ai recall telefonici, al coinvolgimento dei sindaci”. Sempre domani, la Regione emetterà anche una circolare relativa alla vaccinazione degli accompagnatori. Le chiamate al numero verde regionale, nei primi 11 giorni dall’attivazione, sono già arrivate a quota 70.813, con la punta di 9.064 nella giornata del 9 aprile.
I vaccini agli over 80
Gli over 80, in Veneto, sono 358.540, di cui circa 100 mila a domicilio non deambulanti, che quindi non possono muoversi da casa. Ne restano da vaccinare 56.115, con il 41% del totale che hanno già fatto 2 dosi e l’82% almeno la prima somministrazione. “Abbiamo scelto di spingere particolarmente sui più anziani – ha spiegato Zaia – per poterci poi concentrare dalla prossima settimana, insieme a fragili, disabili e sulla fascia 70-79 anni”.
In questo segmento rientrano 494.443 veneti e ne devono essere vaccinati ancora 293.370, pari al 57%. “Se avessimo vaccini, potremmo sistemare tutti gli over 60 per metà maggio”, ha aggiunto il presidente.
Le dotazioni di vaccini
Alla mattinata di martedì 13 aprile, le dosi inoculate erano circa 1.194.426 (il 94,7% di quelle disponibili), con il superamento di quota 1,2 milioni già prima di pranzo. La carenza di scorte ha costretto a concentrarsi (ad esempio con le 9.200 dosi residue di Pfizer) soprattutto sui richiami, con realtà in particolare difficoltà come Treviso. Per la mattinata di mercoledì 14 dovrebbe comunque avvenire la consegna della nuova fornitura di 126 mila dosi di Pfizer, più 3.000 anticipate a martedì, che verranno subito scongelate per far ripartire la macchina vaccinale.
Il piano delle consegne
Oltre a Pfizer, nelle 157 mila dosi complessive previste in consegna per questa settimana rientrano anche 13 mila dosi di AstraZeneca (in arrivo tra mercoledì e giovedì) e le prime 14.650 di Johnson&Johnson (tra giovedì e venerdì). Di Moderna, invece, è prevista una nuova fornitura entro fine mese, anche se non è ancora stabilita né la data né la quantità. E questo costringe a mantenere un cospicuo magazzino (29.619 dosi) non consumabile per garantire i richiami. Il piano nazionale per le prossime settimane prevede con certezza 166 mila dosi nella settimana del 19 aprile, 126 mila nell’ultima del mese e 125 nella prima di maggio. Si tratta però di cifre che potranno essere incrementate, visto che, per le settimane più avanti nel tempo, ci si basa solo sui quantitativi di Pfizer.
Vaccini: categoria “altro”
Michele Mongillo, della Direzione prevenzione regionale, ha fatto anche il punto sulla categoria “altro”, definita a livello nazionale. La percentuale di somministrazioni effettuate a persone appartenenti a questa categoria è del 3,23%. Secondo la classificazione del documento tecnico del Ministero, il Veneto ha 375 mila appartenenti a questa categoria residua. “Ma 185 mila – ha sottolineato Mongillo – sono persone tra 70 e 79 anni, che noi abbiamo invece collocato nella categoria puntuale. Così come gli 82 mila fragili o disabili”. Restano così da verificare, da parte delle Ulss, le somministrazioni di 38 mila dosi a possibili “furbetti”.
I dati del bollettino
Il bollettino quotidiano continua intanto a mostrare curve in flessione, sia sul numero degli attualmente positivi (30.559), sia per quanto riguarda i ricoveri, scesi a 2.076 (-46), con -30 in area non critica e -16 in terapia intensiva. “La curva – commenta Zaia – sta calando con continuità ormai da 4 o 5 giorni e questo ci fa ben sperare. Può sempre starci un cambio di direzione, ma finora non si è mai verificato”. I nuovi ingressi in ospedale nelle ultime 24 ore sono stati 74, ma le dismissioni sono state superiori, con un totale arrivato a 19.129 da inizio pandemia. L’incidenza di nuovi positivi sui test effettuati (883 su 35.791) è del 2,47%.
Obiettivo riaperture
La conferma del trend è importante, per il presidente del Veneto, anche nell’ottica di possibili riaperture. “In Italia – sottolinea Zaia – non sempre va così. Se si deciderà di anticipare le riaperture sulla base dei dati di tutto il Paese, è logico che il Governo procederà con il freno a mano tirato. Noi ci auguriamo invece scelte differenziate. E personalmente sono favorevole a inserire tra i criteri le vaccinazioni. Ma queste devono essere considerate sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Perché, ad esempio, noi andiamo anche a casa a vaccinare chi non si può muovere”.