I Paesi esteri tornano a guardare all’Italia come meta delle vacanze. Già a partire dall’estate 2021. E il Veneto ha già risposto “presente”. «Nell’incontro che ho avuto questa mattina con i rappresentanti della stampa estera per parlare di turismo – ha reso noto il presidente Luca Zaia – ho confermato che in Veneto apriremo regolarmente la stagione, così come le fiere di settore, e che siamo già pronti. C’è un grande interesse, che mai mi sarei aspettato, per avere informazioni sulla ripartenza della cultura a Venezia, sulle grandi navi, sulle spiagge e sui campeggi. E gli operatori ci dicono che c’è già un incremento delle prenotazioni».
Via libera a tutti i vaccinati
Di quasi 71 milioni di presenze turistiche, nel 2020 rispetto al 2019 il Veneto ne ha perse complessivamente il 54%. Un monte-presenze da 71 milioni su cui i turisti stranieri incidono al 68%, con un calo su base annua che è stato altrettanto del 68%.
«Il Mondo – ha ripreso Zaia – è interessato a capire quali saranno le regole. E ho garantito che, a meno che Roma non ci fermi, chi è stato vaccinato, con qualunque vaccino, in qualunque parte del Mondo, non avrà problemi e troverà porte aperte in Veneto, spero anche in Italia».
Ai media stranieri, nello specifico a una giornalista russa, il presidente della Regione ha confermato la sua posizione sui vaccini non autorizzati: «Bisogna uscire da posizioni ideologiche, anche perché mi sembra che prima dei vaccini nessuno si fosse mai preoccupato della provenienza dei farmaci che assumeva. Sembra che la geografia sia sinonimo di validità, ma è la scienza che deve scendere in campo a dire la posizione ufficiale sui vaccini».
L’intero Veneto “isola Covid-free”
Uno dei temi “caldi”, in questo momento, è quello delle isole Covid-free. Anche in questo caso Zaia ha chiarito la posizione del Veneto ai giornalisti esteri: «Ho spiegato che noi siamo a favore, ma che la nostra isola Covid free si chiama Veneto: se ci danno i vaccini, noi siamo pronti. Non esiste che si decida di immunizzare una località a scapito di altre. Se qualcuno lo vuole fare, lo faccia con i suoi vaccini, non sottraendo forniture a noi. Senza dimenticare che c’è un aspetto etico e di programmazione da tenere in conto: a livello nazionale, abbiamo l’obbligo di vaccinare gli over 80 e poi a scendere per fasce d’età».
Le regole per le riaperture
La ripartenza del turismo passa attraverso la ridefinizione, semplificandole e aggiornandole, delle linee guida per le riaperture delle attività attualmente sospese. Le Regioni sono già al lavoro su questi aspetti, partendo da bar e ristoranti e passando poi a sport, palestre e piscine e infine a teatri e cinema. Un lavoro che, prevede Zaia, potrebbe essere concluso entro la settimana.
«Molti giornalisti stranieri – ha aggiunto Zaia – erano preoccupati per il tema delle mini quarantene, su cui dovremo lavorare accuratamente, perché, sempre nel rispetto della salute, il turismo non deve essere complicazione di vita».
«La vera sfida – ha proseguito il presidente – è quella di riaprire con gradualità, abituandoci a convivere col virus. È una situazione che abbiamo già vissuto lo scorso anno, capendo che si tratterà di un lento e graduale allentamento delle misure, non esistendo un on/off. Rispetto all’anno scorso, però, dobbiamo ricordare che la gran massa delle attività produttive non ha mai chiuso, per cui la riapertura riguarderà la nicchia di quelle attività che sono ancora chiuse».
Revisione dei parametri e scuole-sentinella
I dati del Veneto, al momento, sono “da zona gialla”, secondo le vecchie classificazioni, pur restando una quota di 70-80 nuovi ricoveri al giorno. Zaia continua però a richiedere una sorta di «tagliando fondamentale e necessario» ai 21 parametri del modello.
Il gruppo di lavoro delle Regioni è comunque già all’opera, insieme a Iss e Ministero, con un incontro in calendario per questo pomeriggio, lunedì 12 aprile, dal quale potrebbe uscire un’informativa da portare giovedì in Conferenza delle Regioni.
In Veneto, intanto, è finalmente partito in due istituti superiori il progetto delle scuole sentinella, annunciato a gennaio e poi sospeso per la chiusura degli istituti. Il professor Baldo si è occupato dell’istituto Corner di Venezia, dove sono stati testati 416 ragazzi, trovando un positivo, che sarà ora confermato con tampone molecolare. A Verona, la professoressa Tacconelli ha invece testato 250 ragazzi in una scuola, senza riscontrare positivi.
Il punto sui vaccini
La campagna vaccinale del Veneto è ora arrivata oltre 1,1 milioni di somministrazioni, 21.574 nelle ultime 24 ore.
La settimana è iniziata con un magazzino di 87.374 dosi. Per mercoledì, il commissario Figliuolo ha confermato l’arrivo di 126 mila nuove dosi di Pfizer e sempre in settimana dovrebbero arrivare le forniture di AstraZeneca (13 mila dosi) e, venerdì, le prime di Johnson & Johnson (14.650).
«Il commissario – ha sottolineato Zaia – ha elaborato una tabella, che prevede per noi 176.700 dosi dal 9 al 15 aprile e altrettante nella settimana successiva, specificando che possiamo farne 25.243 al giorno. Lo sapevamo già, ma ben venga questa precisazione fatta per tutte le regioni. Di certo, dobbiamo procedere con il freno a mano tirato, perché siamo tarati per andare più veloci. E spero quindi che il presidente Draghi si decida a rompere il muro del contratto europeo, per andare sul libero mercato, dove i vaccini non mancano».
Il programma delle vaccinazioni in Veneto
La Regione sta realizzando nel frattempo una tabella con gli over 80 che non hanno mai risposto, per chiudere la partita dei più anziani, almeno con la fissazione dell’appuntamento per la somministrazione della seconda dose, entro la settimana. Si resta invece in attesa di indicazioni nazionali sul tema delle categorie dei servizi essenziali. Mentre è già stato chiarito che, quando si passerà alla fascia tra 70 e 79 anni, gli accompagnatori non avranno diritto alla somministrazione, ma verranno solo inseriti in una lista di riservisti.
«Il nostro programma – ha concluso il presidente – è quello di chiudere la vaccinazione di tutti gli over 60 entro il 21 giugno, ovviamente se non ci saranno guai con le forniture come quelli che si sono verificati in questi mesi. È un obiettivo verosimile, su cui sono al lavoro i nostri ingegneri gestionali, e sarebbe importantissimo, perché significherebbe aver compito il 80% del lavoro, con la protezione garantita a tutti i soggetti più esposti».