Nello spazio allestito ai Giardini nel corso della 18esima Mostra Internazionale “Il laboratorio del futuro” saranno evidenziate le trasformazioni urbane in corso
Dopo il grande successo di “Alloro”, l’allestimento dello scorso anno nell’ambito della 59esima Esposizione Internazionale d’Arte sul tema dell’avvicinamento dell’uomo alla natura, della metamorfosi e della forza femminile che ha superato i 300mila visitatori, il Padiglione Venezia scalda i motori per il prossimo progetto.
La Giunta comunale ha approvato l’allestimento e l’organizzazione di “Venetie MML. La Grande Veduta. Il lavoro raccontato” che si potrà visitare ai Giardini dal 20 maggio al 26 novembre 2023.
In mostra le trasformazioni urbane di Venezia
Il nuovo allestimento del Padiglione Venezia nasce con l’obiettivo di evidenziare le trasformazioni urbane in corso.
«E’ il presente che si immerge nella nostra storia – ha sottolineato il sindaco del capoluogo lagunare Luigi Brugnaro – e si proietta nel futuro. La Biennale è ricerca, discussione ma deve anche essere una occasione per mostrare i cambiamenti della città, le trasformazioni urbane in corso, fornendo profondità allo sviluppo del territorio cittadino grazie a una visione ampia e proiettato verso il futuro in un’ottica metropolitana».
“Venetie MML. La Grande Veduta. Il lavoro raccontato” è frutto del lavoro del Professor Benno Albrecht e il Professore e architetto Guido Morpugo per l’Università Iuav di Venezia e gli architetti Roberto Beraldo, Valentina Fanti e Nicola Picco per l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Venezia.
Commissario del Padiglione è stato confermato Maurizio Carlin. Anche quest’anno lo spazio ospiterà le opere vincitrici delle singole discipline del concorso “Artefici del nostro tempo”, giunto alla quarta edizione.
«Il Padiglione Venezia 2023 – spiega Maurizio Carlin – è incentrato sui cambiamenti in corso della città dal punto di vista urbanistico e architettonico. Lo spazio avrà un allestimento innovativo nella prima stanza per un coinvolgimento immersivo dei visitatori; la seconda sarà tradizionale mentre la terza ospiterà i lavori di “Artefici del nostro tempo”. Quest’anno il concorso avrà temi che richiamano alla Biennale Architettura. Saranno infatti design del vetro, design di interni, di arredo urbano, fotografia, pittura, street art, new media art».
Dal 20 maggio al 26 novembre la 18° Biennale di Architettura
“The Laboratory of the Future”, “Il Laboratorio del Futuro”, questo il titolo della Mostra di quest’anno, aperta al pubblico da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre è curata da Lesley Lokko, architetto, docente di architettura e scrittrice scozzese con cittadinanza ghanese.
Per la prima volta incentrata sull’Africa come punto di partenza per guardare il mondo, comprende 89 partecipanti di cui oltre la metà provenienti da quel continente e si svilupperà come sempre tra l’Arsenale, i Giardini, il centro storico di Venezia e Forte Marghera in terraferma. Il Niger partecipa per la prima volta all’Esposizione.
«Non sarà una mostra sull’Africa – ha precisato la curatrice Lokko -. E’ un tentativo di essere specifici su un luogo e un contesto, per poi comprendere tutto il resto. Qui in Europa parliamo di minoranze e diversità ma la verità è che le minoranze dell’Occidente sono la maggioranza globale, la diversità è la nostra norma. C’è un luogo in cui tutte le questioni di equità, risorse, razza, speranza e paura convergono e si fondono: l’Africa».
Secondo Lokko gli architetti devono ripensare i termini e gli strumenti della disciplina. «Più che gli edifici, le forme, i materiali o le strutture – sostiene – il dono più prezioso e potente dell’architettura è la capacità di influenzare il nostro modo di vedere il mondo»
Le novità di quest’anno
Per la prima volta in assoluto la Biennale Architettura include Biennale College Architettura che si svolgerà dal 25 giugno al 22 luglio 2023.
Nel corso di quattro settimane di programma didattico quindici docenti internazionali lavoreranno con cinquanta persone tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti provenienti da tutto il mondo selezionati dalla curatrice dell’Esposizione Lesley Lokko attraverso una open call. Alla chiusura del bando il 17 febbraio sono arrivate 986 candidature.
Un’altra novità riguarda il ritorno, dopo la partecipazione per la prima volta nel 2018, della Santa Sede con un proprio Padiglione sull’isola di San Giorgio Maggiore. Per quanto riguarda il Padiglione Italia, allestito alle Tese delle Vergini in Arsenale, il titolo della mostra è “SPAZIALE: ognuno appartiene a tutti gli altri”. Il progetto offrirà uno spaccato della cultura architettonica delle generazioni più giovani e sperimentali che puntano a esaltare la componente interdisciplinare e a rivedere la figura dell’architetto come colui che sa rapportarsi in modo innovativo e originale con le comunità e con i territori.
Silvia Bolognini