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Vendite per beneficienza: il ddl correttezza

Vendite per beneficienza: il ddl correttezza

Arriva in Consiglio dei ministri la bozza del ddl scritto sull’onda del caso-Ferragni. Previste sanzioni fino a 50 mila euro per chi trasgredirà le nuove regole

Si fa presto a dire “beneficienza”. Perché la generosità, va detto, rimane un tratto caratteristico degli italiani, sempre pronti a comprare piante, dolci e quant’altro le varie associazioni propongono loro in più occasioni, a prezzi superiori a quelli di mercato, ma spiegando che il ricavato sarà impiegato a fini caritativi.
Purtroppo, però, è altrettanto innegabile che è facile farsi tentare e approfittare della generosità altrui sfruttando l’etichetta del “fare del bene” a chi ne ha bisogno.
In tal senso, il caso dei panettoni, poi esteso alle uova di Pasqua e a una bambola, che ha visto coinvolta l’influencer Chiara Ferragni, è solo la punta dell’iceberg.
“Un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico”, come lo ha recentemente definito la premier, Giorgia Meloni, a cui il Governo prova adesso a rispondere con una stretta della normativa.

Il ddl beneficienza in Consiglio dei ministri

Il disegno di legge il cui testo arriverà oggi, 24 gennaio 2024, sul tavolo della riunione preparatoria del Consiglio dei ministri, in vista della successiva seduta per l’approvazione, si presenta quantomai necessario per fare chiarezza a priori e fugare ogni sospetto su chi promuove tali iniziative nel pieno rispetto della correttezza e con il reale solo obiettivo di aiutare chi è in difficoltà.

beneficienza

Ddl beneficienza: l’obbligo e le sanzioni

La norma che si punta a introdurre per prevenire i rischi di truffe si basa principalmente su un obbligo, tutelato da pesanti sanzioni. L’obbligo previsto nella bozza del ddl è quello, per chi commercializza prodotti a scopo benefico, di indicare sugli stessi le finalità dei proventi, l’ente destinatario della beneficenza, l’importo o la quota percentuale per unità di prodotto destinati a quel fine. Le informazioni dovranno anche essere comunicate all’Autorità Antitrust prima dell’introduzione sul mercato del prodotto.

All’Antitrust, inoltre, dovrà essere indicato il termine entro cui avverrà il versamento dell’importo destinato alla beneficienza: da quella data si aprirà un termine di 3 mesi entro cui il produttore sarà tenuto a comunicare alla stessa Autorità l’avvenuto versamento. In caso di mancata osservanza degli obblighi, sempre l’Antitrust potrà comminare sanzioni tra 5 e 50 mila euro (con possibile riduzione fino a 2/3 nei casi di minore gravità) e, davanti a violazioni reiterate, sospendere l’attività per un periodo da un mese a un anno.

Le conseguenze per gli influencer

Ovviamente, non saranno solo le aziende produttrici a rischiare le sanzioni.
Per gli influencer che si presteranno a un’operazione illecita è prevista infatti anche una misura da cui potrebbero derivare danni economici che, in concreto, risulterebbero ben più seri di una semplice per quanto pesante multa, traducendosi in una perdita di immagine (e, di conseguenza, di credibilità) anche direttamente sul proprio sito.
Secondo la bozza di ddl, il provvedimento sanzionatorio adottato sarà infatti pubblicato dall’Autorità, anche per estratto, “su una apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione, su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all’esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista”.

Alberto Minazzi

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