Cà Emiliani e le “Vaschette” sono pronti a voltare pagina.
Anche l’ultima palazzina tra qualche giorno sarà abbattuta. E si aprirà un nuovo capitolo che porterà alla riqualificazione della zona.
Si concluderà così la lunga storia di una parte di Marghera che ha origine nella metà degli anni Cinquanta.
Proprio qui, tra via Pasini e via Murialdo, erano stati realizzati una quindicina di edifici per ospitare gli esuli istriano – dalmati arrivati a Venezia dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Una splendida foto, datata 1935 mostra che nelle vicinanze c’era lo stabilimento balneare “Rana” per i bambini poveri.
In molti hanno fatto il bagno nelle “Vaschette”, la condotta industriale che dal Brenta portava l’acqua alle fabbriche di Porto Marghera.
Oggi, per quest’area di Marghera che negli anni ha conosciuto il degrado e le occupazioni abusive, inizia una nuova vita.
Verso la rinascita della zona
Per abbattere la prima palazzina del complesso abitativo le ruspe sono entrate in azione il 9 febbraio 2010, al civico 24 di via Murialdo.
Oggi, a distanza di dieci anni è arrivato il momento tanto atteso dell’ultimo abbattimento: quello dell’ ultimo edificio resistito, che ospitava i civici 101 e 103 in via Pasini.
“Questa demolizione – ha sottolineato l’assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia Simone Venturini – segna la fine di una vicenda lunga e complessa che nel suo iter ha visto numerosi intoppi burocratici legati a questioni di eredità e permute dei proprietari, necessarie per ricollocare gli ultimi residenti. Un momento che si attendeva da tempo e che porterà presto alla rinascita complessiva della zona”.
Entro un mese dalla demolizione, prevista la prossima settimana, l’obiettivo è quello di arrivare a liberare completamente l’area dalle macerie e bonificarla. Si è nel frattempo già conclusa la fase di individuazione e dismissione delle condotte di luce, acqua, gas e telefono che ad oggi risultavano ancora attive.
Le “Vaschette” ieri
Ma che cos’erano le “Vaschette”?
La zona ha preso il nome dalla condotta industriale che serviva per portare l’acqua dal fiume Brenta alle fabbriche di Porto Marghera.
Realizzata negli anni ’20, delimitava il nuovo rione di Cà Emiliani dove una quindicina di palazzi, da sei a otto appartamenti ciascuno, ospitavano i profughi di Istria e Dalmazia. Forse non tutti sanno che erano conosciute anche come “Tombotti”.
A mano a mano che i residenti hanno lasciato le case, la situazione è peggiorata e dagli anni ’90 l’area ha subito un progressivo degrado. “Oggi finalmente – conclude Venturini – con l’abbattimento dell’ultima palazzina esistente del complesso “Vaschette” siamo arrivati ad un momento significativo. Fino a pochi anni fa queste case erano ancora abitate. Ora non appena terminata la demolizione, liberata l’area dalle macerie e bonificata, si passerà immediatamente alla fase successiva di riqualificazione dell’intero quartiere”.