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Variante Omicron, Oms: rischi alti, ma ancora nessun morto

Variante Omicron, Oms: rischi alti, ma ancora nessun morto

La notizia positiva è che la variante Omicron, l’ultima mutazione del virus Sars-CoV-2, pur cominciando a diffondersi dal Sudafrica in tutto il mondo ancora non ha provocato decessi.
Ma l’attenzione resta al massimo livello a livello globale: dal G7, che ha organizzato per oggi una riunione straordinaria urgente dei ministri della Sanità, all’Oms, dall’Unione Europea (con la presidente Ursula Von der Leyen che ha parlato di una “corsa contro il tempo”) ai singoli Stati.
Perché la nuova versione del coronavirus, che pure sembra produrre effetti lievi, in particolare tra i vaccinati, sembra presentare molte più mutazioni rispetto alle varianti fin qui conosciute: anche se non le 32 che erano state paventate inizialmente, comunque forse una decina, rispetto alle 2 o 3 delle precedenti.
Serviranno dunque almeno un paio di settimane per conoscerla meglio, anche se proprio dall’Italia arriva notizia che potrebbe essere vicino un vaccino specifico. Ma l’Oms ammette che il rischio, a livello globale, potrebbe essere “molto alto” in caso di una nuova grande ondata legata a questa variante.

Variante Omicron: il punto della situazione dell’Oms

Venerdì scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la variante B.1.1.529 tra quelle “oggetto di preoccupazione”. Al momento, i partner tecnici dell’Oms stanno studiando la determinazione della pericolosità, della contagiosità e della trasmissibilità della “Omicron”, anche al fine di valutarne il potenziale impatto sui vaccini.
L’Organizzazione ha rassicurato rispetto all’efficacia dei tamponi molecolari, garantendo che “continuano a rilevare l’infezione, inclusa quella da Omicron”. Si sta invece studiando l’adeguatezza alla variante dei test antigenici rapidi. E, riguardo ai medicinali, “saranno ancora efficaci” per i pazienti affetti da Covid grave sia i corticosteroidi che i bloccanti del recettore IL6, con la valutazione che resta aperta per altri trattamenti.

L’evoluzione in Sudafrica

La variante Omicron è stata scoperta in Sudafrica, partendo soprattutto dagli studenti universitari, e in quel Paese il tasso di positività è subito balzato fino al 9,2%. Deve però ancora essere confermato, precisa l’Oms, il collegamento tra i crescenti tassi di ospedalizzazione e la variante, anche in considerazione che solo il 24% dei sudafricani è vaccinato.
Così come mancano attualmente informazioni tali da portare alla conclusione che i sintomi legati alla Omicron siano diversi da quelli legati ad altre versioni del virus.

omicron
@Medicina Multimodale Ospedale Bambin Gesù

Pur ancora agli inizi, le ricerche condotte dalla South African Medical Association hanno intanto riscontrato sintomi “insoliti ma lievi” collegati alla nuova variante. Lo ha dichiarato, alla BBC, la presidente dell’associazione Angelique Coetzee. Si parla di corpo dolorante e molta stanchezza, anche tra i giovani. Il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, non ha però previsto per il momento particolari restrizioni, istituendo solo un gruppo di lavoro per valutare l’eventualità di un obbligo vaccinale per attività e luoghi specifici.

Frontiere chiuse contro la variante

Ramaphosa, invece, ha chiesto agli altri Stati di togliere le restrizioni ai viaggi verso l’Africa meridionale, che non avrebbero “nessuna giustificazione scientifica” e “potrebbero causare solo ulteriori danni alle economie dei Paesi colpiti”.
Una posizione condivisa dall’Oms, che ha lanciato a sua volta un appello a “seguire le normative scientifiche e sanitarie” nelle decisioni di chiudere le frontiere.
Si moltiplicano, infatti, le decisioni che limitano gli spostamenti. L’ultimo in ordine di tempo ad annunciare, dal 30 novembre, la chiusura dei confini agli stranieri è stato il Giappone, così come ha già fatto l’Olanda.
Il Marocco aveva già sospeso i voli in arrivo per due settimane. Il Regno Unito prevede una lunga lista di Stati dell’Africa meridionale da cui non si può entrare, aggiungendo da martedì prossimo l’obbligo di test molecolare per tutti gli arrivi. L’Australia ha cancellato l’inizialmente programmata riapertura dal 1 dicembre. E, già prima di Omicron, l’Olanda aveva stabilito la chiusura di ristoranti, bar, cinema e altri negozi non essenziali dalle 17 alle 5.

La variante Omicron nel mondo

Proprio i Paesi Bassi sono uno degli Stati in cui è stato accertato il maggior numero di contagiati con la variante Omicron: almeno 13, tra i 61 positivi giunti con 2 voli provenienti dal Sudafrica. I casi confermati in Germania e in Gran Bretagna sono già 3, 2 in Danimarca, Israele, Australia e Canada.
Oltre al “paziente zero”, in Italia sono risultati positivi anche la moglie e i due figli: sono tutti in isolamento, nel Casertano, con sintomi blandi. Primi casi accertati anche in Belgio, Repubblica Ceca, Hong Kong e Austria. E ci sono anche 8 possibili casi sospetti in Francia.

Dall’Italia il vaccino contro la variante Omicron?

L’azienda biotech italiana Takis ha intanto annunciato che sono bastate poche ore per avere già pronta la prima piattaforma per la realizzazione di un vaccino specifico di seconda generazione tarato sulle mutazioni della variante Omicron. La previsione è quella di poter partire con i test preclinici entro qualche settimana.
La piattaforma alla base del vaccino è il siero “Covid-eVax”, arrivato alla fase 1 di sperimentazione sull’uomo e la cui immuniogenicità degli adattamenti, generati in tempo quasi reale, alle mutazioni delle varianti Alfa, Beta, Gamma e Delta è stata testata con successo negli animali. “Omicron – ha commentato il direttore scientifico di Takis, Luigi Aurisicchio – presenta un alto numero di mutazioni nuove. Per questo motivo, è difficile prevedere se i vaccini attuali siano ancora protettivi: ecco perché ci stiamo muovendo il più velocemente possibile per adattare il nostro vaccino anche contro questa variante”.

Alberto Minazzi

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