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Variante Omicron, Oms: «I rischi sono elevati»

Variante Omicron, Oms: «I rischi sono elevati»

Delta e Omicron sono ora minacce gemelle che fanno aumentare i contagi a livelli record e fanno impennare le ospedalizzazioni e i decessi”.
Annuncia la sua preoccupazione per la situazione in corso il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, riferendo nel corso di un briefing alla stampa.
Il fatto che le due varianti circolino simultaneamente “sta creando uno tsunami di contagi“, ha detto, invitando i Paesi più ricchi  a condividere equamente i vaccini con quelle più povere.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’ultima settimana il numero complessivo di nuovi casi è aumentato dell’11% rispetto alla precedente, pur se con una diminuzione di decessi del 4%.
Vale a dire poco meno di 5 milioni di nuovi casi e oltre 44.000 nuovi decessi nel mondo.
Sono Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia a registrare il maggior numero di positivi. L’impennata dei contagi è ancora in costante crescita e inizia a mettere a dura prova gli ospedali, con le terapie intensive al limite della capienza.

La situazione in Italia: i casi più che raddoppiati in un giorno

I numeri del bollettino sulla situazione della pandemia dice che ieri (28 dicembre ndr), in Italia, i nuovi contagiati risultavano 78.313 contro i 30.810 del giorno precedente, con un tasso di positività del 7,56%.
Il dato dei contagi calcolato sulle 24 ore risulta il più alto dall’inizio della pandemia.
Record giornalieri si sono registrati anche in Francia con oltre 180 mila e Regno Unito con 117 mila. Omicron è ormai dilagante.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che «il rischio globale legato alla nuova preoccupante variante rimane molto alto. Prove affidabili mostrano che Omicron ha un vantaggio di crescita rispetto alla Delta con una capacità di raddoppiare in due, tre giorni. In un certo numero di Paesi si osserva un rapido aumento dell’incidenza dei casi.

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Catherine Smallwood, una delle principali responsabili dell’Oms Europa, sottolinea che «la rapida diffusione della variante Omicron, come quella che si osserva in diversi Paesi, anche se accompagnata da una malattia leggermente meno grave, comporterà comunque un alto numero di ricoveri soprattutto tra i non vaccinati. Tuttavia – spiega Smallwood  -i numeri preliminari che indicano un minor rischio di ricovero sono da leggere con prudenza visto che al momento i casi osservati riguardano soprattutto persone giovani e in buona salute in Paesi con alti tassi di vaccinazione».

Una legge che faccia vaccinare tutti?

A oggi gli esperti Oms ancora non sanno con certezza se la stimata minor gravità della variante Omicron rispetto alla Delta sia una sua caratteristica intrinseca o legata al fatto che colpisce popolazioni già parzialmente immunizzate dai vaccini o da precedenti contagi.

Certo è che secondo Silvio Garattini, decano dei farmacologi italiani e fondatore dell’Istituto Mario Negri «la via maestra per battere il Covid è l’obbligo vaccinale. Serve una legge che faccia vaccinare tutti perché man mano che gli adulti si coprono, il virus circola nelle fasce d’età più basse. In più aumenta il rischio ricovero per i giovani. Servono multe importanti e divieti per chi non aderisce alla campagna».

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Fondamentale la terza dose di vaccino

Secondo uno studio effettuato dall’Istituto Zooprofilattico di Padova la terza dose può proteggerci. Il virologo Francesco Bonfiante ha rilevato che con la nuova variante gli anticorpi neutralizzanti, quelli cioè che permettono di prevenire l’infezione, accelerare la guarigione e ridurre la trasmissione del virus, «con la nuova variante prima della terza dose, a sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, fanno sì che solo il 5% sia protetto dall’infezione. Dopo la terza dose si arriva al 75%. Per quanto riguarda la forma grave della malattia si arriva a una protezione del 93%.

Gli studi su Omicron

Sono diversi gli studi che hanno preso in esame la nuova variante Omicron e per quelli finora effettuati i risultati dicono che è sicuramente più infettiva ma causa sintomi più lievi.
Dai dati scientifici dello studio sudafricano del National Institute for Communicable Diseases il rischio di ricovero ospedaliero, rispetto alle precedenti varianti, risulta inferiore dell’80% e del 70% per un Covid grave.

terapie intensive
terapia intensiva

Secondo invece il team di ricercatori dell’Imperial College di Londra, il rischio di finire in ospedale per un’infezione da Omicron è inferiore tra il 40% e il 45% rispetto a quello causato da Delta.
Vi sono poi tre studi condotti in Giappone, a Cambridge e Hong Kong, tutti concordi nel rilevare che la potenza di infezione sulle cellule polmonari è ridotta, pur se si moltiplica 70 volte più velocemente della Delta nei bronchi umani. Gli esperti hanno inoltre evidenziato che la variante Omicron sudafricana è meno letale.

Silvia Bolognini

 

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Tag:  Omicron