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Variante indiana: in Veneto c'è ma "preoccupa relativamente"

Variante indiana: in Veneto c'è ma "preoccupa relativamente"
Antonia Ricci, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie

È confermato: la variante indiana è arrivata in Veneto. Ma Antonia Ricci, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che ha identificato la mutazione nel campione di due persone infette, rassicura: “Questa variante ci preoccupa relativamente, perché a oggi non ci sono certezze, né sulla sua maggior pericolosità, né sulla sua capacità di sfuggire al vaccino, né sulla sua maggior contagiosità”.

La variante indiana

La variante indiana, ha spiegato Antonia Ricci, presenta mutazioni in una posizione “giusta” per far sospettare che, come per la variante brasiliana, gli anticorpi possano essere meno efficaci. “Sono caratteristiche – ha però precisato – che non sono state ancora del tutto verificate e potrebbero non essere confermate. Se lo fossero, ne farebbero una variante “preoccupante”, da attenzionare maggiormente per contenere la sua diffusione. Ma niente di diverso da quanto già si fa per l’inglese, la brasiliana, la sudafricana e la nigeriana”.

Né deve preoccupare, per il direttore dell’Iszve, la drammatica situazione che si sta vivendo in India: “In primo luogo, non c’è nessuna prova che questa sia legata a una variante particolare. Lì è molto diffusa, ad esempio, anche la variante inglese. E le condizioni socio-economiche di quel Paese incidono non poco”.

Il controllo dei casi veneti di “indiana”

Nel caso di padre e figlia residenti nel territorio dell’Ulss 7 e rientrati a Bassano dall’India, la pronta identificazione, avvio del sequenziamento e attivazione della quarantena ha consentito di far sì che non avvenisse una trasmissione fuori dal nucleo familiare. Forse c’è un altro caso, legato a questo focolaio, ma si tratta di un familiare convivente. “La buona notizia – riprende Ricci – è che non si tratta di un’infezione autoctona che circola nel nostro territorio, ma legata a un rientro dall’estero”.

Quanto all’altro caso veneto sospetto, di due bengalesi residenti nel Veneziano, “è stata trovata una mutazione sicura, mentre altre non sono state ancora caratterizzate completamente”, precisa il direttore. “In ogni caso il link epidemiologico è extraeuropeo, legato al Paese di origine dei due positivi, nei quali sono già state prese misure di quarantena”. Così come il Veneto sta applicando la circolare ministeriale, con l’indagine epidemiologica estesa anche ai contatti occasionali.

L’Italia e i sequenziamenti

Italia e Veneto, in ogni caso, si confermano tra le realtà che sequenziano di più al mondo. I sequenziamenti depositati dal nostro Paese da inizio epidemia sono oltre 20 mila: decimo posto in una classifica che vede in testa Stati Uniti e Inghilterra. Negli ultimi 3 mesi, l’Italia è però quinta con 15 mila sequenziamenti. “Ormai – commenta Ricci – siamo a regime. Le mutazioni sono continue, perché più accerchiamo il virus, con terapie, vaccini e controlli, più questo cerca di sfuggire. E diventa fondamentale effettuare subito le verifiche, per attivare le misure necessarie”.

Nel dettaglio, a oggi l’Istituto Zooprofilattico ha effettuato circa 2 mila sequenziamenti per identificare specifiche mutazioni delle varianti e circa 700 sequenziamenti completi. “C’è anche un’altra buona notizia – conclude il direttore – e arriva dai Paesi più avanti con le vaccinazioni, come Gran Bretagna e Israele. Indipendentemente dal fatto che le diverse varianti possano rispondere un po’ meno, la vaccinazione si conferma importantissima per il controllo dell’epidemia”.

Le vaccinazioni in Veneto

Riguardo alla campagna vaccinale, con le nuove 22.308 somministrazioni nelle ultime 24 ore il Veneto ha superato il milione e mezzo di persone che hanno ricevuto almeno una dose. “Fino al 19 maggio – ha dichiarato il presidente Luca Zaia – cercheremo di sovraccaricare le prenotazioni. Non possiamo spingerci oltre, perché dopo quella data non abbiamo ancora certezze matematiche sull’arrivo delle forniture. Ma il target fissato per giovedì 29, quando partiranno le vaccinazioni dei circa 603 mila veneti che hanno tra 60 e 69 anni, abbiamo fissato un target giornaliero di 42 mila somministrazioni. E già ieri si sono prenotati in 80 mila”.

Alberto Minazzi

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