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Vaiolo scimmie anche in Spagna. Oms: “Ma non è il nuovo Covid”

Vaiolo scimmie anche in Spagna. Oms: “Ma non è il nuovo Covid”

Rassicurazioni anche dall’Unione Europea: “Nessuna emergenza”. In Italia, ad agosto nessun nuovo caso

Dopo la Svezia, la Spagna. Il virus mpox, il cosiddetto “vaiolo delle scimmie”, si diffonde in nuove zone dell’Europa. Anche se, al riguardo, vanno fatte alcune precisazioni.

Se il caso emerso nel Paese scandinavo proprio all’indomani della dichiarazione dell’“emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte dell’Oms, è stato provocato dal nuovo e più temuto sottotipo “Clade 1”, quello rilevato in Cantabria, nel nord della Penisola Iberica, è infatti legato al già noto e meno aggressivo “Clade 2”.

Questo sottotipo virale, dopo quelli del bacino del Congo di dove è originario, ha da tempo superato i confini dell’Africa occidentale, dove è endemico: la prima emergenza internazionale risale infatti al 2022. Il caso del giovane spagnolo, ricoverato in buono stato di salute e tenuto in isolamento, è dunque solo il primo ufficiale della Spagna.

Al momento, in ogni caso, i cittadini del Vecchio continente possono stare relativamente tranquilli. Le rassicurazioni, in tal senso, arrivano sia dalla Commissione Europea che dalla direzione regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui direttore, Hans Henri P. Kluge, ha lanciato il messaggio: “Mpox non è il nuovo Covid”.

Il vaiolo delle scimmie in Italia

Tutta l’attenzione, in questo momento è concentrata sul “Clade 1”, trovato anche in Pakistan. Se la mortalità del “Clade 2” è inferiore all’1%, il nuovo sottotipo, al centro della nuova emergenza, raggiunge il 10%, come confermano i risultati delle indagini genetiche condotte da un team italiano, pubblicati sulla rivista “The Lancet Infectious Disease”.

Il caso svedese è stato il primo riscontrato fuori dall’Africa. In Italia, invece, va ricordato, il “Clade 1” ancora non è arrivato, pur essendo alta l’attenzione nei confronti del nuovo sottotipo di mpox, con il già avvenuto rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica e l’annuncio dell’avvio di un tavolo interministeriale sul tema.

Intanto, precisa una nuova circolare aggiornata del Ministero della Salute, ad agosto sul nostro territorio non si è registrata nessuna nuova infezione dovuta al virus mpox. Lo sottolinea anche una nota della Regione Veneto, che ricorda come l’ultimo dei 7 casi umani registrati sul proprio territorio da inizio 2024 risalga a marzo.

E, oltre a confermare il rafforzamento della sorveglianza sanitaria, in conformità alla circolare ministeriale, il comunicato ricorda anche il Veneto sta proseguendo con la vaccinazione specifica, che al momento può essere raccomandata solo in particolari situazioni di rischio. Dal 2022, i veneti immunizzati sono 1.776.

La situazione e le rassicurazioni internazionali

Al di fuori dell’Africa, al momento uno degli Stati che stanno registrando i livelli più alti di contagio da vaiolo delle scimmie è il Messico. Nel Paese americano, al 10 agosto il Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica ha registrato 53 casi, di cui 51 in pazienti di sesso maschile.

Tornando nel nostro continente, il Comitato per la sicurezza sanitaria Ue, nell’ultima riunione, ha invece “concordato che la situazione su mpox non deve essere essere considerata una emergenza per la sicurezza sanitaria in Europa”. È stato comunque previsto un “approccio strettamente coordinato”.

Hera, l’autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, ha già “concluso contratti per acquisti congiunti di 2 milioni di dosi di vaccini Mpox e trattamenti per 100 mila dosi”, ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Stefan De Keersmaecker.

“Dal Covid abbiamo imparato di dover essere preparati”, ha concluso. Sul fatto che non si possa paragonare l’attuale situazione a quella dell’ultima pandemia è però intervenuto il direttore di Oms-Europa Kluge: “Sappiamo come controllare l’infezione e, in Europa, sono già state messe in atto le misure necessarie per eliminarne del tutto la trasmissione”.

Alberto Minazzi

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