L’Oms alza il livello di allarme e valuta i possibili rischi a livello globale. Bassetti: “Virus diverso dal passato: il rischio potenziale per l’Italia c’è”. Già 1056 i casi
Sarà legata al vaiolo delle scimmie la temuta nuova pandemia?
È attesa per oggi, 14 agosto, la valutazione da parte del comitato d’emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla possibilità che il virus Mpox rappresenti un nuovo pericolo di portata globale. Intanto, a 15 mesi di distanza da maggio 2023, quando fu dichiarata la fine di quella precedente, è arrivata adesso una nuova emergenza per questa malattia nel continente africano.
L’emergenza Mpox in Africa e la nuova variante
Le preoccupazioni principali, allo stato attuale, si legano all’emersione di un nuovo ceppo del virus, che ha fatto alzare il livello d’allarme in Africa di fronte al rapido e numericamente importante aumento dei casi negli ultimi mesi.
Chiamata “Clade 1b”, questa variante si presenta come più virulenta e pericolosa della “Clade 2b”, al centro dell’epidemia esplosa in tutto il mondo tra il 2022 e il 2023. Rispetto al virus gemello “Clade 1a”, endemico in Africa centrale, il nuovo virus si trasmette con più facilità, per esempio attraverso i contatti ravvicinati, a partire da quelli sessuali.
Già ieri, 13 agosto 2024, i Paesi africani hanno dunque dichiarato la condizione di emergenza sanitaria pubblica per la sicurezza continentale legata al vaiolo delle scimmie, partito dalla Repubblica Democratica del Congo, ma che poi ha coinvolto anche altri Paesi. “Questa dichiarazione – ha spiegato Jean Kaseya, direttore generale del Cdc africano, che stima da inizio anno circa 15 mila casi e 461 decessi – non è semplicemente una formalità: è un chiaro invito all’azione. Dobbiamo essere proattivi e aggressivi nei nostri sforzi per contenere ed eliminare questa minaccia”.
Bassetti: “A rischio anche i bambini”
“Pur chiamandosi allo stesso modo del vaiolo delle scimmie, questo è un vaiolo diverso, perché colpisce ospiti diversi”, sottolinea Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Il precedente vaiolo delle scimmie, ricorda il medico, “era un’infezione che aveva riguardato per la grandissima maggioranza maschi che avevano avuto rapporti sessuali con altri maschi. Dunque, fondamentalmente, una malattia prioritariamente sessualmente trasmissibile”.
Una malattia difficile da contenere
Era stato così possibile contenerla “attraverso uno sforzo della vaccinazione e di alcuni comportamenti in quella fascia di persone”. Oggi invece, aggiunge Bassetti, l’infezione è completamente diversa per 2 caratteristiche. “La prima è che colpisce anche altre categorie, soprattutto i minori, i bambini. E questo è fa sì che non sia più una malattia solo di alcune categorie, ma che si espande e pone quindi dei problemi di salute pubblica importanti per quanto riguarda l’Africa. Il suo contenimento diventa molto più difficile dal punto di vista della sanità pubblica”.
L’infettivologo: “Italia a rischio. L’Oms valuti la strategia vaccinale”
La seconda caratteristica è legata al fatto che in precedenza l’infezione era localizzata nella Repubblica Democratica del Congo “e invece oggi la vediamo in tanti altri Paesi africani, anche distanti tra di loro”. “È quindi evidente – prosegue il medico genovese – che, siccome questi sono Paesi evidentemente visitati e che hanno interscambi anche con il resto del mondo, con l’Europa e con l’Italia, potrebbe diventare un problema anche alle nostre latitudini. Quindi il rischio per l’Italia potrebbe potenzialmente esserci, di importazione, legato ai viaggi che evidentemente quest’estate ci saranno”.
Ma soprattutto, aggiunge Bassetti “il rischio non è tanto per quella malattia che avevamo conosciuto due anni fa e che in qualche modo eravamo stati capaci di limitare molto bene con un programma vaccinale”. Ecco perché l’infettivologo conclude: “ Io credo che qui ci voglia una riflessione importante. Noi abbiamo una parte della popolazione che è stata vaccinata per il vaiolo e una parte non vaccinata. Credo che l’Oms farebbe bene oggi, forse ad affrontare la problematica rimetterendo le vaccinazioni nell’agenda futura, anche per quanto riguarda i bambini, soprattutto per quanto riguarda l’Africa, visto che esiste un vaccino appropriato per il vaiolo delle scimmie, molto simile a quello per il vaiolo”.
Mpox: la situazione in Italia
Nell’ultimo bollettino sul Mpox, pubblicato l’8 agosto 2024, il Ministero della Salute ha aggiornato a 1.056 i casi di vaiolo delle scimmie confermati in Italia, con un incremento di 9 unità rispetto alla precedente rilevazione. Di questi, 6 arrivano dal Veneto (salito così a 77 casi), 2 dal Friuli Venezia Giulia (per un totale di 20) e 1 dalla Lombardia, che resta al primo posto con 441 casi, seguita dal Lazio (169) e dall’Emilia Romagna (97).
I casi collegati a viaggi all’estero sono 262 e l’età mediana degli infetti è di 37 anni, con una netta prevalenza (1040 contro 16) dei maschi.
Le tre ordinanze di agosto sul vaiolo delle scimmie
Il Ministero della Salute ha anche pubblicato, nei primi giorni di agosto, ben 3 ordinanze.
Nella prima, del 2 agosto, si aggiorna la definizione di “caso”, si forniscono nuove indicazioni su segnalazioni, tracciamento dei contatti e gestione dei casi, oltre a note tecniche per la diagnosi di laberatorio. Il direttore generale, Giovanni Rezza, ha quindi firmato il 4 agosto il piano di distribuzione della prima tranche del vaccino antivaiolo (2 mila dosi in Lombardia, 1.200 in Lazio, 600 in Emilia Romagna e 400 in Veneto) e il giorno successivo la circolare contenente “Indicazioni ad interim sulla strategia vaccinale contro il vaiolo delle scimmie”.
Alberto Minazzi