Il finanziamento servirà a studiare l’impatto del “monkey pox” sulle popolazioni a maggior rischio di infezione o malattia grave
Attualmente l’incidenza di nuovi casi di infezione da “monkey pox”, ovvero vaiolo delle scimmie, è molto bassa.
Tuttavia, tra l’insorgere dell’epidemia nel maggio del 2022 e la fine dello stesso anno, il virus ha colpito oltre 82 mila persone in tutto il mondo.
I casi sono stati rilevati in 110 Paesi e in 103 di questi la malattia non è endemica.
Poiché l’evoluzione dell’emergenza sanitaria, come per il virus Sars-CoV-2 e le sue varianti, è incerta, è necessario continuare a monitorarne la diffusione, soprattutto nelle popolazioni a maggior rischio di infezione.
L’attenzione va rivolta in particolare alle donne in gravidanza e i bambini, che sono a rischio di sviluppare malattia grave e le persone che vivono con l’HIV (sindrome di immunodeficienza acquisita), a maggior rischio di infezione.
Il contributo per sviluppare un’infrastruttura di ricerca
Il contributo di 5 milioni di euro che arriva dall’Unione Europea servirà al Consorzio Verdi, una collaborazione internazionale che riunisce ricercatori da tutto il mondo, per ampliare gli orizzonti degli studi sull’impatto che i virus con potenziale epidemico, come il Sars CoV-2 e ora anche il Vaiolo delle scimmie, possono avere.
Grazie a questo finanziamento, il progetto Verdi, coordinato dal Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino (SDB) dell’Università di Padova e dalla Fondazione Penta ETS, potrà arrivare a sviluppare un’infrastruttura di ricerca a supporto dei piani pandemici incluso il Vaiolo delle scimmie.
L’obiettivo è quello di fare rete unendo le competenze scientifiche dei membri del Consorzio per poter attivarsi rapidamente in caso di nuove epidemie e rispondere prontamente per la definizione di efficaci interventi di salute pubblica.
La conoscenza per gestire le sfide sanitarie future
Il tavolo di lavoro del progetto sarà allargato per includere reti e associazioni di pazienti che si occupano di Vaiolo delle scimmie e infezioni a trasmissione sessuale, di cui si occupa Penta. Nata nel 1991 come network europeo per il trattamento dell’HIV pediatrico, nel corso degli anni ha esteso la sua attività a altre malattie infettive pediatriche quali l’epatite, la tubercolosi, le malattie fungine e la sepsi, una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento.
Oggi la pandemia di Sars-CoV-2, il Vaiolo delle scimmie. altre infezioni come Zika, che possono colpire direttamente i bambini, il problema globale dell’antibiotico-resistenza, hanno riacceso i riflettori sulle malattie infettive.
Nuove sfide sanitarie per le quali ricercatori, medici, esperti, biostatistici e operatori sanitari sono costantemente attivi per far fronte a eventuali emergenze.
Silvia Bolognini