I primi passi in Italia dell’airbnb delle piscine
Arriva dalla Francia la nuova tendenza dell’estate italiana: quella delle piscine private condivise.
Per una rinfrescata nel corso di una giornata torrida, per un allegro pomeriggio con i bambini dopo il lavoro, per un romantico bagno al tramonto.
Oppure anche per una festa di compleanno o un evento.
A ogni situazione, la sua location. E le scelte non mancano: dalla pratica piscina dei vicini di casa alla piscina di lusso di una grande villa, immersa nel verde con in genere alle spalle panorami invidiabili .
A favorire la condivisione delle piscine private è una nuova filosofia che mette insieme la voglia di dare la possibilità anche a chi non si può permettere una vacanza di trovare refrigerio durante questa torrida estate e l’occasione di coprire le spese di un bene magari poco usato.
A far incrociare domanda e offerta è una semplice App che in Francia è stata ribattezzata “l’airbnb delle piscine”.
Si chiama Swimmy e mette a disposizione un’assicurazione in caso di problemi.
Diffusa oggi un po’ in tutta Europa, conta circa 200 mila utenti e 4800 proprietari.
Propone piscine di tutti i tipi e per tutte le tasche; dai 4 o 5 euro a persona fino ai 50 per le piscine in contesti di maggior pregio.
In Italia ce ne sono diverse in Toscana, Puglia e Basilicata, sul Mugello, a Milano e Caserta.
Secondo la piattaforma, grazie all’aumento del numero delle piscine realizzate negli ultimi due anni in Italia anche grazie al bonus ristrutturazioni, presto diventeranno molte di più.
Secondo uno studio condotto da Deloitte per Assopiscine, a fine 2021 il settore ha registrato un incremento del 12% rispetto al 2019 ponendo l’Italia al quarto posto per valore di mercato.
La vendita dei sistemi di trattamento dell’acqua è invece aumentata del 30% .
Tra le piscine, sono sempre più numerose quelle “eco friendly”, realizzate con materiali che migliorano l’isolamento termico e hanno “impianti di filtrazione che abbattono abbattono del 90% l’utilizzo dell’acqua di lavaggio”.