Sono un piccolo esercito di 356 mila 929 persone gli over 80 in attesa di sottoporsi a vaccinazione in Veneto.
Per loro, la macchina organizzativa si sta attivando. La prospettiva è quella di iniziare le vaccinazioni a partire da febbraio.
Da lunedì 18 gennaio, infatti, partirà la somministrazione delle dosi di richiamo Pfizer per i medici, gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali che hanno già fatto il vaccino.
Con il Moderna inizierà, invece, la messa in sicurezza dei nati dal 1941 al 1920 in su. Perché il Veneto vanta anche numerosi ultracentenari: 209 solo nella provincia di Venezia.
Il vaccino nel Veneto
L’auspicio è che si arrivi a marzo, anche con la possibilità di utilizzare il vaccino AstraZeneca, per il resto della popolazione.
Nella regione Veneto, la popolazione potenzialmente vaccinabile è pari a 4 milioni 128 mila 295 persone.
Finora (dato aggiornato al 14 gennaio alle 18.30 ndr) ne sono state vaccinate 91.132.
Ed è iniziata la corsa contro il tempo.
Negli ultimi 14 giorni, infatti, i numeri delle curve che riguardo l’andamento della pandemia sono in calo e si sta spingendo al massimo sulle vaccinazioni per arrivare a completarle entro giugno.
Le vaccinazioni per gli ultaottantenni: quando e dove
La priorità, al momento, sono gli anziani over 80. Tutti loro saranno a breve contattati dalle Ulss di appartenenza.
Riceveranno una lettera a casa e in alcuni comuni anche una telefonata, che li inviterà a presentarsi, il giorno indicato, nel luogo scelto per la campagna di vaccinazione.
A questo proposito si segnala che in Toscana alcuni anziani sono stati vittima di truffe. Contattati telefonicamente da dei finti operatori delle Ulss locali, sono stati invitati a fissare un appuntamento per il vaccino al proprio domicilio.
L’appello, quindi, è quello di fare attenzione.
Una lettera di prenotazione
Avrà valore di prenotazione la lettera che arriverà a casa e che indicherà il luogo preposto in cui recarsi.
La lista degli “ambulatori” è in fase di definizione e comprenderà comunque tutte strutture e spazi che possano garantire lo svolgimento delle operazioni nel totale rispetto della sicurezza dei presenti.
Per ora si sa che a Noventa di Piave sarà disponibile il parcheggio dell’Outlet, mentre Jesolo conta sul PalaInvent.
In provincia di Venezia, invece, si stanno valutando come opzioni il Pala Expo, il padiglione fieristico di 10.000 mq si trova accanto al parco scientifico e tecnologico di Vega, nell’ex zona industriale di Porto Marghera e gli spazi di Forte Marghera.
Il vaccino a domicilio è previsto per chi avesse problemi di deambulazione. In ogni caso, le modalità saranno definite con gli operatori solo a seguito dell’arrivo della convocazione ufficiale.
Nelle varie province della Regione Veneto si registrano al 1 gennaio 66.795 over 80 a Venezia, 61.881 utraottantenni a Treviso, 67.579 a Padova, 16.821 a Belluno, 66.767 a Verona, 59.369 a Vicenza e 19.717 a Rovigo.
A febbraio, oltre a tutti loro, saranno vaccinati anche i farmacisti e i donatori di sangue.
Giugno 2021: obiettivo per vaccinare tutta la popolazione
Nella terza fase prevista per marzo saranno vaccinati i residenti dai 60 ai 79 anni, le persone con fragilità, gli addetti ai servizi essenziali, le forze dell’ordine, gli insegnanti e i volontari della Protezione Civile. . Al momento risulta utilizzato il 33,9% della terza fornitura. A oggi in Italia il vaccino è stato somministrato a 1 milione di persone che corrisponde all’1,61% della popolazione.
Le tipologie di vaccino
Dopo Pfizer e Moderna si attende ora l’arrivo in Italia di AstraZeneca la cui somministrazione è iniziata in Inghilterra il 4 gennaio e che l’Ema, l’agenzia europea del farmaco potrebbe approvare il 29 gennaio.
Quest’ultimo vaccino, che è tra l’altro quello sul quale maggiormente ha puntato l’Italia, si differenzia dai due già in uso perché si basa sui cosiddetti “vettori virali” e opera quindi a livello di dna e non di Rna messaggero.
Se nei casi di Pfizer e Moderna, quindi, la sequenza che codifica la proteina del virus entra nella cellula e la spinge ad attivarsi per proteggersi grazie all’Rna messaggero, che esiste in natura, con AstraZeneca ciò che viene immesso nell’organismo è un virus inattivato e non replicabile.